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Il Comune di Napoli abbandona Linux e torna a Microsoft

Open source addio: il Comune di Napoli dopo essersi impegnato ad adottare Linux Ubuntu sui computer dei suoi dipendenti torna a Microsoft. Dietro la decisione, una lunga storia di sequestri, licenze fasulle e battaglie in Consiglio comunale.

Il Comune di Napoli dice addio al sistema operativo open source Linux sulla sua rete informativa e torna, di fatto, a Microsoft. E mentre a Torino l’Amministrazione guidata da Piero Fassino annuncia di voler diventare «la prima grande città italiana “open source”» per risparmiare soldi nella gestione dei sistemi, l’Amministrazione partenopea oggi guidata ad Luigi de Magistris, dimenticando di essere stata pioniera nel campo, abbraccia nuovamente i sistemi a codice proprietario. Prima di proseguire occorre fare un primo passo indietro: correva l’anno 2009, a Palazzo San Giacomo l’allora sindaco Rosa Russo Iervolino – che di reti telematiche non capiva pressoché niente – condivideva in Consiglio comunale una proposta presentata dall’allora assessore alle Reti, Giulio Riccio, con primo firmatario quel Francesco Nicodemo allora consigliere comunale Pd e oggi responsabile della comunicazione nazionale Pd e fedelissimo del premier Matteo Renzi. In partica il Comune partenopeo “sposava” la filosofia open source introducendo nei propri uffici su circa 2.000 personal computer il sistema operativo Linux, distribuzione Ubuntu, con pacchetto di lavoro individuale Open Office, entrambi gratuiti. «Significa aver la possibilità di utilizzare liberamente software di qualità che consente all’amministrazione comunale di avere un enorme risparmio e di avere i terminali sempre aggiornati e sicuri» chiosava la giunta di allora in una nota stampa.

 

Perché il Comune di Napoli abbandona Linux Ubuntu e l’open source?

 

Dopo questo primo passo indietro occorre farne un altro. Palazzo San Giacomo con quel provvedimento in favore del software open source intendeva anche lasciarsi alle spalle una brutta storia, datata 2001-2002, tredici anni or sono. Si trattava dell’acquisto di diverse centinaia di computer marca Ibm da una ditta appaltatrice di Napoli, ubicata poco distante la sede municipale. I computer montavano il sistema operativo Windows di Microsoft e la suite di Office MS (Word, Excel eccetera). Ebbene, anni dopo, l’Amministrazione venne a scoprire suo malgrado, dopo la pubblica coraggiosa denuncia di un consigliere comunale, Raffaele Ambrosino, che i software installati su una buona parte dei computer non avevano le licenze. Uno scandalo nazionale: intervenne la Guardia di Finanza, la Procura aprì una indagine e i computer finirono con l’essere posti sotto sequestro dell’autorità giudiziaria (molti sono ancora incredibilmente negli uffici comunali, spenti, a marcire). Nel 2009, l’Amministrazione Iervolino decise di avviare una transazione con Microsoft. Non sanando i vecchi abusi (il Comune fra l’altro nella vicenda delle false licenze era parte lesa) ma acquistando nuove licenze d’uso per il futuro. Un affare da oltre 800mila euro (700mila più Iva).

 

