Mese: Agosto 2014

JOOMLA! IN LINUX, WINDOWS E MAC GRAZIE A BITNAMI

n questa guida vedremo come installare facilmente Joomla! in qualsiasi distribuzione Linux, Microsoft Windows e Apple Mac grazie all’installer Bitnami.

 

Joomla in Ubuntu
Joomla! è un sistema di gestione dei contenuti (CMS) open source che ci consente di creare facilmente siti web, blog ecc. Scritto in PHP, Joomla! è attualmente uno dei CMS trai più conosciuti ed utilizzati, vista l’affidabilità e soprattutto le tante funzionalità e personalizzazioni disponibili. Simile a WordPress, per poter utilizzare Joomla! dovremo caricarlo all’interno di web server, se non abbiamo un server possiamo acquistare un servizio Hosting Linux con già caricata la piattaforma o script per installarla facilmente. Possiamo inoltre installare Joomla! nel nostro personal computer Linux, Windows e MAC in maniera tale da poter utilizzare la piattaforma CMS open source anche offline.


Installare Joomla! su pc ci consente di testare ad esempio nuovi temi, plugin, estensioni, ecc senza dover operare direttamente nel sito principale, oltre a poter imparare ad utilizzare al meglio la piattaforma.

Possiamo installare facilmente Joomla! (anche da parte di utenti inesperti) in Linux, Windows e Mac grazie all’installer sviluppato dal team Bitnami. Con pochi click l’installer Joomla! di Bitnami installerà e configurerà automaticamente nel nostro pc Apache, MySQL, PHP, phpMyAdmin oltre alla piattaforma CMS pronta da essere avviata dal nostro browser preferito.

L’installer Bitnami per Joomla! è disponibile per Linux, Microsoft Windows e Macda questa pagina, per Linux una volta terminato il download basta spostare il file run nella home e digitare da terminale:

chmod +x bitnami-joomla-*.run
sudo ./bitnami-joomla-*.run

si aprirà una finestra di dialogo con un wizard per l’installazione di Joomla! sul nostro pc (come da immagine in basso).

Joomla installer Bitnami

Nel wizard per installare Joomla! su pc dovremo indicare la directory dove installare la piattaforma e i dati d’accesso, una volta inserito il tutto verrà completata l’installazione.
Al termine dell’installazione dovrebbe partire automaticamente “Bitnami Joomla! Multisite Stack” che ci consentirà di avviare il server Apache, MySQL ecc per poi accedere a Joomla! dal nostro browser.

Joomla Bitnami Control Center

Se non parte basta avviare il terminale e digitare:

cd /opt/joomla-*/
sudo chmod +x ctlscript.sh
sudo sh ctlscript.sh start

una volta avviato potremo chiudere il terminale.

A questo punto potremo accedere a Joomla! avviando il nostro browser preferito e collegandoci all’indirizzo: http://127.0.0.1/joomla/administrator/ inseriamo i dati d’accesso creati al momento dell’installazione ed ecco il nostro CMS open.

Per avere Joomla! in italiano basta andare in Extensions -> Language Manager e clicchiamo sul pulsante Install Language selezioniamo la lingua italiana e clicchiamo su Install (se viene segnalato errore non importa).
Non ci resta che andare ancora in Extensions -> Language Manager e in “Installed Administrator” e “Installed Site” clicchiamo sulla stella di predefinito, ed ecco Joomla! in Italiano 😀

via http://www.lffl.org/

GITHUB, SEAGATE, WESTERN DIGITAL DIVENTANO MEMBRI DELLA LINUX FOUNDATION

Continuano ad aumentare le aziende che supportano la Fondazione Linux, tra queste anche Seagate, Western Digital e Adapteva.

 

Linux Foundation
Linux Foundation è un’organizzazione non-profit nata principalmente per supportare lo sviluppo del Kernel Linux e i progetti correlati. In questi anni abbiamo segnalato moltissime aziende che hanno deciso di supportare lo sviluppo del Kernel Linux diventando membri della Linux Foundation. Tra le aziende più conosciute che supportano la Linux Foundationtroviamo HP, Samsung, Oracle, Intel, IBM, Fujitsu, NEC, Cisco, Red Hat, Google, Toyota, AMD, Nvidia, Canonical, Sony, Twitter, Yahoo!, Toshiba, Panasonic e da pochi giorni anche GitHub, Seagate e Western Digital.


