Mese: Marzo 2014

Distro leggere per i pc per mandare in pensione windows xp

I sistemi un po´ datati spesso non sono molto amici delle versioni più recenti di Windows: la dotazione hardware ormai superata rappresenta un ostacolo per la migrazione alle versioni più recenti del sistema operativo Microsoft.
Le soluzioni per evitare di dismettere un sistema non proprio di recente fattura ma che ha sempre evidenziato un buon comportamento ci sono e consistono, essenzialmente, nell’aggiornamento dell’hardware, ad esempio per sostituire Windows XP con una versione più recente di Windows, oppure nell’installazione di una distribuzione Linux leggera, in italiano.

Per quanto riguarda l’aggiornamento dell’hardware, nell’articolo Aggiornare Windows XP a Windows 7, Windows 8.1 o Linux abbiamo fornito alcuni suggerimenti pratici (installazione di un quantitativo maggiore di memoria RAM e sostituzione del vecchio hard disk magnetomeccanico con un’unità SSD).

Quando l’aggiornamento hardware non fosse possibile oppure se si preferisse comunque sostituire il vecchio sistema con uno di più recente fattura, non è affatto cosa peregrina pensare all’installazione di unadistribuzione Linux leggera sulla macchina precedentemente usata per eseguire Windows XP.

In questo articolo presentiamo due distribuzioni Linux molto leggereZorin OS e Xubuntu. Entrambe sono distribuzioni derivate da Ubuntu e la seconda è una derivata ufficialmente riconosciuta dalla stessa Canonical, la società fondata dall’imprenditore sudafricano Mark Shuttleworth che segue e supporta lo sviluppo di Ubuntu.

Entrambe sono distribuzioni pensate per essere molto leggere ed utilizzabili anche e soprattutto su quei sistemi che sono contraddistinti da una dotazione hardware piuttosto limitata.
Xubuntu poggia su Xfce, ambiente desktop snello e performante, mentre Zorin OS su GNOME 2.

Mentre Xubuntu si presenta, da subito, come una normale distribuzione Linux, Zorin OS cerca di imitare, nell’interfaccia grafica, Windows 7 e Windows XP.
L’obiettivo della distribuzione, infatti, è quello di proporre agli utenti che provengono da Windows un ambiente di lavoro che possa risultare subito familiare.
Il desktop environment GNOME è stato quindi personalizzato in Zorin OS in modo tale da visualizzare una sorta di barra delle applicazioni nell’area inferiore dello schermo e un pulsante che ricorda da vicino lo Start di Windows. 

Il menù Start stesso è organizzato in modo tale da ricalcare il “look” di quello usato in Windows 7: c’è l’elenco con i gruppi che raccolgono le varie applicazioni installate, i collegamenti rapidi alla cartella Home, Documenti, Immagini, Musica e Video, agli elementi recenti, alle unità di memorizzazione presenti o comunque collegate al computer, alle risorse condivise in rete locale, alle impostazioni di sistema e così via.
In calce al menù Start è presente anche una casella di ricerca il cui comportamento distintivo è sovrapponibile a Cerca programmi e file di Windows 7: non appena si comincerà a digitare alcuni caratteri, Zorin OS reagirà visualizzando una serie di risultati pertinenti.

Nella barra delle applicazioni, una sorta di traybar, posta sulla destra, ricorda da vicino l’area delle notifiche di Windows.

Zorin OS, dal punto di vista delle funzionalità, contiene già preinstallato tutto il necessario per navigare sul web (browser Chrome), per inviare e ricevere messaggi di posta (Thunderbird), per scambiare messaggi istantanei (Empathy), per avviare sessioni di desktop remoto (Remmina), per elaborare documenti (suite LibreOffice), per modificare foto ed immagini (GIMP), per riprodurre file audio e video, per modificare video e registrare tracce sonore, per gestire la webcam, per masterizzare supporti CD/DVD, per eseguire software Windows con Wine. 

