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GRAZIE A VALVE, IL CONTROLLER DI XBOX360 FUNZIONA MEGLIO SU LINUX

Il kernel Linux, con la sua nuova versione 4.2 in sviluppo, sta implementando davvero tante novità di cui abbiamo già discusso, ma ne arriva una nuova e molto interessante, che i gamer apprezzeranno parecchio.

Sembra proprio che Valve si stia impegnando nel fruire maggior supporto al kernel Linux, sempre per i suoi scopi con SteamOS e Steam in generale, certo, ma sta comunque fornendo un grandioso supporto, da cui potranno attingere tutti coloro che sostengono il mondo del software Open-Source. Arriva da degli sviluppatori di Valve, una patch per il kernel Linux 4.2 che permette di far funzionare correttamente i LED sul joystic di XBOX360.

Controller Xbox 360

Prima dell’avvento di questa modifica al codice del kernel, il controller era funzionante, tuttavia i LED non andavano completamente. I developer di Valve hanno preso parte del codice proprietario Microsoft e l’hanno ricreato (seri dubbi che MS abbia concesso libero accesso al codice) per implementarlo sul nuovo Kernel. Ecco i dettagli qui.

 

 

via http://desktopsolution.org/


Mumblehard, il nuovo malware per Linux

I ricercatori di ESET hanno scoperto un malware la cui specialità è diffondere lo spam. Tanto, spam. Da ben cinque anni. Il suo nome? Mumblehard

spam

Linux è un gran bel sistema operativo e uno dei suoi punti di forza è la sicurezza. Sacrosanto, ma non vuol dire che sia immune da QUALSIASI minaccia. Non esiste, infatti, un sistema operativo pronto a garantire una protezione al 100% e Mumblehard è un esempio che lo dimostra. Si tratta, infatti, di un malware, guarda un po’, per Linux. E quando si diffonde un software nocivo per un sistema operativo che si crede inattaccabile, che succede? Che nessuno se ne accorge e il malware ha modo di agire indisturbato anche per molto tempo. Mesi. Anni. Anche cinque anni. Tale è il periodo di attività di Mumblehard, stando ai ricercatori di ESET, che lo hanno scoperto per primi.

Il numero di computer infetti è imprecisato, ma dovrebbe essere nell’ordine di qualche migliaio. Pochi? Forse sì, il problema è cheMumblehard prende di mira non semplici computer, ma server, cioè i sistemi che gestiscono siti e servizi web sfruttando proprio Linux e FreeBSD. Durante i ben sette mesi di studio durante i quali i ricercatori hanno analizzato il malware, sono stati rilevati ben 8867 indirizzi IP unici colpiti dal mascalzone (in un solo giorno si è arrivati a 3292). Quindi, in realtà, le vittime potrebbero essere molte di più, se si considera che la nascita del software nocivo risale al 2009. A proposito di nascita: Mumblehard è programmato di base in assembly, con parecchie porzioni scritte in Perl. Uno sviluppo raffinato, quindi, come si conviene per un sistema operativo non facilmente attaccabile.

Ma cosa fa di preciso, Mumblehard? Quelli di ESET hanno notato, fin da subito, una stretta correlazione con Yellsoft, una compagnia online che vende software per distribuire grosse quantità di email in un colpo solo. In pratica, strumenti per fare spam. Ed è stato proprio lo spam, a far conoscere al mondo Mumblehard. Un bel giorno, i ricercatori di ESET vengono contattati da un amministratore di sistema con un grosso problema: uno dei suoi server era stato infilato in una blacklist a causa dello spam che diffondeva. Peccato che il server si occupasse di tutt’altro. Una veloce investigazione ha portato alla scoperta di un file di tipo ELF all’interno della directory /tmp, che una volta analizzato ha portato alla scoperta, appunto, di un malware. I ricercatori lo hanno chiamato Mumblehard.

Ora, senza scendere in dettagli tecnici, per i quali esiste un completo rapporto di ESET, il funzionamento di Mumblehard si basa su due componenti. Uno è la backdoor, che consente di controllare il malware da remoto, e l’altro è il daemon, che si occupa di diffondere lo spam ai quattro venti, sempre sotto il coordinamento della backdoor. Di primo acchito, Mumblehard potrebbe non sembrare pericoloso, ma resta il fatto che lo spam che aiuta a diffondere può essere di vario tipo, pubblicitario come pure per e-mail di phishing o vettori di altri malware. Senza contare che software nocivi di questo tipo contribuiscono in modo determinante al rallentamento globale della Rete.