Nel Consiglio comunale del 30 aprile 2010 Nicodemo si esprimeva così in un intervento in Aula:
…questa operazione (riferendosi all’open source ndr.) ci ha permesso un risparmio ovvero un’economia di spesa negli anni, nel anno diciamo nel biennio 2008/2010 di 3 milioni e mezzo di euro perché noi avevamo un vecchio appalto di circa 4 milioni e mezzo di euro, con il nuovo acquisto compreso diciamo come sistema operativo noi abbiamo pagato un milione di euro e dunque questa Amministrazione facendo questa scelta ha risparmiato 3 milioni e mezzo di euro. […] Questa scelta che noi abbiamo fatto nel 2009 è coincisa anche con, diciamo, un contenzioso che si è aperto con la casa produttrice dei più grossi software, direi la casa monopolista come è noto che è la Microsoft con il Comune di Napoli. Allora io non credo che sia compito del Consiglio Comunale entrare nelle questioni diciamo dell’opportunità o meno di fare una transazione soprattutto quando ci sta allegando come un emendamento che è il numero tre, allegata una lettera dell’Avvocatura in cui dice che per il Comune di Napoli può essere utile andare a fare una transazione con Microsoft, per cui diciamo nulla quaestio sulla necessità di fare una transazione con Microsoft. Quello che questo emendamento diciamo porta all’attenzione è che poiché questa transazione riguarda l’acquisto di settecento mila euro di licenze, non di licenze vecchie volte a sanare diciamo eventuali mancanze di licenze proprietarie, piuttosto acquistare nuove licenze, è evidente che l’Amministrazione Comunale nel caso che questo emendamento voglio dire non venga accolto, sia ritirato, non sia condiviso dall’Amministrazione, si deve impegnare perché questo accordo con Microsoft rappresenta la chiusura di una vicenda che va molto lontano Sindaco e per alcuni versi è ancora aperta e vede il Comune di Napoli anche danneggiato e in causa con altri soggetti. Quello che questo emendamento diciamo porta all’attenzione è che poiché questa transazione riguarda l’acquisto di settecento mila euro di licenze, non di licenze vecchie volte a sanare diciamo eventuali mancanze di licenze proprietarie, piuttosto acquistare nuove licenze, è evidente che l’Amministrazione Comunale nel caso che questo emendamento voglio dire non venga accolto, sia ritirato, non sia condiviso dall’Amministrazione, si deve impegnare perché questo accordo con Microsoft rappresenta la chiusura di una vicenda che va molto lontano Sindaco e per alcuni versi è ancora aperta e vede il Comune di Napoli anche danneggiato e in causa con altri soggetti.

 

È un consigliere comunale di centrodestra, Andrea Santoro, a riassumere la vicenda nel 2010: «Il Comune ha subito una truffa, pagando per computer dotati di licenza che invece non l’avevano, ma qualcuno a Palazzo San Giacomo ha ritenuto giusto fosse il Comune e non l’azienda fornitrice a risarcire Microsoft. Come poi: attraverso l’acquisto di 700 mila euro più IVA di licenze. Materiale inutile per il Comune, essendo transitato nel frattempo sui nuovi computer che girano con Ubuntu e con i software sviluppati per Linux».

 

Il Comune di Napoli e la transazione con Microsoft

 

E invece, il rapporto con Microsoft è andato avanti, con buona pace della filosofia open source e di tutte le ipotesi di risparmio sul medio e lungo periodo. Già, perché con Luigi de Magistris il Comune ha confermato la via già intrapresa dai suoi predecessori in barba ad una delibera di Consiglio comunale: addio Linux-Ubuntu – peraltro osteggiato da una buona parte dei dipendenti comunali piuttosto “allergici” alle novità – e si ritorna al vecchio sistema operativo Microsoft. E così, mentre alla Regione Campania i tecnici devono far fronte con computer vulnerabili poiché montanti il vecchio sistema operativo XP ormai non più supportato dalla casa madre di Seattle, al Comune di Napoli il sistema operativo è nuovo di zecca. Ma è costato caro e amaro.

fonte: http://www.fanpage.it/


Google compie i primi passi verso il kernel Linux 3.10

Sarà una delle novità che arriverà con Android L ma non stiamo parlando del tanto attesoMaterial Design bensì del cuore stesso di Android, che quest’anno compirà un importante passo avanti, grazie al debutto in tutto il mondo ARM del nuovo kernel Linux 3.10.

LG G Watch e Samsung Gear Live già utilizzano il nuovo kernel, tuttaviala maggior parte dei dispositivi attualmente rilasciati utilizzano la versione 3.4disponibile dal 2012con il supporto che terminerà il prossimo ottobre 2014. Per questo Google sta spingendo diversi produttori di SoC a iniziare a sperimentare il prossimo kernel, attraverso alcune configurazionisperimentali disponibili per svariate piattaforme.

I primi file precompilati contengono il supporto all’architettura di Qualcomm MSM8974, ampiamente utilizzata su tutti gli ultimi top gamma di quest’anno come OnePlus OneHTCOne (M8) Google Nexus 5. Troviamo poi anche alcuni SoC Exynos di Samsung ed anche Tegra, tuttavia non è ancora possibile confermare quali e quanti dispositivi potranno beneficiare di un aggiornamento al prossimo kernel.