Sebbene Zorin OS proponga il ben noto gestore dei pacchetti software di Ubuntu che consente di accedere all’installazione di un numero sconfinato di applicazioni, la distribuzione offre Wine già preinstallato dando modo agli utenti di avviare direttamente alcune applicazioni Windows.
Sebbene nel suo logo campeggi un bicchiere di vino, Wine è l’acronimo di “Wine Is Not an Emulator“, un’espressione con la quale l’autore del progetto ha sempre voluto rimarcare come il software intenda “replicare” le API di Windows così da fornire alle applicazioni nate per il sistema operativo Microsoft la possibilità di essere eseguite anche su piattaforma Linux.

L’interfaccia grafica di Zorin OS è arricchita con le animazioni e gli effetti grafici tipici di Compiz, noto software Linux che gestisce estetica e posizionamento delle finestre del sistema operativo e delle applicazioni installate.

Con Zorin Look Changer e Zorin Theme Changer sarà possibile modificare l'”estetica” del sistema operativo:

Si potrà, ad esempio, scegliere un’interfaccia grafica più vicina a quella di Windows XP oppure ripiegare sul classico GNOME.

Allo stesso modo, ricorrendo al Theme Changer, si potrà scegliere se usare un tema grafico più chiaro oppure più scuro.

In Zorin OS sono già installati i principali codec multimediali in modo che i video possano essere riprodotti senza alcuna difficoltà; sono presenti Flash Player (le creatività Flash presenti in qualsiasi pagina web saranno immediatamente visualizzate), OpenJDK (implementazione free ed opensource del pacchetto Java Runtime Environment di Oracle) e IcedTea (il plugin per il browser che, su Linux, consente di interagire con OpenJDK).
Per verificare il supporto diretto della tecnologia Flash, basterà avviare Chrome da Zorin OS e collegarsi con questa pagina:

Allo stesso modo, visitando la pagina di test di Java, apparirà il messaggio L’esecuzione di IcedTea-Web plugin richiede la tua autorizzazione.

Facendo clic su Eseguilo questa volta, l’applet Java sarà immediatamente caricata nel browser.

In Zorin OS sono poi già attivati i repository dei partner Canonical: ciò significa che, senza dover effettuare alcun intervento, sarà subito possibile ricorrere alSoftware Center per installare, ad esempio, programmi come Skype.

Requisiti minimi per l’installazione di Zorin OS

Per l’installazione di Zorin OS viene richiesto un sistema basato su processore x86 da almeno 1 GHz, 512 MB di memoria RAM e 5 GB di spazio su disco.

Trasformare l’interfaccia di Zorin OS in italiano

L’unico problema che abbiamo rilevato durante l’installazione ed il primo utilizzo di Zorin OS, è l’impossibilità di tradurre istantaneamente l’interfaccia del sistema operativo in italiano. Diversamente rispetto a quanto indicato nella FAQ di Zorin, infatti, la scelta della lingua non viene subito proposta in fase d’installazione, almeno nella versione “8 Core” che abbiamo scaricato ed installato.

Il nostro consiglio è quindi quello di installare Zorin dalla ISO (masterizzata su supporto CD od inserita in una chiavetta USB avviabile) procedendo con il setup in inglese.
La procedura d’installazione di Zorin, come avviene con Ubuntu e con le sue derivate, permette di installare il sistema operativo ad esempio accanto alla versione di Windows già installata (penserà il setup a creare una nuova partizione ed a ridimensionare quella usata da Windows) oppure di cancellare tutto il contenuto del disco per far posto a Linux.

Per avere Zorin OS in italiano, è necessario effettuare il login con l’account utente creato in fase d’installazione (attenzione a non effettuare il login con l’account “guest”).

Successivamente, si dovrà aprire la finestra del terminale e digitare quanto segue:
sudo apt-get update

In seguito, alla comparsa della finestra Software Updater, si dovrà confermare l’installazione di tutti gli aggiornamenti cliccando sul pulsante Install now.

