Mese: Luglio 2014

Oracle Linux 7 fa il suo debutto

Oracle Linux 7 si fonda sulla recente rinnovata distribuzione Red Hat Enterprise Liniux 7: analogie e differenze

Il lancio di Oracle Linux 7 permette agli utenti di disporre di una distribuzione di Linux di livello enterprise . Oracle Linux 7 si fonda sulla recente rinnovata distribuzione Red Hat Enterprise Linux 7. Proprio da RHEL 7 Oralce Linux eredita molte delle nuove funzionalità , anche se non si tratta di un clone puro e semplice. Una delle principali nuove caratteristiche di RHEL 7 è l’utilzzo di default del formato file XFS , che permette al file system di scalare fino a 500 Terabyte. Anche Oracle Linux 7 supporta XFS, ma Oracle integra i supporto del file system Btrfs. Btrfs è un file system Linux che ha avuto le sue origini in Oracle.

Con RHEL l’unico hypervisor supportato per la virtualizzazione è Kernel-mode Virtual Machine (KVM) . Red Hat ha lasciato cadere il supporto dell’hypervisor open source Xen con la versione 6 di RHEL apparsa a fine 2010. Invece Oracle Linux 7 mantiene il supporto per Xen che è la piattaforma tecnologica di virtualizzazione primaria per Oracle. Oracle Linux 7 prevede anche il supporto di Linux Containers (LXC) oltre che quello per il progetto open source di container che prende il nome di Docker e ha al suo fondamento LXC.

differenze di costo Oracle prevede il pagamento a parte del supporto. Ma un versione piena compilata di Oracle Linux 7 è disponibile per chiunque per un uso a suo piacimento e non richiede esborsi a favore di Oracle. RHEL è una distribuzione di Linux per le aziende con pieno supporto. D’altra parte Oracle Linux non è l’unica distribuzione del sistema operativo che si basa su RHEL 7 .

Anche la versione del comunitario CentOS che ha debuttato agli inizi di luglio si basa su RHEL 7. D’altra parte Oracle Linux e CentOS seguono strade separate, anzi di solito gli aggiornamenti di Oracle escono prima di quelli di CentOS , anche se non è stato questo il caso con la versione 7. Non c’è scontro sulla gratuità del software . Infatti Oracle Linux ad esempio nel caso di un’organizzazione che possiede mille server , ma necessita del supporto solo per un centinaio ,paga solo per quel centinaio. Gli altri 900 possono utilizzare il medesimo codice di Oracle Linux senza pagare il supprto a Oracle.

L’ingresso di Oracle nella distribuzione Linux risale al 2006. Oracle Linux ora è al centro dei sistemi ingegnerizzati della classe Exa che guidano la formazione di punta dell’hardware server della società. Il più recente annuncio è la database machine Exadata X4-8. Secono dati comunicati da Oracle sono oltre 12 mila i clienti che usufruiscono del supporto di Oracle Linux oltra a quelli che fanno uso dei sistemi e ingegnerizzati.


GOG aggiunge i primi titoli per Linux: Don’t Starve, Duke Nukem 3D, MouseCraft ed altri

Il sistema operativo open source, parliamo di Linux, vedrà l’anticipazione dell’arrivo di videogames sulla sua piattaforma. GOG, nel mese di marzo, aveva annunciato la direttiva di portare 100 giochi su Linux, per quest’autunno. 50 sono già disponibili, volete dare un’occhiata?

“Abbiamo speso molto tempo e fatica in questo progetto e mentre vi scriviamo, abbiamo oltre 50 titoli all’attivo: classici e nuovi, pronti per la distribuzione. L’infrastruttura del sito è già pronta, il team di supporto è già presente, per cui non vediamo il motivo di aspettare fino a ottobre/novembre”, viene spiegato dal blog ufficiale. “Abbiamo ancora in mente la meta dei 100 giochi, ma abbiamo voluto anticipare a 50 per non ritardare ulterioramente il lancio”.

Tra i titoli vi segnaliamo Don’t Starve (con DLC), Duke Nukem 3D: Atomic Edition e MouseCraft.

Vi lasciamo alla lista completa dei videogiochi disponibili.

Via GamesIndustry.


Linux anche per l’infotainment nelle automobili

GNU/Linux è pronto ad abbracciare la rivoluzione dei sistemi operativi sulle automobili. Questo dovrebbe permetter un contenimento dei costi e un elevato livello di personalizzazione. Infatti, attualmente, la maggior parte delle soluzioni software disponibili sul mercato risultano essere proprietarie, con elevati costi di licenza e senza la possibilità di avere accesso al codice sorgente per effettuare delle modifiche in base alle proprie esigenze.