Ad annunciarlo è proprio la Linux Foundation con un post dedicato nel sito ufficiale indicando come queste nuove aziende hanno deciso di voler puntare su Linux contribuendo economicamente nello sviluppo del Kernel Linux.Tra le nuove aziende troviamo GitHub è un portale di “social-code” che include strumenti per la creazione e mantenimento di nuovi progetti open source. Chris Kelly, Developer Evangelist di GitHub ha durante nomina del servizio come membro della Linux Foundation ha indicato:

via http://www.lffl.org/

Console Alpha di Alienware porterà Steam al tuo salotto questo novembre

Se hai voglia di ottenere i giochi Steam nel tuo salotto – e non volete aspettare per  OS ufficiale di Valve Steam – Alienware è ora pronto a prendere i vostri soldi. Gli acquirenti interessati possono ora pre-ordinare la  console Alienware Alpha , che parte da 549 dollari. Che farò avere un processore Intel Core i3, 4GB di RAM, 500GB di spazio di archiviazione, e una scheda grafica basata su Nvidia personalizzato con 2GB di memoria dedicata. Alienware vende anche una serie di altre configurazioni con più memoria, spazio su disco rigido, e processori più veloci.

La cosa più notevole di Alpha, però, è ciò che non è incluso – invece di usare OS basato su Linux Steam di Valve e  il regolatore di vapore , l’Alpha è essenzialmente uno standard di Windows 8.1 PC. Dopo Valve ha annunciato che avrebbe  ritardare il sistema operativo Steam e il controller al 2015 , Alienware ha deciso di  progettare la propria interfaccia utente su Windows , piuttosto che ritardare la sua console. L’obiettivo di tale interfaccia personalizzata è quello di fornire agli utenti un modo per entrare a destra in modalità “grande quadro” di Steam, senza dover pasticciare in Windows o utilizzare una tastiera e un mouse.

Torna all’E3 quando Alienware ha annunciato il suo nuovo piano, la società non era pronta a mostrare la sua nuova interfaccia – ma di andare avanti con il pre-ordine, stiamo finalmente vedendo come gli utenti interagiranno con l’Alfa quando si avviano in su . Al momento del lancio, l’interfaccia di Alienware prende il sopravvento la macchina e chiede agli utenti se vogliono lanciarsi in modalità “Windows” o “modalità console.” Come ci si potrebbe aspettare, stivali modalità di Windows il computer come un desktop standard di Windows – ma Alienware permette solo che ciò accada se si dispone di un mouse collegato alla macchina.

Alienware Alpha UI 1

Alienware spera e si aspetta che la maggior parte delle persone usa il controller wireless Xbox 360 incluso (il controller di Xbox One dovrebbe essere sostenuto da lancio) e avviare la Alpha in modalità console. Da qui, potrete continuare a muoversi attraverso il processo di installazione in una interfaccia utente che è semplice, lineare, ma comunque inconfondibilmente Alienware.Gli utenti potranno collegare a una rete cablata o wireless, regolare la risoluzione dello schermo e le impostazioni audio, installare l’inevitabile giorno un cerotto, e alla fine arrivare alla schermata principale Alpha. Si presenta agli utenti con tre semplici opzioni: potere, impostazioni e lancia a vapore.

Alienware Alpha UI 2

Alla fine della giornata, nuova interfaccia utente di Alienware è un importante ma alla fine minore pezzo del puzzle – la maggior parte degli utenti semplicemente accendere la scatola, cliccate tramite Steam quadro, e iniziare a giocare. E ‘un elemento intelligente e necessario in modo che gli utenti possono interagire con l’Alfa senza ricorrere all’utilizzo di Windows, rendendo così la scatola più come una vera console e meno come un altro soggiorno PC.