A procedura di aggiornamento ultimata, si dovrà riavviare il sistema, effettuare nuovamente il login con l’account utente principale, cliccare su System settingsdal menù simil-Start quindi fare clic sull’iconaLanguage support:

Cliccando sul pulsante Install/remove languages, bisognerà spuntare la casella visualizzata accanto alla voce Italiano quindi fare clic su Apply changes:

Nell’elenco Language for menus and windows, la voceItaliano dovrà essere trascinata in cima alla lista quindi si dovrà cliccare sul pulsante Apply system-wide.

Dopo il riavvio di Zorin OS, il sistema operativo dovrebbe apparire interamente in lingua italiana.
Verrà anche richiesto se si preferisca tradurre in italiano anche il nome di tutta una serie di cartelle di sistema:

Infine, cliccando sull’icona “En”, nella barra delle notifiche, si dovrà selezionare Impostazioni inserimento testo ed aggiungere Italiana, in prima posizione, nell’elenco visualizzato all’interno della scheda Sorgenti di input:

Xubuntu: installare codec, supporto Flash, Java ed applicazioni non presenti nella distribuzione

Chi preferisse orientarsi su Xubuntu, per poter installare applicazioni aggiuntive non presenti nel pacchetto base, dovrà abilitare i repository dei partner Canonical cliccando su Sistema, Gestore aggiornamenti:

Dopo aver cliccato sul pulsante Impostazioni, si dovrà scegliere la scheda Altro software e spuntare le casellePartner di Canonical:

Dalla finestra terminale suggeriamo quindi di digitare i comandi che seguono:

sudo apt-get update
sudo apt-get install xubuntu-restricted-extras
 (per installare il supporto per Adobe Flash, Java, per le fonti di carattere Microsoft,…)
sudo apt-get install openjdk-7-jre icedtea-7-plugin (per chi volesse installare OpenJDK ed il plugin per il browser)
sudo apt-get install skype (per avviare l’installazione di Skype)
sudo apt-get install gnome-mplayer (installa GNOME Mplayer, riproduttore multimediale alternativo a Parole, preinstallato in Xubuntu)
sudo apt-get update

La versione di Xubuntu che abbiamo scelto è contraddistinta dalla dizione “LTS”. Acronimo di Long Term Support, significa che la versione 12.04 di Xubuntu sarà mantenuta aggiornata fino al mese di aprile 2017 (vedere qui).