Le industrie automobilistiche sarebbero dunque alla ricerca di una soluzione open source per i propri sistemi embedded. Ovviamente, Linux ha incominciato ad attirare l’attenzione dei produttori da qualche anno a questa parte. In particolare, già nel 2014 la Kia Soul e la Lexus IS hanno utilizzato una soluzione Linux-based.

L’attenzione dei vari produttori potrebbe quindi spostarsi da costose soluzioni proprietarie ad alternative open source Linux-based che possano contendere il terreno di conquista anche alle soluzioni già ideate da Google e Apple.

fonte http://www.oneopensource.it/


Linux 3.17: fix per la gestione energetica in arrivo

La stable release del kernel Linux 3.16 non è ancora stata rilasciata, ma i developer stanno già iniziando a lavorare sulla release 3.17.

In particolare, lo sviluppatore Bjorn Helgaas, colui che si occupa della manutenzione del codice inerente alle periferiche PCI, ha inviato delle patch per risolvere il problema delle configurazioni ASPM (Active State Power Management) in modo da porre fine agli eccessivi consumi energetici che si hanno su Linuxcon alcune periferiche PCI.

Oltre a questo, il developer ha inviato anche delle patch per risolvere alcuni bug con i sistemi EFI. Bjorn Helgaas spera di inviare molte altre patch prima del rilascio del kernel Linux 3.17, dunque ci aspettiamo notevoli miglioramenti per questa release. Sopratutto dal punto di vista dei consumi energetici.

Non vediamo l’ora di poter testare con mano queste nuove patch, quindi speriamo che ottengano il merge il prima possibile. Le prime distribuzioni che riceveranno questa release del kernel Linux dovrebbero essere Arch Linux e Gentoo.

fonte http://www.oneopensource.it/


Linux, Canonical canta vittoria a Monaco

L’azienda annuncia al mondo che il merito di aver garantito milioni di euro di risparmi alla capitale della Baviera è tutto di Ubuntu. Il progetto di conversione è durato 10 anni
Roma – Che l’operazione di conversione della rete civica di Monaco di Baviera a Linux fosse stato un successo è una notizia della fine del 2013: ma ora Canonical ci tiene a chiarire il proprio ruolo e quello della distribuzione Ubuntu nel cammino (invero periglioso) che ha condotto la municipalità alla conversione completa al software libero, dal sistema operativo ai formati documentali. Un progetto che è valso milioni di euro di risparmi, ma che soprattutto ha dimostrato la fattibilità di tale tipo di operazione.

Il cammino di Linux in Baviera è iniziato addirittura nel 2003: all’epoca erano i server, su cui girava l’ormai datato Windows NT, ad avere bisogno di nuova linfa, ma col passare degli anni e con il crescere delle esigenze di ammodernamento si è fatta strada la possibilità di un migrazione pressoché totale all’open source. Inizialmente, come ricorda Canonical, era stata Debian la prescelta per avviare cambiamento: i tempi lunghi di aggiornamento di quella che è a tutti gli effetti una distribuzione da professionisti, più che da utenti finali, hanno poi convinto i manager IT di Monaco a riconsiderare il software da utilizzare.

E così nel 2009 Ubuntu ha fatto il suo debutto nell’infrastruttura di Monaco: stando a Canonical, il successo del programma LiMux è legato proprio alla svolta introdotta dalla propria distribuzione che negli anni ha permesso di completare la conversione di 12mila PC al nuovo sistema operativo (nel frattempo saliti a 14mila), e un risparmio stimabile attorno a 11 milioni a fronte di un costo complessivo di circa 23 milioni di euro. Effettuare lo stesso tipo di aggiornamento dell’infrastruttura passando, ad esempio, a Windows 7 sarebbe costato non meno di 34 milioni secondo le cifre di Canonical.