Per quanto riguarda in realtà i giochi, Alienware si affretta a notare che, mentre l’Alfa non è una macchina top-of-the-line come configurato al punto di prezzo di entrata 549 dollari, la società ritiene che esso dovrebbe funzionare praticamente qualsiasi gioco là fuori, almeno su impostazioni grafiche medie.Nella maggior parte dei casi sarà in grado di gestire più, ma la società si è affrettato ad ammettere che non stava cercando di raggiungere i giocatori bleeding-edge costruzione di 2.000 dollari macchine per giocare – sta cercando di portare Steam in salotto in modo che è simile ai giochi su Xbox One o PlayStation 4.

Alienware Alpha UI 3

Se o non ibrido vapore strategia / Windows di Alienware vincerà su quelli che possono essere stati in attesa di rilascio ufficiale del sistema operativo Steam di Valve resta da vedere, ma la società osserva che le console Alpha possono essere facilmente aggiornati per funzionare OS Steam e sostenere il controller di vapore quando finalmente lanciare. Finché ciò non accadrà, che la soluzione ibrida dovrà bastare, ed è difficile dire ancora che tipo di pubblico Alpha troverà. Ne sapremo di più in autunno – il Alienware Alpha si dovrebbero iniziare a coloro che pre-ordinare questo novembre.

 


MONACO SMENTISCE IL RITORNO A WINDOWS, IL COMUNE RIMANE FEDELE A LINUX

Stefan Hauf portavoce del comune di Monaco di Baviera ha smentito il ritorno in Windows, i pc del comune rimarranno (per ora) con Linux e software open source.
Linux a Monaco di Baviera
Hanno fatto molto discutere le notizie riguardanti il comune di Monaco di Baviera e l‘idea di tornare a Windows per risolvere alcuni problemi riscontrati in questi anni con Linux.
Le dichiarazioni rilasciato dal vicesindaco Josef Schmid al portale Suddeutsche Zeitung indicavano alcuni problemi con Linux che riguardano però un sistema operativo ormai obsoletoossia l’attuale versione 4.x di LiMux basato ancora su Ubuntu 10.04 Lucid. A quanto pare il comune di Monaco di Baviera non abbandonerà Linux e il software libero, sistema che in questi anni ha fatto risparmiare diversi milioni di euro oltre a fornire un’infrastruttura più stabile, sicura ed affidabile.
A confermalo è Stefan Hauf, portavoce del comune di Monaco di Baviera al portale techrepublic indicando il recente insediamento del nuovo sindaco il quale ha chiesto una verifica dell’intero reparto IT nella quale sono emersi alcuni problemi riguardanti con Linux che saranno comunque in gran parte risolti con l’arrivo della nuova versione numero 5 di LiMux basata su Kubuntu 14.04 Trusty LTS.

Il report riguardante il comparto IT del comune di Monaco di Baviera prenderà in esame anche Windows, Mac e software proprietari in maniera tale da fornire la migliore soluzione da adottare nei prossimi anni (garantendo affidabilità, funzionalità e costi accettabili).

Il Comune di Monaco per ora rimarrà con Linux, nei prossimi anni logicamente se Microsoft (azienda che ha recentemente aperto una nuova sede proprio a Monaco) regalerà licenze di Windows e Office all’amministrazione comunale e supporto gratutito, Linux potrebbe ben presto abbandonato (è un’ipotesi nella di confermato).

 


DayZ: possibile porting per Linux in arrivo

dayz

Con il futuro arrivo di DayZ su PS4 i developer del gioco si stanno sporcando le mani con le OpenGL in modo da poter realizzare il porting per la console nexgen di Sony. Vi ricordiamo che il sistema operativo della PS4 è basato su FreeBSDdunque la realizzazione di un ipotetico porting per Linux non sarebbe tanto difficile.

Alcuni utenti di Reddit probabilmente la pensano come noi e dunque hanno chiesto ad uno dei principali developer di DayZ, Dean Hall, se per caso c’è in cantiere una release per Linux. La risposta purtroppo è stata negativa ma il developer Dean Hall si è dichiarato molto interessato ad un possibile porting per il sistema operativo del pinguino.