Sebbene sia ancora presto per parlare di arrivo imminente, Android L contribuirà a spingere i produttori in questa direzione, e dove non arriveranno loro ci penserà la community attraverso lo sviluppo di kernel personalizzati.

fonte http://android.hdblog.it/


Kernel Linux 3.10 per le prossime versioni Android?

Come ormai tutti sappiamo, il sistema operativo Android deriva da Linux e, così come ogni OS derivante da questa piattaforma open source, funziona attraverso un relativo kernel Linux. Nelle scorse ore abbiamo appreso che molto probabilmente, nelle future versioni di Android, Google aggiornerà il kernel portandolo alla versione 3.10.

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La fonte della notizia è XDA in cui, un gruppo di utenti, dando uno sguardo ai codici sorgenti di Android, ha scoperto dei codici leggermente diversi dal solito. Ad uno sguardo più approfondito, essi hanno scoperto che tali codici modificati si riferivano proprio al kernel Linux 3.10, aggiornamento dell’attuale che porterà notevoli miglioramenti dal punto di vista dell’ottimizzazione delle risorse degli smartphone e dei tablet.

Per ora le informazioni emerse si riferiscono solo a pochi SoC, anche se sono i più diffusi al momento sul mercato: i SoC proprietari Qualcomm e quelli Samsung Exynos. Al momento però si tratterebbe di un qualcosa previsto per versioni future di Android, anche se il kernel Linux 3.10 era atteso già su Android 4.4 KitKat.

Sappiamo che molti di voi non hanno familiarità con i kernel e con le loro utilità, per cui non scenderemo nei particolari. Se invece vorreste avere maggiori informazioni, vi rimandiamo al thread ufficiale sul forum di XDA.

fonte http://www.androidblog.it/

 


Allarme per i server Linux. WordPress e Joomla a rischio virus

Prende di mira i server Unix, e cerca di prendere il controllo di siti basati su WordPress e Joomla. Mayhem e l’ultima minaccia per il mondo del pinguino e per i milioni di sistemi basati sull’open source.

Un malware soprannominato Mayhem sta infettando i server basati Linux e FreeBSD, al fine di prendere il controllo di siti basati su WordPress e Joomla. Andrej Kovalev, Konstantin Ostrashkevich e Evgeny Sidorov, che lavorano al portale internet russo Yandex, hanno scoperto che il malware colpisce tutti server basati su Linux/Unix individuando già 1.400 macchine infette, un numero destinato a salire vertiginosamente.

“Nel mondo Unix, le tecnologie di aggiornamento automatico non sono ampiamente utilizzate, soprattutto in confronto con ai desktop e agli smartphone. La stragrande maggioranza dei web master e amministratori di sistema devono aggiornare il loro software manualmente e verificare che la loro infrastruttura funzioni correttamente”, si legge in una relazione tecnica firmata dagli esperti. “Per i siti web la manutenzione è piuttosto costosa e spesso i webmaster non hanno la possibilità di farlo. Ciò significa che è facile per gli hacker trovare server web vulnerabili da utilizzare nelle loro reti.”

Una volta che il malware sfrutta una falla, o qualche altra debolezza di sistemi obsoleti, riesce ad eseguire uno script PHP e prende il controllo del sistema. Si crea quindi un file di sistema nascosto, di solito chiamato libworker.so, e viene eseguito il download di otto plugins. Questi programmi includo un paio di programmi per indovinare le password di siti basati su WordPress e Joomla  presumibilmente per diffondere ulteriormente il malware oltre che per ottenere il controllo di amministrazione dei siti – e un programma per la raccolta di  informazioni personali.