Ubuntu spera naturalmente di fare di Monaco un “caso di successo” per promuovere il proprio prodotto tra i cosiddetti decision maker: la torta della Pubblica Amministrazione è molto attraente e appetitosa, non a caso c’è stata una certa polemica negli scorsi anni tra Microsoft e la stessa Municipalità della Baviera riguardo le cifre in ballo e gli effettivi risparmi che questo tipo di conversione è in grado di garantire. Il fatto stesso che altre nazioni e altri enti pubblici, dalla Spagna alla Francia, stiano valutando progetti simili o li abbiano già avviati è comunque già il segno che questo tipo di possibilità è tenuta in conto in alcuni ambiti del mercato: non che questo significhi molto per le sorti di Linux sui desktop consumer, ma è comunque un settore piuttosto significativo dove il software open source (o meglio ancora FOSS) potrà dire molto nei prossimi anni.

fonte: punto-informatico.it


tim: appare sconosciuto, “bug”

Dalla scorsa settimana abbiamo riscontrato dei problemi, sulla linea tim. In pratica quando si chiama una persona, sull’interlocutore appare sconosciuto e quindi non si può sapere chi è il chiamante, questo è un grave problema da parte della tim poiché crea molti disaggi, spero che siano problemi temporanei. Quando il chiamante chiama dal suo telefono mobile a un telofono fisso questo “bug” scompare cosi come accade anche su gli altri operatori che non sono tim, poiché il numero viene visualizzato correttamente dall’interlocutore. Quindi possiamo dedurre che questo bug sia presente solo sugli operatori TIM.

Fateci sapere se succede anche a voi qui nei commenti.


NSA contro gli estremisti di Linux

TOR, Tails e il Pinguino sono software sospetti. Chi cerca informazioni o, peggio, li utilizza è un soggetto pericoloso da tracciare. Le informazioni sono contenute nell’ennesimo leak, ma l’autore della rivelazione pare non essere Edward Snowden.

Roma – Non bastassero le rivelazioni di Edward Snowden sulle attività di spionaggio digitale della NSA, ora ci si mette anche un secondo, ignoto leaker a pubblicare documenti riservati sulle capacità e il modus operandi dell’intelligence statunitense. Una intelligence che a quanto pare prende di mira chiunque provi a informarsi sulle tecnologie di sicurezza rese popolari dal Datagate e dal dibattito che ne è seguito.

Le ultime spifferate sulla NSA arrivano dalle fonti tedesche di Tagesschau e riguardano le regole seguite dall’agenzia per il suo programma di “deep packet inspection” con il tool XKeyscore: il codice svelato dal sito teutonico definisce senza mezzi termini “estremisti” coloro che cercano informazioni e articoli in rete su TAILS, il sistema operativo sicuro (basato su Linux) usato da Edward Snownden, la rete anonimizzatrice di TOR (The Onion Router) e gli utenti stessi del già citato TOR.

Anche leggere un magazine online dedicato a Linux equivale a finire nella blacklist della NSA, dice il codice, e a quel punto l’utente si trasforma in un “obiettivo” su cui l’intelligence raccoglie informazioni, dati e metadati in maniera sistematica, archiviandoli per sempre e senza possibilità di eliminazione come invece dovrebbe capitare – secondo quanto sostiene la stessa NSA – con i dati riferibili al resto dei netizen.

La pubblicazione delle regole seguite da XKeyscore contribuisce ovviamente ad alimentare ancora le polemiche e il dibattito sul Datagate, uno scandalo che assume contorni sempre più inquietanti e difficili da interpretare. Per la Electronic Frontier Foundation si tratta dell’ennesima violazione, da parte della NSA, di un diritto fondamentale come la privacy online, fermo restando che usare Tor è sicuro e più utenti ne fanno uso più la sicurezza complessiva del network se ne avvantaggia.

Un altro aspetto inquietante, questa volta per la stessa NSA, è l’esistenza di una nuova fonte di documenti riservati oltre al già noto Edward Snowden: chi ha accesso al cartiglio di segreti a disposizione di Snowden dice di non aver mai visto il codice di XKeyscore reso pubblico nei giorni scorsi, quindi l’agenzia statunitense dovrà ora fare i conti con una nuova “talpa” dall’identità anonima e potenzialmente pericolosa tanto quanto l’ex-analista della CIA in esilio in Russia.

fonte: http://punto-informatico.it


QSHUTDOWN SPEGNARE O SOSPENDERE IL NOSTRO PC AD UN PRECISO ORARIO

qshutdown è un’utile software per Linux che ci consente di spegnere automaticamente il nostro personal computer ad un’orario prestabilito.
qshutdown in Ubuntu
Può capitare di dover aspettare di spegnare il pc perché deve ad esempio termine un’aggiornamento, download ecc. Se non vogliamo stare davanti al pc ad aspettare che che termini un progetto possiamo utilizzare uno dei tanti software per accedere da remoto oppure possiamo utilizzare qshutdown.
qshutdown è un’utile software open source per Linux che ci consente dispegnere, riavviare, sospendere o ibernare il nostro personal computer automaticamente ad un’orario prestabilito. Tutto questo è possibile grazie ad una semplice interfaccia grafica Qt nella quale possiamo impostare una data ed ora precisa oppure possiamo avviare un conto alla rovescia che al termine spegnerà, sospenderà ecc il nostro pc.

