Mese: Maggio 2015

Moose, il worm alla carica dei router Linux

Identificato un nuovo agente patogeno progettato per infettare i sistemi embedded basati su Linux, una minaccia che, diversamente dal solito, si limita a contraffare le interazioni social dell’utente. I router sono sempre più vulnerabili

 

 

Roma – Gli analisti di sicurezza di ESET hanno individuato Moose, un worm per Linux che prende principalmente di mira i router con firmware FOSS: nulla di particolarmente originale a parte il payload, pensato per interferire con i profili dei social network associati all’utente infetto.

Una volta infettato un router vulnerabile, dicono i ricercatori di ESET, Moose parte alla caccia di altri dispositivi adatti a diffondere ulteriormente l’infezione; nel mentre, alcuni dei numerosi thread aperti dal malware monitorano il traffico di rete non criptato per “rubare” i cookie HTTP.

Una volta identificati i token di registrazione ai social network più popolari come Facebook, YouTube e Twitter, infine, il worm esegue operazioni fraudolente sui profili dell’utente come la generazione di follower, visite e “mi piace” fasulli. Ulteriore capacità di Moose è la redirezione del traffico DNS, un modo con cui gli autori del malware possono mettere in pratica attacchi “man-in-the-middle” online.
 
L’insolita minaccia di Moose si applica anche ad altri dispositivi embedded basati su Linux oltre ai router di rete, dicono i ricercatori. Per quanto riguarda la rimozione, infine, da ESET suggeriscono di riavviare il dispositivo infetto e di modificare la password quanto prima possibile. Un’infezione permanente del firmware è però sempre in agguato, avvertono i ricercatori.

La minaccia di Moose rappresenta la conferma del rischio crescente posto dai router di rete vulnerabili, e in questo ambito la presenza di un kernel Linux sul sistema è un rischio più che una garanzia di sicurezza. Un nuovo allarme in tal senso arriva dall’hacker white-hat “Kafeine”, a dire del quale una vulnerabilità già nota dall’inizio di marzo è ora attivamente sfruttata per compromettere più di 40 modelli di router diversi.

via http://punto-informatico.it/


La fine di Mandriva Linux: la società chiude dopo 17 anni di attività

È stata una giornata triste per il mondo Linux quella di ieri, 26 maggio 2015, data in cui Mandriva ha annunciato la chiusura delle attività. La doccia fredda per la community è arrivata per mezzo di un post sul sito societe.com. Mandriva era alla base di una delle distribuzioni Linux più diffuse in ambito commerciale e chiude dopo oltre 16 anni di attività ed alcuni periodi con altalenanti problemi finanziari.

Non è apparentemente servito a niente generare un fatturato di circa 553 mila euro nel corso del 2013. La società aveva a carico una forza lavoro di poco meno di 20 dipendenti, anche viste alcune defezioni degli ultimi anni. Proprio in vista delle incertezze finanziarie, alcuni dipendenti avevano abbandonato Mandriva per fondare il sistema operativo Mageia, un fork di Linux Mandriva.

Mandriva Linux

Nel corso degli anni Mandriva ha cercato di minacciare il successo commerciale di Windows installando su desktop la propria alternativa basata su kernel Linux. Nel 2007 Mandriva portava a compimento un importante accordo con il governo nigeriano, grazie al quale riusciva ad installare il proprio sistema operativo su 17 mila PC utilizzati nelle scuole del paese africano. Allo stesso modo, Mandriva ha riscosso particolare successo anche in Malesia.

Ma nel 2012 tornava l’ombra della bancarotta, una situazione che comunque Mandriva ha dovuto affrontare più volte dal 1998 ad oggi. Ad aver salvato la società è stato Jean-Manuel Croset, divenuto COO nel 2011 e subito dopo CEO, ma con l’annuncio del suo abbandono Mandriva è destinata alla chiusura. Croset concentrerà i propri sforzi su SimplyWorks, la sua società, e come consulente IT in Svizzera.

Linux è diventato una potenza nel mercato dei server e dei data center con compagnie come ad esempio Red Hat, ed è ampiamente utilizzato anche nel mercato dei sistemi embedded. Con un po’ di capacità di astrazione, potremmo dire che è la realtà dominante sul mondo smartphone visto che Android utilizza come base proprio Linux. Tuttavia, sul fronte desktop non è mai riuscita a mettere in discussione i numeri di Microsoft.

“È una fine drammatica per una compagnia che ha inseguito il sogno del PC desktop con Linux dal 1998”, scrive il blog LWN.net, un epilogo che in qualche modo sancisce un’amara sconfitta per il mondo open-source, la fine della speranza per cui Linux possa contrastare in un futuro non meglio determinato l'egemonia di Windows

Fonte http://www.hwupgrade.it


CryEngine: supporto in arrivo per Linux

Crytek dettaglia alcuni cambiamenti recenti alla sua Eula, ovvero il contratto tra fornitore del software e utente finale, e rivela che a breve sarà introdotto il supporto a Linux all’interno di CryEngine, ancora oggi uno dei migliori strumenti per gli sviluppatori di videogiochi.