Zorin OS 8.1 Core Free
Download:
– versione a 32 bit
– versione a 64 bit
Xubuntu 12.04 LTS
Download:
– versione a 32 bit
– versione a 64 bit
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Ultimi commenti
inviato da riccio > pubblicato il 27/03/2014 00:16:20
Non credo affatto nella resa di zorin e di xubuntu… dovendo sostituire windows e avendo HW di supporto consistente, andrei direttamente su ubuntu o su mint che sono distribuzioni più o meno dello stesso peso di zorin, sono sistemi operativi molto completi e ben fatti, banali da usare grazie all’interfaccia grafica anche più semplice e intuitiva di quella Microsoft senza scimmiottarla come fa zorin; e rispetto a zorin sono molto ben supportati con forum di casistiche risolte e comunità molto ampie e attive, sono OS polarizzanti l’attenzione generale e sempre tra i primi posti in distrowatch (inoltre entrambe le distribuzioni derivano da ubuntu quindi meglio dell’originale o della sua derivata meglio supportata non vedo giuste motivazioni). Secondo me, tuttavia, per ragionare di sistemi veramente leggeri a fronte di hardware povero o obsoleto o guasto si dovrebbero considerare altre opzioni più consistenti e realiste. Puppy; Macpup; Lubuntu; Lubit; Linux Lite; e per strafare rompendosi il cranio a smanettare Arch. In questa selezione i sistemi operativi più semplici e i più fattibili sono per ordine Lubuntu, Puppy e Lubit. Qualche garanzia in più rispetto ad HD veramente vecchio e malconcio la da Puppy, Macpup è la sua derivata nella sua veste più curata, entrambe, tra l’altro non necessitano nemmeno un disco fisso funzionante, basta una porta USB o un CDrom per caricare il sistema operativo sulla RAM e fare tornare in vita un elaboratore obsoleto consentendo un tenore di lavoro accettabile e godendo una dotazione di applicativi SW essenziale ma efficace.
inviato da dcavedon > pubblicato il 26/03/2014 17:20:34
Visto che si parla di Xubuntu, segnalo Xubuntu XPocalypse Remix, una versione di Xubuntu sviluppata da AVi LUG, che contiene: tutti i programmi in italiano, LibreOffice (per una migliore compatibilità con i MS Office), Flash player e consente di vedere e ascoltare tutti i tipi di file multimediali. Si può scaricare da qui: http://www.xpocalypse.org/
inviato da Sampei Nihira > pubblicato il 26/03/2014 15:49:25
C’è anche la possibilità di Lubuntu con LXDE. I requisiti minimi,che solitamente non permettono un esperienza piacevole sopratutto in navigazione e nel multimediale,sono inferiori di circa la metà rispetto a XFCE. Con Linux gli utenti non avrebbero alcun problema per il versante sicurezza. Io personalmente,anche se tempo fà,ho condotto un esperimento dove in una distro linux non ho aggiornato nulla a parte browser e client di posta elettronica. Questo per circa 1 anno e non ho avuto alcun problema di sorta. I problemi che si possono incontrare con linux sono altri. Software che dopo un aggiornamento versione smettono di funzionare e/o hanno un funzionamento difettoso rispetto a prima,se cambi qualcosa nell’hardware (una stampante……) vai incontro ad incognite di compatibilità,aggiormenti kernel che evidenziano problemi che prima non erano presenti……ecc.ecc. Ovviamente tutto è risolvibile ma occorre dire che il passaggio a linux modifica (non li elimina) i problemi che si possono presentare agli utenti del pc. A volte può accadere anche di rendersi conto con il tempo di un fatto che non avresti mai creduto possibile. E cioè che il tuo nuovo sistema,equipaggiato di tutto ciò che ti necessita (cioè lo stesso genere di programmi che usavi con Windows) ha una reattività nel tempo inferiore a quella che avevi con XP. :eheheh: Anzi fai caso che se perdi un pò di tempo a limitare i programmi in avvio automatico,modifichi i servizi rispetto ai parametri a default……ecc….hai un sistema più reattivo rispetto alla distro linux che hai scelto perchè prometteva “mari e monti”. Ovviamente ciò di cui sopra dopo Aprile non avrà più validità perchè XP sarà un OS che apparterrà al passato Comunque i lettori tengano ben presenti le conclusioni suddette. E se devono scegliere una distro linux, i consiglierei loro, di sceglierla con DE più leggero possibile in base al loro hardware presumibilmente non in linea con i moderni standard.
 

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Dopo la fine del supporto di Windows xp, le banche scelgono linux

settimana scorsa è trapelata una notiziasecondo la quale le principali banche inglesi e statunitensi hanno sottoscritto un accordo economico con Microsoft per ricevere gli aggiornamenti di Windows XPanche dopo l’8 aprile, in attesa di completare l’upgrade a Windows 7 entro i prossimi tre anni. Considerati i costi elevati, altre organizzazioni finanziarie avrebbero invece deciso di scegliere Linuxper i loro ATM.

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David Tente, executive director della ATM Industry Association (ATMIA), ha dichiarato che l’annunciata fine del ciclo di vita del vecchio sistema operativo ha spinto alcune aziende a cercare una soluzione alternativa a Windows, in quanto vorrebbero sincronizzare i cicli di aggiornamento hardware e software. Attualmente, invece, il controllo degli upgrade è praticamente nelle mani di Microsoft. Sebbene, le banche siano state avvisate con un congruo anticipo (nel 2007), non tutte hanno le risorse tecniche ed economiche per rispettare i tempi dello switch.