DayZ è un titolo che ha una storia molto complessa, nato come una semplice mod di Arma 2 è presto diventato un gioco indipendente che però soffre ancora di diversi problemi di sviluppo. Il porting su PS4 ci fa sperare in un aumento nella qualità del gioco che è stato uno dei primi a seguire la moda dei survival horror

via http://www.oneopensource.it/


Monaco fa marcia indietro su Linux? No, non proprio

La città della Baviera avvia uno studio interno per valutare quale sia la migliore soluzione per la propria infrastruttura IT. Un lavoro analogo, nel 2000, aveva condotto alla scelta del Pinguino

Roma – Le notizie su un ritorno di Monaco a Windows sono decisamente premature: a chiarirlo è il portavoce della municipalità, Stefan Hauf, intervenuto per arrestare una rombante marea di articoli che sostenevano l’imminente capovolgimento di fronte in Baviera con il ritorno in auge delle finestre di Microsoft. Monaco non abbandona il progetto Limuxconclusosi ufficialmente a fine 2013 e che ha garantito risparmi nell’ordine dei milioni di euro, ma affronta seriamente il discorso su come far evolvere la propria infrastruttura informatica nei prossimi anni: nessuna possibilità è esclusa a priori.

Negli ultimi giorni le notizie su un possibile ripensamento da parte dell’amministrazione locale bavarese si erano fatte insistenti: a Monaco si è da poco insediato un nuovo sindaco, dopo una sofferta negoziazione seguente le elezioni alla ricerca di accordi politici necessari a formare una giunta, e quest’ultimo ha richiesto al reparto IT interno una verifica e uno studio sullo stato e le prospettive della rete informatica dell’amministrazione. “Il nuovo sindaco ha chiesto di fornire informazioni così da poter prendere una decisione e formulare una proposta al consiglio comunale per come procedere in futuro – ha spiegato Hauf – Non si tratta solo di Limux, ma di tutto il reparto IT. Si parla di organizzazione, di costi, di performance e di usabilità e soddisfazione degli utenti”.

Lo studio prenderà quindi in considerazione tutte le opportunità in circolazione, free software o software proprietario, Linux, Windows e probabilmente anche Mac OS, e tenterà di fornire una risposta esauriente su quale sia la migliore soluzione da adottare nei prossimi anni per garantire al contempo costi accettabili e funzionalità adeguate: questo potrebbe significare abbandonare la versione personalizzata di Ubuntu con installato LibreOffice attualmente in uso, magari a favore di Windows e Office, ma potrebbe anche significare che Monaco insisterà e persisterà nella sua scelta di software libero negli anni a venire. Da uno studio simile, nel 2000, era venuta fuori la decisione di passare a Linux: non è dunque improbabile che le stesse considerazioni e argomentazioni di allora valgano anche oggi. Nel 2000 il vero problema da affrontare, e che portò alla decisione di creare Limux, non erano i costi o l’esperienza d’uso: c’era in ballo l’interoperabilità e l’indipendenza da qualsiasi lock-in, da cui la decisione di passare al Pinguino.Il caso è montato a causa delle dichiarazioni del neoeletto vicesindaco Josef Schmid alSuddeutsche Zeitung, che aveva parlato di “sofferenza” da parte dei dipendenti del comune per le condizioni in cui erano costretti a lavorare con Linux. I più maliziosi hanno legato questo nuovo orientamento alla decisione di Microsoft di spostare proprio a Monaco di Baviera il proprio quartier generale tedesco, con un importante investimento che si concluderà nel 2016: anche il nuovo sindaco si era espresso in altri contesti dichiarandosi un “fan Microsoft”, e storicamente l’azienda di Redmond ha sempre contestato le cifrerelative ai costi e ai risparmi dichiarate dalle amministrazioni precedenti relative al progetto Limux.

fonte http://punto-informatico.it/

Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1 Internet

Se hai deciso di vendere online quei prodotti o servizi che finora hai potuto sponsorizzare solo localmente ma non sai da dove iniziare, se vuoi contenere le spese di consulenza che peserebbero troppo sui tuoi budget attuali ma non sai cosa scegliere, la combinazione di un CMS come Prestashop e di un hosting Linux appropriato come quello di 1&1 Internet potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza.