Lo sviluppo di qshutdown ha portato notevoli migliorie e correzioni di bug, esempio troviamo il supporto per le notifiche di sistema che ci consente di ricevere notifiche prima dello spegnimento / sospensione / riavvio / ibernazione del sistema, possiamo operare in alcune funzionalità attraverso scorciatoie da tastiera e la possibilità di utilizzare comandi dedicati per effettuare i vari metodi di shutdown/reboot/suspend/hibernate.

qshutdown ci consente di poter gestire i vari processi ad esempio utilizzando Gnome-session-manager o KDE-session-manager oppure attraverso HAL, DeviceKit, Systemd oppure attraverso il classico sudo shutdown -P now ecc.

qshutdown - preferenze

– INSTALLARE QSHUTDOWN

qshutdown è disponibile nei repository ufficiali di Debian, Ubuntu e derivate basta digitare da terminale:

sudo apt-get install qshutdown

e conferiamo.

Per Ubuntu 14.04 Trusty e derivate è disponibile anche la nuova versione 1.6.8che possiamo installare scaricando il pacchetto deb disponibile in questa pagina.

Per rimuovere qshutdown basta digitare da terminale:

sudo apt-get remove qshutdown

e confermiamo.


Linus Torvalds sviluppa camminando: il suo ufficio fra disordine e tapis roulant

“Non uso più la mia vecchia scrivania perché è piena di robaccia”, così esordisce Linus Torvaldsintroducendoci all’interno del suo ambiente domestico lavorativo, in cui sviluppa, manda e-mail e svolge le attività che lo hanno reso estremamente celebre nella comunità open-source in qualità di creatore dell’ambiente Linux.

Linus Torvalds, ufficio

Ad aver soppiantato del tutto la vecchia postazione ne troviamo una particolarmente originale che va a sopperire ad alcune esigenze del programmatore medio, che vive solitamente grossa parte del suo orario di lavoro in maniera sedentaria. L’attenzione va sin da subito al tapis roulant, che giace sotto ad una scrivania rialzata contenente un sistema desktop. Il programmatore finlandese svolge spesso le sue attività camminando.

A spiccare nell’ambiente troviamo una stampante 3D di MakerBot, uno fra i pochi oggetti decifrabili sulla “vecchia scrivania”. Qui troviamo telefoni, un router, alcuni drive di storage, alimentatori e probabilmente centinaia di metri di cavi: “Non sono molto sentimentale con la tecnologia, preferisco di gran lunga giocare con le cose nuove”, sono le parole di Torvalds nella registrazione.

Nel video pubblicato all’interno del canale YouTube TheLinuxFoundation, il papà di Linux ci racconta anche alcune sue abitudini. Come molti informatici, Torvalds preferisce sviluppare durante le ore notturne, cosa non più possibile dalla nascita dei figli, che naturalmente devono essere accompagnati a scuola la mattina.

Nella stanza non mancano i riferimenti al mondo di Linux, con una serie di pinguini peluche, e troviamo anche alcune attrezzature da sub ed una spada, che il papà di Linux sfodera orgogliosamente, ma non minacciosamente, alla fine del video.

Fonte  http://www.hwupgrade.it/


Linux 3.16-rc6 disponibile per il download

linux

Malgrado il caldo estivo i developer del kernel Linux stanno continuando il loro instancabile lavoro sul codice, in modo da rilasciare presto la nuova stable release. In questi giorni Linus Torvalds, usando i suoi soliti toni scherzosi, ha pubblicato l’annuncio nella mail list del rilascio della nuova release candidate del kernel.

Linux 3.16-rc6 è una delle release che precedono di poco la versione stabile e porta con sé diversi bugfix che stabilizzano il codice e che correggono vari problemi che devono essere risolti prima dell’arrivo nel ramo stabile. Il kernel Linux 3.16 sarà probabilmente quello che troveremo su Ubuntu 14.10.

Come sempre ad ogni nuova stable release del kernel Linux gli utenti delle distribuzioni ricevono un aumento del bacino di hardware supportato e un boost delle performance non di poco conto.

fonte:http://www.oneopensource.it


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