Il trio Yandex avverte coe ci possono essere altri plugin in circolazione, fra cui alcuni che mirano a sfruttare la famigerata vulnerabilità Heartbleed, per il furto di dati sensibili anche su connessioni cifrate. Il team di esperti sottolinea come il codice Mayhem si possa diffondere solo su sistemi non aggiornati, motivo per cui i webmaster devono assolutamente eseguire l’update dei loro server.

fonte:http://www.alground.com


Zorin OS, il sistema ideale per sostituire Windows XP

Abbiamo già detto che l’8 aprile 2014 fermerà supporto di Windows XP, che significa lo stop degli aggiornamenti di sicurezza.
Abbiamo parlato delle precauzioni che bisogna prendere se si vuol continuare a usare Windows XPconsigliando però di non farlo e cambiare sistema operativo.
Se si può l’ideale per chi usa XP è installare Windows 7, ma se si ha un PC vecchio oppure non si vuol pagare una nuova licenza di Windows allora potrebbe essere il momento ideale di provare una distribuzione Linux.
Zorin OS potrebbe essere il sistema ideale per sostituire Windows XP senza cambiare abitudini

Zorin OS è una distribuzione Linux che cerca di somigliare di più a Windows, non tanto per interfaccia grafica, ma per usabilità.
Basato su Ubuntu, la distro Linux più popolare, è stato progettato appositamente per gli utenti Windows che devono abbandonare XP.
Zorin OS è tra le versioni Linux più semplici da imparare e facili da usare e si può installare accanto a XP, subito, senza pagare nulla ed in modo assolutamente indolore.
Esso permette anche di eseguire i programmi Windows su Linux con gli emulatori WINE e PlayOnLinux.

L’installazione di Zorin OS è abbastanza semplice, soprattutto se si desidera sostituire XP con Linux.
Con un’installazione dual-boot si potrà sempre tornare a Windows XP senza problemi e senza perdere nulla.
Poiché Zorin OS è basato su Ubuntu, creare una configurazione dual-boot è davvero semplice e guidato, l’importante è che si abbia spazio sul disco per creare una nuova partizione.
Il primo passo per l’installazione di Zorin OS è quello di scaricare il file ISO, masterizzarlo su un CD e avviare il PC da CD.
Si può anche mettere la ISO su una penna USB usando un programma come Unetbootin
Dall’avvio iniziale del sistema si può scegliere di usare live Zorin OS senza installarlo (ideale per vederlo in anteprima) o di installarlo.
Seguire la procedura guidata facendo attenzione a non eliminare l’installazione esistente di Windows.
In caso di dubbi si può cercare una qualsiasi guida di installazione come questa in italiano.

Zorin OS, come già scritto, è stato progettato per rimanere più familiare possibile agli utenti di XP, senza però copiarne palesemente l’aspetto grafico.
In basso a sinistra c’è l’icona Z che funziona come il pulsante “Start” di XP e dà accesso ai programmi installati.
Sulla parte inferiore del desktop c’è la barra delle applicazioni mentre in basso a destra c’è l’orologio e le altre icone di notifica.
con un doppio clic sull’icona si può aprire l’esplora file simile a quello di Windows.
L’esploratore di file in Zorin OS utilizza un tema che ricorda molto quello dei sistemi Microsoft.
Sulla colonna a sinistra ci sono le cartelle principali, la lista di dischi collegati e le risorse di rete.
Il riquadro di destra mostra invece i file e le cartelle.
si possono visualizzare le icone come elenco o in una griglia.

Per installare programmi Windows scaricati da Internet, si deve aprire la cartella Download, cliccarci sopra col tasto destro del mouse, selezionare “Apri con” e poi scegliere Wine.
Come accennato sopra, Wine è il programma che emula Windows sotto Linux.
Quasi tutti i programmi per PC dovrebbero funzionare, tranne Office che però può essere sostituito efficacemente da LibreOffice.
Per eseguire un programma Windows installato si può cliccare sull’icona Z e poi su Altro per trovare l’elenco dei programmi installati tramite WINE.

Ricordo comunque che per ogni programma per PC Windows, ne esiste uno simile, gratuito, per Linux.
In un altro articolo sono segnati alcuni dei migliori programmi Windows per PC Linux che funzionano anche con Zorin OS.

Nel complesso, Zorin OS riesce a fare il passaggio da Windows a Linux un più facile di quanto si poteva pensare.
L’interfaccia utente è stata progettata per essere familiare agli utenti Windows e l’inclusione di WINE permette di usare i programmi di XP senza problemi.
Le differenze tra i due sistemi operativi sono molto profonde, ma non vengono in superficie e gli utenti potranno impararle col tempo e con l’esperienza durante l’uso quotidiano del computer.
Non si è obbligati a imparare i fondamenti di Linux (anche se è fortemente consigliato) e per ogni problema si potranno cercare guide su internet.