Scegliere Prestashop per il tuo primo e-commerce è una scelta sensata, in quanto il CMS è fra i migliori per il commercio elettronico ed è open source, caratteristica che ha permesso la crescita di una folta community a sostegno degli utenti nell’affrontare i piccoli problemi d’uso quotidiani; è sicuro, è leggero e molto intuitivo, a tal punto da non richiedere grandi conoscenze informatiche ed è pronto all’uso in quanto hai a disposizione oltre 310 funzioni a portata di clic.  Una volta installato, dovrai semplicemente occuparti del tuo negozio e dei tuoi prodotti, che potrai sponsorizzare in oltre 56 lingue.

Forse lo scoglio più grande che devi affrontare è la scelta dell’hosting Linux a cui affidarti e la successiva installazione di Prestashop.

In realtà, anche questa difficoltà è un semplice retaggio del passato, in quanto è sufficiente affidarti al giusto provider per trovare l’hosting migliore per partire con il tuo progetto e-commerce, il prezzo adatto alle tue tasche per sostenere le spese di avvio e la facilità di installazione di Prestashop, che può essere conclusa in pochi clic.

Non ci credi? Guarda cosa abbiamo scoperto noi sbirciando fra le offerte di hosting Linux 1&1.

Fra i tanti provider che in Italia offrono soluzioni per portare online la tua attività di vendita, 1&1 ha pensato di rendere accessibile l’ingresso di chiunque voglia approdare alla compravendita Web con investimenti di startup accessibili e senza necessità di consulenze informatiche specifiche.

Il pacchetto hosting Linux offerto da 1&1 ha un costo promozionale di solo 1€ (IVA esclusa) che ti dà diritto a un anno di hosting completo per un sito Web di qualsiasi natura, anche quella di e-commerce.

Su questo servizio hosting puoi installare Prestashop e godere di un dominio incluso per permettere ai tuoi utenti di raggiungere il tuo catalogo prodotti, 100 GB di spazio Web dove memorizzare tutte le immagini e i video della merce che porrai in vendita, 20 DB MySQL a cui sarà dedicato 1 GB di RAM e 100 account email attivabili da 2 GB di spazio ciascuno per offrire ai tuoi clienti un indirizzo email per ogni esigenza.

Per chi ha maggiori conoscenze tecniche è utile sapere che a fronte di un requisito minimo di funzionamento di Prestashop di 64 MB (128 MB sono comunque quelli consigliati), 1&1 ne offre 10 volte tanto per garantire che il tuo e-commerce funzioni alla perfezione (0.6 GB), hai un volume di traffico illimitato, 100 sottodomini e due sistemi di protezione basati su antivirus e anti-spam/anti-phishingpronti a proteggere la tua attività da qualsiasi insidia della Rete.

Con solo 1€ per il primo anno, quindi, trovi un hosting perfetto per Prestashop, con prestazioni sufficienti ad accogliere il tuo primo catalogo e-commerce e pronto a supportare il traffico in crescita del tuo business.

Inoltre abbiamo notato che, se il nostro catalogo Prestashop dovesse diventare più importante in termini di ricchezza di prodotti pubblicizzati, o se il traffico e le transazioni dovessero diventare più cospicue, puoi passare a un piano hosting superiore senza perdere il lavoro effettuato fino a quel momento e semplicemente con un solo clic del mouse, richiedendo un upgrade che estenderà le caratteristiche del tuo hosting senza intaccare l’e-commerce già pubblicato.

Superato il primissimo passo di scelta dell’hosting, ancora c’è una difficoltà che devi valicare, quella relativa all’installazione dell’e-commerce Prestashop. Se la questione hosting sembrava complicata e sei riuscito a risolverla in pochi minuti, quella dell’installazione Prestashop la puoi risolvere in pochissimi clic.

1&1, infatti, ha pensato a un supporto specifico anche per chi si addentra oltre l’attivazione dell’hosting Linux e vuole installare un’applicazione come il CMS Prestashop in tutta tranquillità, quasi come se installasse una qualsiasi applicazione sul proprio computer Windows. Per questo, 1&1 integra nei suoi servizi hosting la piattaforma 1&1 Applicazioni Click & Build, che ti consente di installare in pochi clic qualsiasi applicazione pensata per lo sviluppo Web, come il tanto citato e-commerce Prestashop. Attraverso un Centro App, puoi scegliere quale CMS installare e procedere all’avvio dell’applicazione scelta attraverso pochi clic di mouse.

