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MONACO SMENTISCE IL RITORNO A WINDOWS, IL COMUNE RIMANE FEDELE A LINUX

Stefan Hauf portavoce del comune di Monaco di Baviera ha smentito il ritorno in Windows, i pc del comune rimarranno (per ora) con Linux e software open source.
Linux a Monaco di Baviera
Hanno fatto molto discutere le notizie riguardanti il comune di Monaco di Baviera e l‘idea di tornare a Windows per risolvere alcuni problemi riscontrati in questi anni con Linux.
Le dichiarazioni rilasciato dal vicesindaco Josef Schmid al portale Suddeutsche Zeitung indicavano alcuni problemi con Linux che riguardano però un sistema operativo ormai obsoletoossia l’attuale versione 4.x di LiMux basato ancora su Ubuntu 10.04 Lucid. A quanto pare il comune di Monaco di Baviera non abbandonerà Linux e il software libero, sistema che in questi anni ha fatto risparmiare diversi milioni di euro oltre a fornire un’infrastruttura più stabile, sicura ed affidabile.
A confermalo è Stefan Hauf, portavoce del comune di Monaco di Baviera al portale techrepublic indicando il recente insediamento del nuovo sindaco il quale ha chiesto una verifica dell’intero reparto IT nella quale sono emersi alcuni problemi riguardanti con Linux che saranno comunque in gran parte risolti con l’arrivo della nuova versione numero 5 di LiMux basata su Kubuntu 14.04 Trusty LTS.

Il report riguardante il comparto IT del comune di Monaco di Baviera prenderà in esame anche Windows, Mac e software proprietari in maniera tale da fornire la migliore soluzione da adottare nei prossimi anni (garantendo affidabilità, funzionalità e costi accettabili).

Il Comune di Monaco per ora rimarrà con Linux, nei prossimi anni logicamente se Microsoft (azienda che ha recentemente aperto una nuova sede proprio a Monaco) regalerà licenze di Windows e Office all’amministrazione comunale e supporto gratutito, Linux potrebbe ben presto abbandonato (è un’ipotesi nella di confermato).

 


DayZ: possibile porting per Linux in arrivo

dayz

Con il futuro arrivo di DayZ su PS4 i developer del gioco si stanno sporcando le mani con le OpenGL in modo da poter realizzare il porting per la console nexgen di Sony. Vi ricordiamo che il sistema operativo della PS4 è basato su FreeBSDdunque la realizzazione di un ipotetico porting per Linux non sarebbe tanto difficile.

Alcuni utenti di Reddit probabilmente la pensano come noi e dunque hanno chiesto ad uno dei principali developer di DayZ, Dean Hall, se per caso c’è in cantiere una release per Linux. La risposta purtroppo è stata negativa ma il developer Dean Hall si è dichiarato molto interessato ad un possibile porting per il sistema operativo del pinguino.

DayZ è un titolo che ha una storia molto complessa, nato come una semplice mod di Arma 2 è presto diventato un gioco indipendente che però soffre ancora di diversi problemi di sviluppo. Il porting su PS4 ci fa sperare in un aumento nella qualità del gioco che è stato uno dei primi a seguire la moda dei survival horror

via http://www.oneopensource.it/


Monaco fa marcia indietro su Linux? No, non proprio

La città della Baviera avvia uno studio interno per valutare quale sia la migliore soluzione per la propria infrastruttura IT. Un lavoro analogo, nel 2000, aveva condotto alla scelta del Pinguino

Roma – Le notizie su un ritorno di Monaco a Windows sono decisamente premature: a chiarirlo è il portavoce della municipalità, Stefan Hauf, intervenuto per arrestare una rombante marea di articoli che sostenevano l’imminente capovolgimento di fronte in Baviera con il ritorno in auge delle finestre di Microsoft. Monaco non abbandona il progetto Limuxconclusosi ufficialmente a fine 2013 e che ha garantito risparmi nell’ordine dei milioni di euro, ma affronta seriamente il discorso su come far evolvere la propria infrastruttura informatica nei prossimi anni: nessuna possibilità è esclusa a priori.