Che sia tempo di antivirus anche su Linux? Sicuramente, non è più il caso di fare gli snob, ma questa è una regola aurea della sicurezza informatica.

via http://www.wired.it/


8 miglioramenti sulla sicurezza Linux in 8 anni

Nel corso degli ultimi anni sono stati introdotti dei nuovi modi di operare che hanno notevolmente incrementato la sicurezza del sistema operativo Linux

8 miglioramenti sulla sicurezza Linux in 8 anni

In questo articolo vi riproponiamo un post che è stato pubblicato qualche giorno fa sul portaleInformationWeek e che mette in evidenza 8 miglioramenti apportati al sistema operativo Linux negli ultimi 8 anni.

Secondo l’autore del pezzo Charles Badcock, Linux ha iniziato a fare sul serio sulla sicurezza a partire dal 2007 e soltanto negli ultimi tre anni ha fatto passi da gigante.  Vediamo di seguito quali sono stati gli 8 miglioramenti individuati da InformationWeek.

1. Scansione del codice con Coverity dei progetti Linux

Il Dipartimento di Homeland Security nel 2006 ha stipulato un grosso contratto con il gruppo Computer Science Laboratory della Stanford University al fine di sviluppare un sistema di controllo del codice automatizzato che fosse in grado di eseguire la scansione di C, C++, C# e Java all’interno di diversi progetti open source. È stata così costituita un’azienda dal nome Coverity per capitalizzare il servizio di analisi del codice open source, non appena il contratto con il DHS era terminato.

Nasce così il progetto Coverity Static Analysis Verification Engine (SAVE). Si tratta di un servizio online che può essere utilizzato per effettuare un’analisi statica del codice (ossia del codice non in esecuzione). In particolare il servizio esamina le linee di codice una per una ed esegue differenti test allo scopo di individuare buffer overflow, broken authentication, scross-site scripting, opportunità di code injection e tantissime altre vulnerabilità che potrebbero essere sfruttate da hacker.

2. Scansioni del codice kernel di Linux

Nel luglio del 2013 Dave Jones, Linux kernel developer, ha suddiviso il grande progetto kernel in diversi gruppi di codice ed ha deciso di utilizzare proprio Coverity per la scansione. Questo modo di operare ha riprodotto un quadro chiaro dei punti del kernel dove giacevano dei problemi.

Per anni il numero di difetti introdotti nel kernel è stato sempre in continua crescita, ma a partire dal 2013 il rapporto ha subito una inversione .

3. Maggiore impegno degli sviluppatori per la sicurezza di Linux

L’individuazione tramite Coverity di bugs, difetti e vulnerabilità ha dimostrato come i metodi fino ad allora messi in pratica per aumentare la sicurezza di Linux non fossero sufficienti. Gli sviluppatori hanno impiegato del tempo a comprendere che i bug presenti nel codice non sono mai stati risolti, anzi continuavano ad aumentare.

Le scansioni tramite Coverity hanno risolto in parte il problema. La squadra di Dave Jones, dopo aver dato uno sguardo ai risultati rimandava al mittente la porzione di codice che presentava dei problemi. In tal modo ogni sviluppatore si è dovuto impegnare a risolvere il codice non sicuro. Quando gli stessi developer hanno compreso che il merito non derivava più solo dal fatto di aver contribuito allo sviluppo del codice open source, ma anche e soprattutto dall’aver consegnato codice privo di errori, le vulnerabilità riscontrate da Coverity sono diminuite.

4. Tasso di difetto in declino

In un post sul suo sito Dave Jones ha pubblicato un grafico che mostra il declino del tasso di difetto all’interno del codice kernel Linux. Il tasso di difetto di 1 su 1000 linee di codice  è considerato di alta qualità. Il kernel di Linux aveva già un tasso inferiore, pari a 0.7, ma a partire dal 2013 il suo declino ha continuato ad aumentare.