Il 95% degli ATM nel mondo esegue Windows XP e oltre il 60% dei 400.000 ATM negli Stati Uniti eseguirà ancora Windows XP dopo l’8 aprile. Il Payment Card Industry Security Standards Council (PCI SSC), responsabile della supervisione sul rispetto degli standard di sicurezza, ha già evidenziato che tutti gli ATM basati su Windows XP dovranno essere aggiornati. Dato che l’installazione di Windows 7richiede un upgrade hardware, alcuni istituti finanziari avrebbero scelto Linux, in quanto compatibile anche con i vecchi ATM.

Linux non ha costi di licenza, ed essendo una piattaforma aperta, offre unasicurezza maggiore rispetto a Windows. Teoricamente, Microsoft potrebbe prolungare il ciclo di vita della versione Embedded e chiedere una somma aggiuntiva per il supporto esteso. Ma gli azionisti non sarebbero della stessa opinione, in quanto investire su un vecchio sistema operativo non ha molto senso.


Operazione Windigo, cyberattacco globale a Unix e Linux

Un sito pornografico che si apre improvvisamente mentre state navigando con il vostro iPhone, la vostra casella di posta inondata da messaggi di spam, oppure annunci di incontri che vi distraggono mentre siete intenti a lavorare sul vostro pc o Mac. Sono tutti segnali da non sottovalutare, che purtroppo, o per fortuna, non dipendono dalla disattenzione o poca dimestichezza con il web di molti utenti, ma sono parte di una sofisticata campagna orchestrata da criminali informatici per colpire i navigatori di tutto il mondo. Lo ha rivelato la società Eset, che grazie all’aiuto di diverse agenzie nazionali, è riuscita a smascherare una operazione di cyber­crime tra le più sofisticate degli ultimi anni, il cui nome in codice è Windigo.

Sotto questo nome, che indica una creatura divoratrice di uomini della mitologia dei nativi americani, gli esperti di sicurezza hanno ricostruito una vastissima campagna, in atto da ben tre anni, architettata da criminali professionisti che ha portato alla compromissione di ben 25.000 server Unix e suoi derivati, tra cui il sistema operativo Linux, diffusissimo in ambito server. Di questi 25.000 server infetti 1.000 sono italiani, secondo le informazioni fornite a Repubblica da Pierre­Marc Bureau, Senior Malware Researcher di ESET. Grazie a questa “potenza di fuoco” i criminali informatici sono riusciti a rendere la vita sul web di milioni di utenti comuni un vero e proprio inferno fatto di pubblicità indesiderate, pornografia e messaggi di spam.

Eset ha stimato che ben 500.000 computer rischiano ogni giorno di cadere vittima delle trappole disseminate nel Web da Windigo. Secondo Marc­Étienne Léveillé, capo ricercatore della società di sicurezza la situazione è gravissima: “Più di 35 milioni di messaggi di spam sono stati inviati ogni giorno ad account di utenti ignari, intasando le caselle di posta e mettendo a rischio i sistemi informatici.  Peggio ancora, ogni giorno oltre mezzo milione di computer è a rischio infezione, nel momento in cui visitano i siti contaminati dall’operazione Windigo, che li reindirizzano verso programmi e pubblicità malevoli”.

Numeri davvero notevoli che sono stati raggiunti dai cyber criminali con una altrettanto notevole maestria nel compromettere server in tutto il mondo, anche di altissimo livello. È il caso ad esempio di cPanel, popolare software per la gestione dei domini Internet, utilizzatissimo in tutti gli hosting del mondo. I computer che ospitano il codice di cPanel sono stati infettati con un sofisticatotrojan, un programma per il controllo remoto che ha dato agli attaccanti pieno controllo sulle macchine delle vittime. Stessa sorte è toccata anche a kernel.org, nome poco noto ai più, ma conosciuto dagli hacker di tutto il mondo per ospitare il codice sorgente di Linux, il cuore del sistema operativo gratuito e libero che fa funzionare buona parte del Web e i cellulari Android che hanno in tasca milioni di persone.