Negli ultimi giorni le notizie su un possibile ripensamento da parte dell’amministrazione locale bavarese si erano fatte insistenti: a Monaco si è da poco insediato un nuovo sindaco, dopo una sofferta negoziazione seguente le elezioni alla ricerca di accordi politici necessari a formare una giunta, e quest’ultimo ha richiesto al reparto IT interno una verifica e uno studio sullo stato e le prospettive della rete informatica dell’amministrazione. “Il nuovo sindaco ha chiesto di fornire informazioni così da poter prendere una decisione e formulare una proposta al consiglio comunale per come procedere in futuro – ha spiegato Hauf – Non si tratta solo di Limux, ma di tutto il reparto IT. Si parla di organizzazione, di costi, di performance e di usabilità e soddisfazione degli utenti”.

Lo studio prenderà quindi in considerazione tutte le opportunità in circolazione, free software o software proprietario, Linux, Windows e probabilmente anche Mac OS, e tenterà di fornire una risposta esauriente su quale sia la migliore soluzione da adottare nei prossimi anni per garantire al contempo costi accettabili e funzionalità adeguate: questo potrebbe significare abbandonare la versione personalizzata di Ubuntu con installato LibreOffice attualmente in uso, magari a favore di Windows e Office, ma potrebbe anche significare che Monaco insisterà e persisterà nella sua scelta di software libero negli anni a venire. Da uno studio simile, nel 2000, era venuta fuori la decisione di passare a Linux: non è dunque improbabile che le stesse considerazioni e argomentazioni di allora valgano anche oggi. Nel 2000 il vero problema da affrontare, e che portò alla decisione di creare Limux, non erano i costi o l’esperienza d’uso: c’era in ballo l’interoperabilità e l’indipendenza da qualsiasi lock-in, da cui la decisione di passare al Pinguino.Il caso è montato a causa delle dichiarazioni del neoeletto vicesindaco Josef Schmid alSuddeutsche Zeitung, che aveva parlato di “sofferenza” da parte dei dipendenti del comune per le condizioni in cui erano costretti a lavorare con Linux. I più maliziosi hanno legato questo nuovo orientamento alla decisione di Microsoft di spostare proprio a Monaco di Baviera il proprio quartier generale tedesco, con un importante investimento che si concluderà nel 2016: anche il nuovo sindaco si era espresso in altri contesti dichiarandosi un “fan Microsoft”, e storicamente l’azienda di Redmond ha sempre contestato le cifrerelative ai costi e ai risparmi dichiarate dalle amministrazioni precedenti relative al progetto Limux.

fonte http://punto-informatico.it/

Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1 Internet

Se hai deciso di vendere online quei prodotti o servizi che finora hai potuto sponsorizzare solo localmente ma non sai da dove iniziare, se vuoi contenere le spese di consulenza che peserebbero troppo sui tuoi budget attuali ma non sai cosa scegliere, la combinazione di un CMS come Prestashop e di un hosting Linux appropriato come quello di 1&1 Internet potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza.

Scegliere Prestashop per il tuo primo e-commerce è una scelta sensata, in quanto il CMS è fra i migliori per il commercio elettronico ed è open source, caratteristica che ha permesso la crescita di una folta community a sostegno degli utenti nell’affrontare i piccoli problemi d’uso quotidiani; è sicuro, è leggero e molto intuitivo, a tal punto da non richiedere grandi conoscenze informatiche ed è pronto all’uso in quanto hai a disposizione oltre 310 funzioni a portata di clic.  Una volta installato, dovrai semplicemente occuparti del tuo negozio e dei tuoi prodotti, che potrai sponsorizzare in oltre 56 lingue.

Forse lo scoglio più grande che devi affrontare è la scelta dell’hosting Linux a cui affidarti e la successiva installazione di Prestashop.

In realtà, anche questa difficoltà è un semplice retaggio del passato, in quanto è sufficiente affidarti al giusto provider per trovare l’hosting migliore per partire con il tuo progetto e-commerce, il prezzo adatto alle tue tasche per sostenere le spese di avvio e la facilità di installazione di Prestashop, che può essere conclusa in pochi clic.

Non ci credi? Guarda cosa abbiamo scoperto noi sbirciando fra le offerte di hosting Linux 1&1.

Fra i tanti provider che in Italia offrono soluzioni per portare online la tua attività di vendita, 1&1 ha pensato di rendere accessibile l’ingresso di chiunque voglia approdare alla compravendita Web con investimenti di startup accessibili e senza necessità di consulenze informatiche specifiche.

Il pacchetto hosting Linux offerto da 1&1 ha un costo promozionale di solo 1€ (IVA esclusa) che ti dà diritto a un anno di hosting completo per un sito Web di qualsiasi natura, anche quella di e-commerce.