Proviamo insieme!

Una volta attivato il pacchetto hosting di cui ti abbiamo parlato, ricevi un’email con i dati di accesso alla tua Area Clienti 1&1. Collegati quindi al sito di 1&1, clicca su Accesso clienti in alto a destra e inserisci i tuoi dati di autenticazione. Ti troverai in una schermata generale da cui puoi compiere diverse operazioni.
Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1
Clicca sulla voce Hosting presente in alto alla pagina e nella nuova schermata clicca sul pulsante Vai al 1&1 Centro App.
Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1
Con un po’ di scrolling raggiungi i Download Principali e la sezione Più Popolari. Il terzo riquadro di entrambe le sezioni è Prestashop. Clicca sopra uno dei due riquadri e fai un clic del mouse sulla dicituraInstalla.
Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1
fonte: http://www.hostingtalk.it/


Linux in Comune: quello che non sappiamo

Ieri a seguito della pubblicazione dell’articolo Il Comune di Torino passa a Linux: addio Windows XP si è scatenato il putiferio. Più di 200 commenti online hanno confermato almeno due dettagli chiave. Il primo è che l’adozione di Linux negli enti pubblici è potenzialmente ben vista. Il secondo è che un’eventuale transizione di questo tipo è molto più complessa di quanto si possa supporre.

Un nostro lettore, Vittorio R. (nostra la scelta di omettere la sua identità, NdR.), Amministratore di Sistema di un Comune piemontese, ci ha scritto per fare chiarezza sull’argomento.

L’ammnistratore di sistema

Ecco la sua accorata lettera:

L’impulso di scriverle è nato dopo aver letto i commenti, supponenti e arroganti, di molti lettori riguardanti la pubblica amministrazione, il livello di competenza dei dipendenti pubblici e del livello di informatizzazione della macchina pubblica.

Quando ho letto l’articolo di Repubblica ho subito pensato “ancora con la storia del ‘cervellone’ – solito articolo scritto coi piedi”. Poi ho iniziato a pensare a cosa sta combinando il CSI Piemonte. Il Comune piemontese, per cui sono l’Amministratore di Sistema, è consorziato col CSI. Il CSI Piemonte è un consorzio creato nel 1977 dalla Regione Piemonte per le attività di informatizzazione e gestisce già, praticamente, i servizi informativi di Regione Piemonte e del Comune di Torino. Fornisce già, a tutti gli Enti del Territorio, molti servizi erogati via web dai due datacenter che hanno a Torino e Vercelli. Hanno anche una suite di applicativi cloud e iniziano a proporsi direttamente agli enti locali come erogatori di soluzioni cloud.

Dopo aver letto l’articolo ho subito pensato che ormai, avendo già in gestione molti servizi erogati via web (o terminal server) dai datacenter al Comune e Regione, passare i terminali degli uffici a Linux e LibreOffice era l’evoluzione naturale. Niente di stupefacente insomma.

Ma tutto questo ai molti lettori di Tom’s non è noto, ne è noto quanto complessa sia la gestione informatica di un Ente Pubblico che, per sua natura, ha compiti e strutture differenti da quelle di un’azienda che è orientata solo al business. L’unica idea comune è la totale “incompetenza” e “incapacità” del dipendente pubblico. Quanta gente è a conoscenza dell’esistenza di una legge quadro apposita, il cosiddetto CAD, sulle modalità di informatizzazione delle pubbliche amministrazioni, locali e centrali?

Senza poi contare i soliti ragionamenti da “cantinaro”: che fare se non funziona il pc, la scheda di rete.Non viene in mente a nessuno che esistono i servizi di assistenza in chiamata, a supporto di sistemi informativi interni? E che all’interno degli enti pubblici esistono figure e competenze apposite per gestire i sistemi informatici, sempre più complessi e con sempre meno mezzi e risorse a disposizione?

Mi scusi per lo sfogo. Le dico questo perché potrebbe essere un interessante spunto per una serie di articoli di approfondimento, l’esame della situazione dell’informatica della Pubblica Amministrazione e delle leggi connesse come il CAD, troppo spesso ignorate dalla gente. Il grosso problema dell’informatica nella PA è che queste leggi sono ignorate dal legislatore stesso che risulta essere incompetente su questioni tecniche e di buon senso (vedasi questione Franceschini e SIAE).