Se non è possibile o non si vuole usare una versione più recente di Windows, piuttosto che rimanere limitati ed esposti ad ogni pericolo in rete con XP, vale la pena fare un tentativo conZorin OS che funziona bene anche su vecchi computer e netbook.

fonte http://www.navigaweb.net/


Google rilascia Chrome Remote Desktop per Linux (Beta)

Google ha ufficialmente rilasciato Chrome Remote Desktop per gli utenti Linux, il tutto accompagnato da istruzioni dettagliate per installare e configurare il programma attraverso l’Help Center. Su Linux era già disponibile da tempo l’assistenza remota tramite login con password PIN, ma ora, dopo una lunga attesa, è finalmente arrivato il supporto completo al desktop remoto. Chrome Remote Desktop è disponibile inoltre per dispositivi Windows, OS X, Chrome OS, Android e iOS. Il lancio dell’app per Linux è stato ufficialmente annunciato da Natalie Wong, Google Community Specialist, nei Google Product Forums. “Siamo entusiasti di annunciare il supporto ufficiale a Linux in Chrome Remote Desktop con le indicazioni passo-passo all’interno del nostro articolo dell’Help Center linkato qui“, ha scritto Wong. “Potete trovare le istruzioni sotto Set up Chrome Remote Desktop > Enable remote access > Linux (Beta).” 

Approfondisci su www.tuttoandroid.net/news/google-chrome-remote-desktop-linux-beta-204324/

fonte http://www.tuttoandroid.net/


ALTERNATIVA A SHAZAM O SOUNDHOUND PER LINUX?

In questa guida vedremo come utilizzare Midomi, servizio web che ci consente di avere una valida alternativa a Shazam o SoundHound in Linux.

Tra le tante applicazioni che troveremo a breve disponibili per Ubuntu Touch troviamo ancheEyrie Music Identifier, interessante app in grado di offrirefunzionalità simili a Shazam a SoundHound.
Attraverso Eyrie Music Identifier potremo avere informazioni dettagliate sul brano che siamo ascoltando alla radio, tv, ecc, funzionalità che possiamo avere anche nella nostra distribuzione Linux grazie al servizio web denominato Midomi.


Midomi è un motore di ricerca musicale che dispone di caratteristiche molto simili a Shazam o SoundHound consentendoci di poter avere informazioni dettagliate sul brano in ascolto in tv, autoradio oppure semplicemente canticchiandolo con la nostra voce.

Importante caratteristica di Midomi è la possibilità di avere informazioni sul titolo del brano, autore, album ecc del brano in ascolto il tutto direttamente dal nostro browser senza installare applicazioni, o altro. Per poter funzionare, il nostro browser deve disporre del plugin Adobe Flash Player,consiglio inoltre di impostare l’avvio automatico del microfono in Midomi operando sulle impostazioni del plugin proprietario di Adobe collegandoci in questa pagina.

In alternativa a Midomi possiamo utilizzare Picard, software open source (incluso nei repository delle principali distribuzioni Linux) dedicato alla gestione di tag in file audio interagendo con il database di MusicBrainz. Picard ci consente di poter integrare i tag nei nostri file audio semplicemente analizzando il file audio, funzionalità simile a Shazam o SoundHound, basta registrare anche pochi secondi del brano da analizzare ad esempio con l’applicazione Audio Recorder, ed analizzare il file con MusicBrainz Picard, questo ci fornirà dettagli sull’artista, titolo, album ecc come Shazam o SoundHound.

fonte:http://www.lffl.org/


UBUNTU TOUCH: LE APPLICAZIONI SUPERANO I 100.000 DOWNLOAD

Canonical ha annunciato di aver superato i 100.000 download delle applicazioni disponibili per la versione in fase di sviluppo di Ubuntu Touch

Mancano ormai pochi mesi all’avvio della commercializzazione di Meizu MX3 e Bq Aquaris, primi smartphone a disporre di Ubuntu Touch preinstallato che saranno disponibili anche per noi utenti italiani.
I developer Canonical stanno cercano di rendere sempre più stabile, sicuro e completo il nuovo sistema operativo mobile open source grazie  anche a diverse applicazioni di terze parti già disponibili da Ubuntu Store. Proprio i developer Ubuntu hanno annunciato di aver superato i 100.000 di download delle applicazioni, ottimo risultato visto che attualmente Ubuntu Touch è disponibile solo per smartphone Nexus 4 e tablet Nexus 7.