Su questo servizio hosting puoi installare Prestashop e godere di un dominio incluso per permettere ai tuoi utenti di raggiungere il tuo catalogo prodotti, 100 GB di spazio Web dove memorizzare tutte le immagini e i video della merce che porrai in vendita, 20 DB MySQL a cui sarà dedicato 1 GB di RAM e 100 account email attivabili da 2 GB di spazio ciascuno per offrire ai tuoi clienti un indirizzo email per ogni esigenza.

Per chi ha maggiori conoscenze tecniche è utile sapere che a fronte di un requisito minimo di funzionamento di Prestashop di 64 MB (128 MB sono comunque quelli consigliati), 1&1 ne offre 10 volte tanto per garantire che il tuo e-commerce funzioni alla perfezione (0.6 GB), hai un volume di traffico illimitato, 100 sottodomini e due sistemi di protezione basati su antivirus e anti-spam/anti-phishingpronti a proteggere la tua attività da qualsiasi insidia della Rete.

Con solo 1€ per il primo anno, quindi, trovi un hosting perfetto per Prestashop, con prestazioni sufficienti ad accogliere il tuo primo catalogo e-commerce e pronto a supportare il traffico in crescita del tuo business.

Inoltre abbiamo notato che, se il nostro catalogo Prestashop dovesse diventare più importante in termini di ricchezza di prodotti pubblicizzati, o se il traffico e le transazioni dovessero diventare più cospicue, puoi passare a un piano hosting superiore senza perdere il lavoro effettuato fino a quel momento e semplicemente con un solo clic del mouse, richiedendo un upgrade che estenderà le caratteristiche del tuo hosting senza intaccare l’e-commerce già pubblicato.

Superato il primissimo passo di scelta dell’hosting, ancora c’è una difficoltà che devi valicare, quella relativa all’installazione dell’e-commerce Prestashop. Se la questione hosting sembrava complicata e sei riuscito a risolverla in pochi minuti, quella dell’installazione Prestashop la puoi risolvere in pochissimi clic.

1&1, infatti, ha pensato a un supporto specifico anche per chi si addentra oltre l’attivazione dell’hosting Linux e vuole installare un’applicazione come il CMS Prestashop in tutta tranquillità, quasi come se installasse una qualsiasi applicazione sul proprio computer Windows. Per questo, 1&1 integra nei suoi servizi hosting la piattaforma 1&1 Applicazioni Click & Build, che ti consente di installare in pochi clic qualsiasi applicazione pensata per lo sviluppo Web, come il tanto citato e-commerce Prestashop. Attraverso un Centro App, puoi scegliere quale CMS installare e procedere all’avvio dell’applicazione scelta attraverso pochi clic di mouse.

Proviamo insieme!

Una volta attivato il pacchetto hosting di cui ti abbiamo parlato, ricevi un’email con i dati di accesso alla tua Area Clienti 1&1. Collegati quindi al sito di 1&1, clicca su Accesso clienti in alto a destra e inserisci i tuoi dati di autenticazione. Ti troverai in una schermata generale da cui puoi compiere diverse operazioni.
Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1
Clicca sulla voce Hosting presente in alto alla pagina e nella nuova schermata clicca sul pulsante Vai al 1&1 Centro App.
Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1
Con un po’ di scrolling raggiungi i Download Principali e la sezione Più Popolari. Il terzo riquadro di entrambe le sezioni è Prestashop. Clicca sopra uno dei due riquadri e fai un clic del mouse sulla dicituraInstalla.
Installiamo Prestashop su Hosting Linux con 1&1
fonte: http://www.hostingtalk.it/


Linux in Comune: quello che non sappiamo

Ieri a seguito della pubblicazione dell’articolo Il Comune di Torino passa a Linux: addio Windows XP si è scatenato il putiferio. Più di 200 commenti online hanno confermato almeno due dettagli chiave. Il primo è che l’adozione di Linux negli enti pubblici è potenzialmente ben vista. Il secondo è che un’eventuale transizione di questo tipo è molto più complessa di quanto si possa supporre.

Un nostro lettore, Vittorio R. (nostra la scelta di omettere la sua identità, NdR.), Amministratore di Sistema di un Comune piemontese, ci ha scritto per fare chiarezza sull’argomento.

