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Chip Atom e software Linux: ecco la nuova ricetta Intel per le auto connesse

I veicoli che si guidano da soli nel prossimo futuro, le auto farcite di connettività e tecnologie mobili nell’immediato presente. Per Intel il mondo delle quattro ruote è un universo ancora molto da esplorare (almeno in termini di presenza dei propri processori all’interno dei cruscotti) ed è in questa direzione che il colosso di Santa Clara ha annunciato la disponibilità di una nuova famiglia di soluzioni hardware e software, raccolta sotto la denominazione In-Vehicle. Confermando nel contempo ulteriori investimenti e attività di ricerca avanzata (Personal Vehicle Experience e Secure My Connected Car i due filoni di studio perseguiti) all’insegna della sicurezza a bordo e non solo.
La nuova piattaforma, basata su chip Atom serie E3800 e sistema operativo Linux, ha come plus dichiarato quello di poter ridurre i tempi e i costi per la realizzazione di sistemi di infotainment (compreso riconoscimento vocale e gestuale, schermi sensibili al tocco, connettività Internet) e servizi di guida assistita di vario genere. Bmw, Hyundai e Infiniti, fa sapere Intel, sono le case che già utilizzano la sua tecnologia (e quinde le prime, si suppone, a beneficiare della nuova piattaforma) mentre a comporre l’ecosistema dei partner lato applicazioni e integrazione vi sono nomi noti del panorama automotive come Qnx, Wind River, Mobica, Symphony Teleca e Xse. > La soluzione, dal punto di vista puramente tecnico, ruota intorno a un modulo hardware e a un software open source che comprende anche il kit per lo sviluppo delle applicazioni. Intel è convinta che, rispetto ad altre piattaforme, la sua In-Vehicle abbia caratteristiche migliori sotto il profilo dell’ideazione (dei servizi di infotainment) e dell’integrazione. Certo è che, anche in questo mondo, Google sta cercando di “monopolizzare” le centraline di comando con il suo Android. E molti costruttori la stanno seguendo.
Doug Davis, Corporate Vice President e General Manager dell’Internet of Things Group di Intel, è comunque sicuro che i tempi complessivi di sviluppo delle soluzioni di car infotainment possono essere abbreviati di circa dodici mesi, con un taglio di costi (rispetto a sistemi meno integrati) che può raggiungere anche il 50%. Ancora più evidente, sulla carta almeno, il beneficio legato all’installazione a bordo auto del modulo hardware, i cui tempi possono scendere a una sola settimana invece dei sei mesi mediamente necessari oggi.
Quanto agli investimenti profusi da Intel, attraverso il Capital Connected Car Fund istituito nel 2012 con un budget di spesa di 100 milioni di dollari, quello più recente ha interessato Zmp, realtà specializzata che si occupa dello sviluppo di piattaforme di guida autonoma e veicoli connessi con sensori, radar e videocamere.

fonte

http://www.motori24.ilsole24ore.com/


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