Per il ricercatore di Eset Pierre­Marc Bureau rimane ancora una grossa incertezza sulle identità degli autori di una campagna di cyber crime così sofisticata: “Sappiamo che le persone dietro questa operazione sono abili nella programmazione e nell’amministrazione di sistemi Linux.  Hanno ottime connessioni con l’underground informatico, ma non abbiamo ancora dettagli sullaloro identità”. È una certezza invece che, finché gli amministratori dei server Unix/Linux non debelleranno dalle proprie macchine i software dannosi che hanno consentito la diffusione esponenziale di Windigo, gli utenti di tutto il mondo difficilmente potranno dormire sonni tranquilli. La prossima volta che cancellerete dello spam o chiuderete un pop­up con signorine ammiccanti che vi invitano a incontrarle potreste essere solo il prossimo bersaglio di Windigo.


CryEngine su Linux si svela in anteprima alla GDC 2014

Crytek presenterà ufficialmente la versione Linux del CryEngine alla GDC 2014, l’evento dedicato ai videogiochi in programma la prossima settimana a San Francisco. L’annuncio arriva direttamente dalla software house tedesca, tramite un comunicato stampa.

Il CryEngine si prepara a debuttare su Linux

“Durante le presentazioni e le dimostrazioni che si terranno nello stand di Crytek alla GDC, i partecipanti potranno vedere per la prima volta il CryEngine con il pieno supporto nativo a Linux“, si legge nella breve nota pubblicata da Crytek.

“Il CryEngine sarà inoltre aggiornato con le funzioni innovative usate per ricreare l’impressionante impero romano visto in Ryse, inclusa la nuova tecnologia ‘Physically Based Shading render pipeline’, che usa simulazioni fisiche del mondo reale per creare luci e materiali realistici nei giochi basati su CryEngine”, spiega la software house.

Le prime voci di corridoio sulla versione Linux del CryEngine risalgono al 2012, quando alcuni insider hanno cominciato a far circolare diverse speculazioni. Successivamente, l’estate scorsa, è arrivata la conferma tramite alcune inserzioni di lavoro pubblicate da Crytek.

Ora il mistero sarà finalmente svelato e tutti gli appassionati potranno dare un’occhiata ai risultati ottenuti dalla software house tedesca con i sistemi operativi open-source.


Nuovo kernel Linux risolve i bug dei notebook Samsung

Installare Linux sui notebook Samsung non sarà più un problema. Almeno è quello che promette un fix che sarà presente nel kernel Linux 3.15. La patch in questione dovrebbe risolvere alcuni dei problemi relativi alla gestione dell’alimentazione incontrati dagli utenti negli ultimi due anni con i notebook Samsung Serie 5 (NP530U3C/NP535U3C/NP530U3B/NP550P5C) e Samsung Serie 9 (NP900X3F/NP900X4B/NP900X4C/NP900X4D/NP900X3C).

 

Samsung Serie 9

Come ricorda Phoronix, a inizio 2013 era emerso un bug che faceva rilevare in maniera scorretta la presenza dell’alimentazione da parete. In buona sostanza, quando si collegava l’alimentatore il sistema diventava improvvisamente molto lento, per poi tornare ad essere veloce una volta rimosso l’adattatore. Linux in sostanza sembrava sbagliare a rilevare la connessione all’alimentazione e di conseguenza a gestire il sistema in modo contrario a quanto avrebbe dovuto fare, facendo lavorare il processore in modalità di risparmio energetico con alimentazione collegata e a pieno regime quando il portatile funzionava a batteria.


In GnuTLS c’è un baco o una backdoor per Linux?

Roma – Dopo il caso della cosiddetta vulnerabilità “gotofail” dei software Apple, una nuova falla individuata in una popolare libreria di sicurezza open source solleva polemiche a alimenta ancora una volta il sospetto che ha monopolizzato la scena della sicurezza informatica nell’era post-Datagate: è un semplice baco o è una backdoor utile per lo spionaggio della NSA?