L’ammnistratore di sistema

Ecco la sua accorata lettera:

L’impulso di scriverle è nato dopo aver letto i commenti, supponenti e arroganti, di molti lettori riguardanti la pubblica amministrazione, il livello di competenza dei dipendenti pubblici e del livello di informatizzazione della macchina pubblica.

Quando ho letto l’articolo di Repubblica ho subito pensato “ancora con la storia del ‘cervellone’ – solito articolo scritto coi piedi”. Poi ho iniziato a pensare a cosa sta combinando il CSI Piemonte. Il Comune piemontese, per cui sono l’Amministratore di Sistema, è consorziato col CSI. Il CSI Piemonte è un consorzio creato nel 1977 dalla Regione Piemonte per le attività di informatizzazione e gestisce già, praticamente, i servizi informativi di Regione Piemonte e del Comune di Torino. Fornisce già, a tutti gli Enti del Territorio, molti servizi erogati via web dai due datacenter che hanno a Torino e Vercelli. Hanno anche una suite di applicativi cloud e iniziano a proporsi direttamente agli enti locali come erogatori di soluzioni cloud.

Dopo aver letto l’articolo ho subito pensato che ormai, avendo già in gestione molti servizi erogati via web (o terminal server) dai datacenter al Comune e Regione, passare i terminali degli uffici a Linux e LibreOffice era l’evoluzione naturale. Niente di stupefacente insomma.

Ma tutto questo ai molti lettori di Tom’s non è noto, ne è noto quanto complessa sia la gestione informatica di un Ente Pubblico che, per sua natura, ha compiti e strutture differenti da quelle di un’azienda che è orientata solo al business. L’unica idea comune è la totale “incompetenza” e “incapacità” del dipendente pubblico. Quanta gente è a conoscenza dell’esistenza di una legge quadro apposita, il cosiddetto CAD, sulle modalità di informatizzazione delle pubbliche amministrazioni, locali e centrali?

Senza poi contare i soliti ragionamenti da “cantinaro”: che fare se non funziona il pc, la scheda di rete.Non viene in mente a nessuno che esistono i servizi di assistenza in chiamata, a supporto di sistemi informativi interni? E che all’interno degli enti pubblici esistono figure e competenze apposite per gestire i sistemi informatici, sempre più complessi e con sempre meno mezzi e risorse a disposizione?

Mi scusi per lo sfogo. Le dico questo perché potrebbe essere un interessante spunto per una serie di articoli di approfondimento, l’esame della situazione dell’informatica della Pubblica Amministrazione e delle leggi connesse come il CAD, troppo spesso ignorate dalla gente. Il grosso problema dell’informatica nella PA è che queste leggi sono ignorate dal legislatore stesso che risulta essere incompetente su questioni tecniche e di buon senso (vedasi questione Franceschini e SIAE).

Vita dura

Un piccolo “esempio” delle contraddizioni della normativa è dato dalla fornitura del wifi pubblico che, nonostante le ultime leggi come il famigerato “decreto del fare”, a causa dell’art. 6, comma 1 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche (D.Lgs 259 del 1-8-2003) che recita “Lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, o loro associazioni, non possono fornire reti o servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, se non attraverso società controllate o collegate“, nessun ente pubblico può acquisire il servizio di accesso a internet per la cittadinanza da società come Telecom Italia, Fastweb, Tiscali o altri privati ma deve passare per forza da “municipalizzate” e “Consorzi”.

Telecom, Fastweb e compagnia non sono società controllate o partecipate e, nel caso del Piemonte, l’unico soggetto possibile è appunto il CSI Piemonte in quanto consorzio pubblico costituito dagli enti consorzianti.

In Piemonte quindi, se non ci si consorzia al CSI o non si possiedono quote di altra società municipalizzata, non è possibile fornire il servizio di accesso a internet alla cittadinanza e non è possibile neanche realizzarlo in economia, ovvero farselo a mano in autonomia. Questa è stata la risposa alla richiesta erogata dal mio Ente dal MEF alla richiesta di chiarimenti sulla possibilità e modalità di log e tenuta navigazione in caso di accesso senza autenticazione.

Il Ministero ha anche aggiunto che poi la responsabilità dell’accesso senza autenticazione ricade sulla società fornitrice che sarà lei a decidere come regolarsi per l’autenticazione.