Crysis

“Siamo orgogliosi di annunciare che aggiungeremo in CryEngine un’implementazione OpenGL e il supporto per l’esecuzione dei giochi EaaS su Linux”, si legge sul sito ufficiale di CryEngine. “Per ora, il supporto Linux è stato presente per il solo Game Launcher, mentre l’editor Sandbox ha continuato a richiedere Windows. Naturalmente, il supporto Linux sarà soggetto alle stesse condizioni developer-friendly che sussistono per Windows”.

“Il vostro abbonamento mensile a CryEngine vi permetterà di vendere i vostri giochi su Linux oltre che su Windows, senza tasse o canoni aggiuntivi. Al momento non possiamo comunicare una data precisa riguardo la disponibilità dell’aggiornamento, ma abbiamo voluto avvertirvi per tempo in modo che possiate organizzare il lavoro sui vostri porting per Linux”.

via http://www.gamemag.it/


CHIP: DEV-BOARD CON ALLWINNER R8 E DEBIAN LINUX A 9$

Raspberry Pi è stato, ma è ancora adesso, uno dei Mini PC più economici sul mercato tanto da essere imitato da altre single-board proposte allo stesso prezzo o qualcosa in più. Gli sviluppatori di CHIP, però, hanno dimostrato che è possibile produrre un computer ad un prezzo notevolmente più basso dei 35$ di Raspberry Pi, attivando una campagna su Kickstarter per un dispositivo da 9$. Il prezzo non comprende il trasporto (5$ per una consegna negli Stati Uniti o 20$ per spedizioni in altri Paesi fuori dagli USA) ed include solo una scheda con caratteristiche di base.

CHIP

I modelli più accessoriati partono da 19$ (fino a 489$) e contengono anche un adattatore HDMI o VGA.Per chi viaggia, inoltre, la società ha previsto PocketCHIP da 49 dollari (trasporto escluso), che oltre alla scheda aggiunge un display touch resistivo da 4.3 pollici (470 x 272 pixel), una batteria da 3000 mAh, una tastiera QWERTY ed un telaio in plastica. Se siete interessati alla dev-board più economica, però, dovete affrettarvi perché la società ha messo a disposizione solo 5000 unità. Insomma, il prezzo è solo uno specchietto per allodole: la scheda da 9$ costa 14$ o 29$ con il trasporto, mentre bisognerà spendere da 24$ a 39$ per modelli con uscita VGA o HDMI.

PocketCHIP

Ma cos’è esattamente CHIP? E’ una single-board con un processore single-core Allwinner R8 da 1GHz, basato su ARM Cortex A8, e 512MB di RAM, 4GB di memoria interna, modulo WiFi 802.11n, Bluetooth 4.0 e un’uscita video in video composito. Il sistema è libero e open-source dentro e fuori: gira su Linux Debian e può eseguire applicazioni desktop, come LibreOffice, VLC e i browser Firefox o Chrome, ma i suoi schermi hardware, il layout PCB ed altri dettagli sono disponibili per chiunque voglia consultarli o modificarli. Persino Allwinner ha accettato di rendere pubblici documenti e codice sorgente di questo particolare processore.

Gli sviluppatori sperano di poter iniziare le consegne di CHIP (solo board) nel mese di dicembre, anche se ci sarà qualcuno che potrà ricevere una versione alpha già nel mese di settembre, mentre i kit con accessori e PocketCHIP saranno pronti per il prossimo maggio 2016.

CHIP

via http://notebookitalia.it/


Opera 30 beta disponibile per LINUX

opera

Il team di sviluppo di Opera, uno dei browser multipiattaforma più apprezzati, continua a lavorare sodo. Di recente, dal canale per il testing del software abbiamo visto pubblicata una nuova versione, la Opera 30 beta, che porta con sé numerose novità.

Tra le feature principali troviamo la possibilità di utilizzare delle estensioni per la sidebar, che funzionano più o meno come se fossero delle App standalone.

Una novità che avevamo già visto in alcuni canali beta ma che solo ora è stata “mostrata al pubblico”.

Non solo, a ricevere un aggiornamento è stato il menu delle tab, da cui sarà possibile accedere alle schede aperte su altri dispositivi, a quelle chiuse di recente e a quelle chiuse accidentalmente con un semplice click.

Un rilascio sicuramente interessante che mostra come il panorama dei browser non sia solamente Google Chrome e Mozilla Firefox, c’è anche Opera a fare le cose in grande.

Via Softpedia

via OpenSource.it


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