Da notare inoltre che proprio nei giorni scorsi Canonical ha annunciato di aver superato i 10.000 user che utilizzano o hanno testato Ubuntu Touch nei device Nexus 4 o 7, facendo un po di conti ogni user ha installato circa 10 app di terze parti numeri ancora molto inferiori confronto agli attuali Android e Apple iOS dove il numero di app e game installate per ogni singolo user è nettamente superiore.Ricordo che possiamo testare la versione in fase di sviluppo di Ubuntu Touch nella versione desktop di Ubuntu grazie ad Ubuntu Touch Emulator disponibile sia nella versione di default (basata su rom ARM) oppure X86 (consigliato).

Per gli utenti che dispongono di uno smartphone o tablet Nexus è possibile installare in dual boot Ubuntu Touch seguendo questa nostra guida.

fonte:http://www.lffl.org/

 


Age of Wonders 3 in arrivo su Linux

Age-of-Wonders-3

Un altro grande titolo è in arrivo su Linux. Questa volta si tratta di Age of Wonders 3 sviluppato da Triumph Studios inizialmente per Windows. Gli sviluppatori stanno già lavorando al porting da qualche tempo e lo hanno dichiarato ufficialemente nel forum del gioco presente su Steam.

Age of Wonders 3 è il quarto capitolo di una saga di videogiochi di strategia a turni. Il titolo è ambientato in un universo medievale dove potrete incontrare draghi, maghi e altre creature. Dunque gli amanti del genere strategico troveranno pane per i loro denti.

Noi non vediamo l’ora di goderci il titolo sulla nostra distribuzione appena verrà rilasciata la prima release per Linux. Per il momento Age of Wonders 3 è disponibile su Steam per 40 euro ma non è da escludere qualche sconto al momento del lancio del titolo sul sistema operativo del pinguino.

Fonte:http://www.oneopensource.it/


Valve punta su Linux

L’azienda aderisce alla Linux Foundation. E ribadisce il proprio impegno nello sviluppo dei propri strumenti e dell’ecosistema del Pinguino. A partire dalla Steam Box

Roma – Valve, azienda impegnata nel gaming e prossima al rilascio della propria prima console, entra a far parte della Linux Foundation: Steam e il suo universo fatto di videogiochi e cloud sono già in larga parte basati sul kernel FOSS più noto e diffuso al mondo, e ora Valve contribuirà economicamente e fattivamente allo sviluppo del codice. Anzi, con la partecipazione ai lavori della Foundation, potrà dettare tempi e modi dello sviluppo: iniettando la propria vocazione videloudica nel futuro di Linux.

“Unirsi alla Linux Foundation è solo uno dei molti modi in cui Valve sta investendo per il progresso del gaming su Linux – dice alla stampa Mike Sartain, che per Valve si occupa proprio di Linux – Attraverso questo impegno speriamo di contribuire con strumenti per sviluppare nuove esperienze Linux, spingere i produttori di hardware a rendere il supporto a Linux una priorità, e infine offrire agli utenti Linux una piattaforma aperta ed elegante”. Valve punta cioè a dire la propria nella direzione in cui si muove lo sviluppo del kernel, nonché a usare il proprio peso per far aumentare la quotazione di Linux anche nel mondo consumer. Anche a scapito della predominanza di Windows nel settore.

settembre il CEO Gabe Newell aveva già espresso pubblicamente la passione di Valve per Linux: l’infrastruttura cloud di Steam è basata in larga parte sul Pinguino, i videogiochi e i servizi Valve sono sviluppati su Linux, un certo numero di videogame disponibili sulla piattaforma sono già compatibili con il kernel open source. La Steam Box, la console Valve, sarà poi equipaggiata con un sistema operativo basato su Linux: Steam OS. A quel punto è facile immaginare che il numero di titoli compatibili aumenterà a dismisura, e forse anche per garantire l’ottimizzazione delle performance che Valve ha anticipato è stata presa la decisione di rendere ufficiale il suo rapporto con la community. (L.A.)

 


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