Vita dura

Un piccolo “esempio” delle contraddizioni della normativa è dato dalla fornitura del wifi pubblico che, nonostante le ultime leggi come il famigerato “decreto del fare”, a causa dell’art. 6, comma 1 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche (D.Lgs 259 del 1-8-2003) che recita “Lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, o loro associazioni, non possono fornire reti o servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, se non attraverso società controllate o collegate“, nessun ente pubblico può acquisire il servizio di accesso a internet per la cittadinanza da società come Telecom Italia, Fastweb, Tiscali o altri privati ma deve passare per forza da “municipalizzate” e “Consorzi”.

Telecom, Fastweb e compagnia non sono società controllate o partecipate e, nel caso del Piemonte, l’unico soggetto possibile è appunto il CSI Piemonte in quanto consorzio pubblico costituito dagli enti consorzianti.

In Piemonte quindi, se non ci si consorzia al CSI o non si possiedono quote di altra società municipalizzata, non è possibile fornire il servizio di accesso a internet alla cittadinanza e non è possibile neanche realizzarlo in economia, ovvero farselo a mano in autonomia. Questa è stata la risposa alla richiesta erogata dal mio Ente dal MEF alla richiesta di chiarimenti sulla possibilità e modalità di log e tenuta navigazione in caso di accesso senza autenticazione.

Il Ministero ha anche aggiunto che poi la responsabilità dell’accesso senza autenticazione ricade sulla società fornitrice che sarà lei a decidere come regolarsi per l’autenticazione.

La scelta dell’impiego di software libero, specialmente per le infrastrutture informatiche, più che un’opportunità è ormai una necessità: si hanno sempre meno risorse per fare il proprio lavoro e se non si usa software libero non si va più da nessuna parte. Il software libero nella PA è molto diffuso più di quanto comunemente noto: nel mio piccolo dove posso uso Linux per server e anche l’infrastruttura di virtualizzazione è tutta realizzata con software libero. Sto attualmente studiando come sostituire il dominio AD con samba 4 e così non dover più rinnovare ulteriori licenze. L’impiego di software libero, che non significa automaticamente “gratuito”, permette comunque di realizzare sistemi e soluzioni, anche complesse, senza ulteriori oneri per l’Ente in autonomia.

È però disarmate sentirsi dire dal proprio ex Assessore che, tra il miglioramento dell’informatizzazione di un settore dell’ente e asfaltare una strada, preferisce la seconda opzione perché ha più visibilità elettorale

Il cloud poi … la spesa, essendo un canone annuo, finisce nelle spese correnti e non di investimento, soggette a tagli e vincoli sempre più stretti. Senza contare che il costo del cloud è proibitivo ormai. Con il costo di un anno di cloud completo su uno dei maggiori fornitori italiani con i prezzi dei server in convenzione Consip mi rifaccio l’intero parco server per reggere il carico delle VM del mio ente e mi avanzano fondi per rinnovare l’assistenza per altri 5 anni !!! Ma queste “quisquiglie”, oltre a una infrastruttura di rete pubblica pessima, sono nulla rispetto alla pretesa di AGID di passare TUTTI i datacenter della pubblica amministrazione al cloud, in centri regionali appositi, entro 3 anni (2,5 ormai, visti i tempi) e ovviamente senza “oneri per lo stato”. In Piemonte vuol dire dare tutti i datacenter dei comuni al CSI senza valutazioni di mercato, visto che AGID (Agenda Digitale per l’Italia) ha passato la palla alle regioni per la stesura dei piani regionali di razionalizzazione, che avrebbero dovuto essere fatti entro il 30 giugno 2014.

Da quanto conosco, finora nessuna regione ha emesso un piano di razionalizzazione dei CED.