La scelta dell’impiego di software libero, specialmente per le infrastrutture informatiche, più che un’opportunità è ormai una necessità: si hanno sempre meno risorse per fare il proprio lavoro e se non si usa software libero non si va più da nessuna parte. Il software libero nella PA è molto diffuso più di quanto comunemente noto: nel mio piccolo dove posso uso Linux per server e anche l’infrastruttura di virtualizzazione è tutta realizzata con software libero. Sto attualmente studiando come sostituire il dominio AD con samba 4 e così non dover più rinnovare ulteriori licenze. L’impiego di software libero, che non significa automaticamente “gratuito”, permette comunque di realizzare sistemi e soluzioni, anche complesse, senza ulteriori oneri per l’Ente in autonomia.

È però disarmate sentirsi dire dal proprio ex Assessore che, tra il miglioramento dell’informatizzazione di un settore dell’ente e asfaltare una strada, preferisce la seconda opzione perché ha più visibilità elettorale

Il cloud poi … la spesa, essendo un canone annuo, finisce nelle spese correnti e non di investimento, soggette a tagli e vincoli sempre più stretti. Senza contare che il costo del cloud è proibitivo ormai. Con il costo di un anno di cloud completo su uno dei maggiori fornitori italiani con i prezzi dei server in convenzione Consip mi rifaccio l’intero parco server per reggere il carico delle VM del mio ente e mi avanzano fondi per rinnovare l’assistenza per altri 5 anni !!! Ma queste “quisquiglie”, oltre a una infrastruttura di rete pubblica pessima, sono nulla rispetto alla pretesa di AGID di passare TUTTI i datacenter della pubblica amministrazione al cloud, in centri regionali appositi, entro 3 anni (2,5 ormai, visti i tempi) e ovviamente senza “oneri per lo stato”. In Piemonte vuol dire dare tutti i datacenter dei comuni al CSI senza valutazioni di mercato, visto che AGID (Agenda Digitale per l’Italia) ha passato la palla alle regioni per la stesura dei piani regionali di razionalizzazione, che avrebbero dovuto essere fatti entro il 30 giugno 2014.

Da quanto conosco, finora nessuna regione ha emesso un piano di razionalizzazione dei CED.

Chiudo segnalandole una realtà interessante che si sta plasmando in questo periodo: i vari sistemisti e tecnici informatici della PA, figure professionali poco note, trascurate e inascoltate all’interno delle PA (finché non avviene un disastro …), stanno facendo fronte comune e si tengono in contatto per affrontare le sfide sempre più ardue dell’informatizzazione degli enti pubblici. Per ora abbiamo un sito di riferimento che è www.opensipa.it.

fonte:http://www.tomshw.it/


Monaco: Linux costa più di Windows, addio open source

Dopo dieci anni di Linux Monaco di Baviera getta la spugna e torna a Windows. Era stata tra le prime città a decidere di affidarsi a Linux, affrontando le molte difficoltà iniziali pur di liberarsi dai vincoli con Microsoft e altri fornitori. E proprio l’anno scorso si era completato il passaggio: tutti gli uffici pubblici usavano LiMux, una distribuzione sviluppata apposta.

Si torna a Windows perché a quanto pare non si è riusciti a compensare l’iniziale abbassamento della produttività. All’inizio si pensava che sarebbe bastato un po’ di tempo, che le persone si sarebbero abituate ai nuovi strumenti e che presto tutto avrebbe ripreso a funzionare come sempre.

Monaco di Baviera

L’adattamento c’è stato in effetti ma sono rimasti problemi insormontabili nell’interazione con altre realtà (fornitori, altri comuni, governo, etc.): in questi casi lo scambio di documenti non ha mai smesso di essere un problema.

C’è stato anche un problema economico, ed è emerso che Linux è risultato più costoso di Windows da gestire “perché la città ha dovuto assumere programmatori per sviluppare funzioni di cui avevano bisogno, e poi ha dovuto pagare il personale per mantenere il software”. Pagando le licenze a Microsoft si sarebbe speso meno, a quanto pare.

Collaborazione con altri e riduzione della spesa, ecco perché Monaco di Baviera sta tornando a Windows. La scelta di questa città, dieci anni fa, fu definita l’equivalente IT della caduta del Muro di Berlino. Non è ancora detta l’ultima parola comunque, perché, con la nuova versione di LiMux e una più forte spinta verso il formato ODF, forse c’è ancora spazio per l’open source nella città tedesca.