Svelata da un advisory RedHat, la falla è presente nella libreria GnuTLS e riguarda la gestione incorretta di certi operazioni durante il processo di verifica dei certificati di sicurezza X.509 (alla base dei protocolli TLS e SSL), processi che sotto certe condizioni potrebbe portare all’accettazione di un certificato come valido anche nel caso in cui sarebbe dovuto avvenire il contrario. Le conseguenze della falla sono presto dette: un malintenzionato o una “gang” di cyber-criminali potrebbe auto-firmarsi un certificato fasullo, sfruttando poi il baco per autenticarsi come attore sicuro senza la necessità di ricorrere a una CA (Certificate Authority) valida e compromettendo la sicurezza delle comunicazioni veicolate su protocollo SSL/TLS.

Si tratta in sostanza di un problema molto simile a quello emerso nei giorni scorsi per i software Apple, e le conseguenze in questo caso sono persino più gravi visto l’alto numero di software che si affida a GnuTLS: persino gli aggiornamenti distribuiti tramite apt-getpotrebbero essere vulnerabili. Le ramificazioni di questa scoperta sono molteplici, e occorrerà del tempo per stabilire con esattezza quale sia la portata: in taluni casi altre forme di protezione, come la verifica della cifratura di un pacchetto, potrebbero mitigare il rischio, ma in generale si tratta di una questione di livello critico che andrà sanata al più presto.Il baco sarebbe in circolazione dal 2005, dicono le prime analisi, con tanti saluti alla presunta sicurezza “superiore” del codice open source: l’errore di programmazione è molto simile a quello presente nel codice Apple, solo un po’ meno evidente, ma il risultato è pressoché identico. La patch a ogni modo è già disponibile sia per la distro Linux Red Hat che per GnuTLS.


PROFESSIONISTI LINUX: I PIÙ RICERCATI

La Linux Foundation,  un’organizzazione non-profit che sostiene lo sviluppo del kernel Linux,ha recentemente rilasciato un Report secondo il quale chi è capace di utilizzare il software open source abbia più prospettive di lavoro.

Risultano molte infatti le imprese (sopratutto straniere) che sono costantemente alla ricerca di esperti Linux. Questo perchè la diffusione del software open source è in continua crescita nell’ultimo periodo sia a causa della crisi economica che per la cessazione del supporto diWindows XP a partire da Aprile 2014.

Secondo il report infatti, più del 90% dei responsabili del personale intervistati ha indicato di voler assumere professionisti Linux nei prossimi mesi. Le maggiori richieste arrivano per amministratori di sistema (58%) seguite dagli sviluppatori di applicazioni (45%) e da ingegneri di sistema/architetturali (45%).

Si osserva infine che, sempre secondo il rapporto, i professionisti Linux siano anche quelli con salari superiori alla media, con tanto di bonus medi superiori ai 10mila dollari.


MEIZU MX3 E BQ AQUARIS CON UBUNTU LINUX. VIDEO HANDS-ON

Ne avevamo parlato la settimana scorsa, prima dell’inizio del MWC 2014: i primi terminali conUbuntu Linux saranno lanciati sul mercato entro il 2014. Meizu e BQ sono i produttori (per ora gli unici) che hanno creduto nel progetto di Canonical, lanciando due terminali con questa distribuzione, gli stessi presentati in anteprima alla fiera catalana questa settimana.

Meizu MX3

BQ Aquaris

Meizu MX3 è uno smartphone da 5.1 pollici in commercio con Android, ma che presto sarà disponibile in una versione con Ubuntu. Il telefono è dotato di una CPU Samsung Exynos 5410 Octa, 2GB di RAM, 16GB di storage, fotocamera da 8 megapixel e display da 1800 x 1080 pixel. Qui sotto, trovate un video hands-on sul Meizu MX3 con Ubuntu ed un confronto con il modello Android-based.

BQ Aquaris, invece, è dotato di un display da 4.5 pollici, processore MediaTek quad-core da 1.2GHz (ARM Cortex A7), probabilmente abbinato a 1GB di RAM e 16GB di storage. Purtroppo l’unità demo di BQ in esposizione al MWC era un prototipo non funzionante, ma lo smartphone ha un design molto semplice ed essenziale, con angoli arrotondati e bordi piatti.

fonte http://notebookitalia.it/meizu-mx3-bq-aquaris-ubuntu-linux-video-19167


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