Chiudo segnalandole una realtà interessante che si sta plasmando in questo periodo: i vari sistemisti e tecnici informatici della PA, figure professionali poco note, trascurate e inascoltate all’interno delle PA (finché non avviene un disastro …), stanno facendo fronte comune e si tengono in contatto per affrontare le sfide sempre più ardue dell’informatizzazione degli enti pubblici. Per ora abbiamo un sito di riferimento che è www.opensipa.it.

fonte:http://www.tomshw.it/


Monaco: Linux costa più di Windows, addio open source

Dopo dieci anni di Linux Monaco di Baviera getta la spugna e torna a Windows. Era stata tra le prime città a decidere di affidarsi a Linux, affrontando le molte difficoltà iniziali pur di liberarsi dai vincoli con Microsoft e altri fornitori. E proprio l’anno scorso si era completato il passaggio: tutti gli uffici pubblici usavano LiMux, una distribuzione sviluppata apposta.

Si torna a Windows perché a quanto pare non si è riusciti a compensare l’iniziale abbassamento della produttività. All’inizio si pensava che sarebbe bastato un po’ di tempo, che le persone si sarebbero abituate ai nuovi strumenti e che presto tutto avrebbe ripreso a funzionare come sempre.

Monaco di Baviera

L’adattamento c’è stato in effetti ma sono rimasti problemi insormontabili nell’interazione con altre realtà (fornitori, altri comuni, governo, etc.): in questi casi lo scambio di documenti non ha mai smesso di essere un problema.

C’è stato anche un problema economico, ed è emerso che Linux è risultato più costoso di Windows da gestire “perché la città ha dovuto assumere programmatori per sviluppare funzioni di cui avevano bisogno, e poi ha dovuto pagare il personale per mantenere il software”. Pagando le licenze a Microsoft si sarebbe speso meno, a quanto pare.

Collaborazione con altri e riduzione della spesa, ecco perché Monaco di Baviera sta tornando a Windows. La scelta di questa città, dieci anni fa, fu definita l’equivalente IT della caduta del Muro di Berlino. Non è ancora detta l’ultima parola comunque, perché, con la nuova versione di LiMux e una più forte spinta verso il formato ODF, forse c’è ancora spazio per l’open source nella città tedesca.

In ogni caso è importante ricordare che la questione economica non è mai stata determinante. All’epoca, tra il 2003 e il 2004, i politici locali scelsero di seguire una strada che avrebbe dato a loro il controllo sulla tecnologia usata, invece che a fornitori esterni come Microsoft. Decisero in altre parole di mantenere nelle proprie mani una parte di potere che era sempre stata “esternalizzata”. Fu in altre parole una questione più politica che economica.

fonte:http://www.tomshw.it/


Ubuntu 14.10: aperto il contest sui Wallpaper!

Frà pochissimi mesi (ottobre) avremo un’altra versione di Ubuntu, quindi serviranno altri sfondi interessanti per la nuova distribuzione! Ed ecco che si “aprono le danze” per un nuovo contest dedicato ad Ubuntu 14.10 Utopic Unicorn soprannominato “Wallpaper Contest“, un iniziativa che dà la possibilità a chi ne volesse, di proporre i propri sfondi da inserire per la prossima release. Gli utenti potranno inviare sia sfondi fotografici che illustrati direttamente a questa pagina. Ci saranno sicuramente molte aggiunte in questa futura versione, ma in questo ambito (sfondi), l’interesse ricade soprattutto sulla qualità e non alla quantità. Per l’invio delle immagini che dovranno concorrere, bisognerà seguire alcune raccomandazioni ufficiali. Cioè, ad esempio di evitare le troppe forme e colori, ed osservando l’immagine, l’occhio dovrebbe essere catturato da un unico punto di messa a fuoco, con le proporzioni dell’immagine più che ovvie nel giusto. Per quanto riguarda le direttive e i criteri da seguire per le immagini da inviare, basta recarsi invece a questo link. Ricapitolando, le linee guida di base sono le seguenti: non usare troppi colori, forme, utilizzare un unico punto di messa a fuoco per attirare la visuale, ricordarsi dell’uso di Unity come interfaccia, risoluzione di 2560 x 1600. Il termine ultimo per tutte le presentazioni è  il 29 di Agosto 2014. La giuria sarà composta da artisti esperti e scelti che vaglieranno i prodotti presentati e sceglieranno il migliore. I Wallpaper vincitori saranno presentati esattamente il 9 Settembre 2014.

 


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