In ogni caso è importante ricordare che la questione economica non è mai stata determinante. All’epoca, tra il 2003 e il 2004, i politici locali scelsero di seguire una strada che avrebbe dato a loro il controllo sulla tecnologia usata, invece che a fornitori esterni come Microsoft. Decisero in altre parole di mantenere nelle proprie mani una parte di potere che era sempre stata “esternalizzata”. Fu in altre parole una questione più politica che economica.

fonte:http://www.tomshw.it/


Ubuntu 14.10: aperto il contest sui Wallpaper!

Frà pochissimi mesi (ottobre) avremo un’altra versione di Ubuntu, quindi serviranno altri sfondi interessanti per la nuova distribuzione! Ed ecco che si “aprono le danze” per un nuovo contest dedicato ad Ubuntu 14.10 Utopic Unicorn soprannominato “Wallpaper Contest“, un iniziativa che dà la possibilità a chi ne volesse, di proporre i propri sfondi da inserire per la prossima release. Gli utenti potranno inviare sia sfondi fotografici che illustrati direttamente a questa pagina. Ci saranno sicuramente molte aggiunte in questa futura versione, ma in questo ambito (sfondi), l’interesse ricade soprattutto sulla qualità e non alla quantità. Per l’invio delle immagini che dovranno concorrere, bisognerà seguire alcune raccomandazioni ufficiali. Cioè, ad esempio di evitare le troppe forme e colori, ed osservando l’immagine, l’occhio dovrebbe essere catturato da un unico punto di messa a fuoco, con le proporzioni dell’immagine più che ovvie nel giusto. Per quanto riguarda le direttive e i criteri da seguire per le immagini da inviare, basta recarsi invece a questo link. Ricapitolando, le linee guida di base sono le seguenti: non usare troppi colori, forme, utilizzare un unico punto di messa a fuoco per attirare la visuale, ricordarsi dell’uso di Unity come interfaccia, risoluzione di 2560 x 1600. Il termine ultimo per tutte le presentazioni è  il 29 di Agosto 2014. La giuria sarà composta da artisti esperti e scelti che vaglieranno i prodotti presentati e sceglieranno il migliore. I Wallpaper vincitori saranno presentati esattamente il 9 Settembre 2014.

 


VALVE STEAM: NUOVE MIGLIORIE PER L’INTERFACCIA GRAFICAVALVE STEAM: NUOVE MIGLIORIE PER L’INTERFACCIA GRAFICA

Gli sviluppatori Valve hanno rilasciato un nuovo aggiornamento per il client Steam che porta con se diverse migliorie all’interfaccia grafica e molto altro ancora.

 

Valve Steam in Ubuntu
Oltre a nuovi titoli di game nativi per Linux, nei giorni scorsi è approdato un nuovo ed importante aggiornamento per il client Steam. Il nuovo update delclient Steam per Linux, Microsoft Windows e Apple Mac porta con se diverse migliorie all’interfaccia grafica, recentemente introdotte anche in Steam OS, con nuovi colori e font in grado di portare una migliore integrazione tra la modalità Big Picture e il portale web di Steam. Gli sviluppatori Valve hanno inoltre introdotto diverse migliorie per il browser web integrato nel client Stream velocizzando la navigazione oltre a renderla più affidabile.


Novità anche per la gestione dei vari game disponibili, il nuovo aggiornamento del client per Steam ci consente di raggruppare i vari game in diversi gruppi personalizzati, possiamo anche nascondere un game dai vari elenchi(funzionalità molto utile soprattutto per quei game acquistati ma che non vogliamo installare o chia abbiamo già terminato e rimosso dal pc). Con il nuovo aggiornamento troviamo alcune migliorie per la modalità In-Home, funzionalità che migliora le performance della decodifica soprattutto in sistemi multi-core, da notare anche diverse correzioni riguardanti il supporto per Windows XP sistema operativo obsoleto ma utilizzato ancora da molti user.

Valve Steam in Ubuntu

Per maggiori informazioni sull’ultimo aggiornamento del client Steam consiglio di consultare la pagina dedicata del portale Steam.

Riceveremo l’aggiornamento automaticamente al primo avvio del client Steam per Linux, Microsoft Windows e Apple Mac.

via http://www.lffl.org/

Rilasciato Ubuntu 12.04.5 LTS e disponibile al download!

La versione corrente di Ubuntu è la 14.04 LTS, ottima su tutti i punti di vista. Ma come sappiamo, le versioni cosiddette “intermedie” hanno sempre i loro “problemini” a livello sia hardware che software. Tuttavia (e meno male) abbiamo le versioni “di serie” denominate LTS, cioè quei rilasci con supporto a lungo termine sia per desktop che server rilasciate con “cadenza biennale”. Si tratta di versioni con un ampio supporto hardware e software, ideali per ambiti professionali in cui è richiesto un prodotto con un investimento a lungo termine. Il supporto è quindi “assicurato” dagli sviluppatori tramite dei nuovi pacchetti di sicurezza, bugfix e quant’altro. Tuttavia, Ubuntu 12.04 è comunque in continuo sviluppo, ed è stata rilasciata la “quinta versione” denominata “12.04.5 LTS” portando con sè numerosi aggiornamenti. Questa versione sarà sostenuta fino al 2017, anche se al momento, abbiamo la presenza di Ubuntu 14.04 LTS dall’inizio di quest’anno. Ubuntu 12.04.5 ha il kernel aggiornato alla vers. 3.13 e stack di X.org, entrambe provenienti dalla 14.04 LTS. In questa versione troviamo anche correzioni di bug, patch, aggiornamenti di sicurezza e mantenimento della stabilità e compatibilità con Ubuntu 12.04 LTS”. . A questo indirizzo troviamo l’annuncio del rilascio. In pratica con questa versione “12.04.5” abbiamo il vantaggio di installare Ubuntu già completo di “corposi aggiornamenti” rispetto a “Ubuntu 12.04“. Ubuntu 12.04.5 è disponibile per il download al seguente indirizzo:

fonte http://www.antonioallegretti.it/

Download Ubuntu 12.04.5


STEGHIDE NASCONDERE FILE DI TESTO ALL’INTERNO DI IMMAGINI CON LINUX

In molti film e serie tv polizieschi ecc ci sono delle scene dove dei presunti tecnici informaticiscovano file all’intero di immagini o piccolissimi chip. Funzionalità che possiamo utilizzare anche noi grazie ad un semplice tool open source denominato Steghide.
Steghide è un tool open source a riga di comando che utilizza la steganografia per nascondere file di testo all’interno di immagini e file audio. I file nascosti all’interno di immagini, file audio ecc verranno criptati e saranno accessibili solo dopo aver inserito la password che ci consentirà di estrarre e decriptare il file.


Purtroppo non possiamo inserire file di testo in qualsiasi tipologia di file,Steghide attualmente supporta solo immagini digitali nel formato Jpeg e BMP e file audio nel formato WAV o AU. Steghide dispone anche di svariate opzioni come ad esempio l’opzione -cf che ci consente di convertire l’immagine / file audio generato (logicamente in formati supportati dal tool), con l’opzione -z seguita da un numero 1 a 9 possiamo gestire la compressione del file inserito nell’immagine / file audio in maniera tale da ridurne le dimensioni ecc (in questa pagina troverete tutte le varie opzioni disponibili in Steghide).

Steghide - estrarre testo da un'immagine

– INSTALLARE STEGHIDE

Steghide è disponibile nei repository ufficiali delle principali distribuzioni Linux.

Per installare Steghide in Debian, Ubuntu e derivate basta digitare:

sudo apt-get install steghide 

Per installare Steghide in Fedora basta digitare:

sudo yum install steghide 

Per installare Steghide in Arch Linux basta digitare:

sudo pacman -S steghide 

una volta installato potremo inserire o estrarre il file criptato nell’immagine/ file audio.

Per inserire file in un’immagine Jpeg e BMP o file audio WAV o AU basta dare il comando:

steghide embed -cf immagine.jpg -ef testoinserire.txt 

esempio se vogliamo inserire il file lffl.txt nell’immagine lffl.jpeg basta digitare:

steghide embed -cf lffl.jpg -ef lffl.txt 

una volta dato il comando dovremo inserire la password che ci consentirà in un secondo momento di estrarre il file di testo dall’immagine o file audio.

Per estrarre estrarre il file di testo dall’immagine o file audio basta dare il comando:

steghide extract -sf immagine.jpg

nel nostro esempio dovremo digitare:

steghide extract -sf lffl.jpg

una volta dato il comando dovremo inserire la password ed ecco il nostro file di testo correttamente estratto.

via http://www.lffl.org/

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