5. Maggiore velocità di individuazione e risoluzione delle vulnerabilità

Sempre a partire dal 2013 la velocità nell’individuare e risolvere difetti e vulnerabilità èaumentatanotevolmente. Con scansione dei codici più volte a settimana, Dave è stato in grado di identificare fin da subito i problemi e rinviare allo sviluppatore la porzione di codice per la risoluzione immediata.

6. 20 milioni di linee di codice e pochi bug

Prima ancora dell’impiego di Coverity, la battaglia per la sicurezza di Linux aveva avuto inizio a partire dal 2007 con Andrew Morton. In quell’anno il kernel di Linux si basava su oltre 3 milioni di righe di codice, presentava oltre 400 bug e solo poco più di 200 sono stati eliminati. Nel 2012 il kernel aveva oltre 7 milioni di linee di codice, presentava poco più di 5800 bug e 5170 sono stati risolti. Nel 2013 si assiste all’inversione di marcia. Il codice kernel si basa su più di 8 milioni di righe di codice, i bug individuati sono scesi a quasi 3300 e sono stati quasi tutti risolti. Ad oggi il kernel può contare su 20 milioni di righe di codice.

7. Altri strumenti oltre a Coverity

Greg Kroah-Hartman, sviluppatore del kernel Linux, ha fatto presente alla redazione di InformationWeek, che oltre a Coverity esistono altre strumenti che aiutano a migliorare la sicurezza di Linux. Ad esempioCoccinelle che genera degli script che consentono di analizzare e correggerre porzioni di codice. Ogni settimana si ottengono nuovi script da aggiungere al Framework ha confermato Kroah-Hartman. Coccinelle viene utilizzato prima che il codice sia scansionato con Coverity.

8. Zero-day Bot

Lo stesso sviluppatore di Linux ha affermato che lo strumento Zero-day Bot, sviluppato da Intel e gestito da Fengguang Wu, attraversa tutto l’albero di sviluppo e gestisce tantissimi strumenti di analisi statica. Zero-day bot invia se riscontra dei problemi invia delle segnalazioni al committer e a volte è in grado di fornire anche delle patch automatizzate.

Tutti questi nuovi modi di operare hanno di certo migliorato la sicurezza di Linux, diminuendo i bug e le vulnerabilità all’interno del codice.

via http://www.hostingtalk.it/


Linux 4.1 sarà una release LTS

linux

La versione stabile del kernel Linux 4.1 dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, portando con sé un buon numero di novità interessanti sia per il comune utente delle distribuzioni che per l’impiego in ambiti lavorativi.

Linux 4.1 sarà anche una versione LTS (Long-term support) e dunque sarà il punto di riferimento di tutte quelle distribuzioni che mirano ad una stabilità maggiore.

Linux 4.1 introdurrà il supporto out-of-the-box alla serie di GPU Nvidia GTX 750, ad Intel vGEN e per il file-system level encryption su Ext4.

Ovviamente è stata eseguita anche una pulizia generale del codice per eliminare parti obsolete e vari bug.

Via Phoronix.com

via http://www.oneopensource.it/


CryEngine: supporto in arrivo per Linux

Crytek dettaglia alcuni cambiamenti recenti alla sua Eula, ovvero il contratto tra fornitore del software e utente finale, e rivela che a breve sarà introdotto il supporto a Linux all’interno di CryEngine, ancora oggi uno dei migliori strumenti per gli sviluppatori di videogiochi.

Crysis

“Siamo orgogliosi di annunciare che aggiungeremo in CryEngine un’implementazione OpenGL e il supporto per l’esecuzione dei giochi EaaS su Linux”, si legge sul sito ufficiale di CryEngine. “Per ora, il supporto Linux è stato presente per il solo Game Launcher, mentre l’editor Sandbox ha continuato a richiedere Windows. Naturalmente, il supporto Linux sarà soggetto alle stesse condizioni developer-friendly che sussistono per Windows”.

“Il vostro abbonamento mensile a CryEngine vi permetterà di vendere i vostri giochi su Linux oltre che su Windows, senza tasse o canoni aggiuntivi. Al momento non possiamo comunicare una data precisa riguardo la disponibilità dell’aggiornamento, ma abbiamo voluto avvertirvi per tempo in modo che possiate organizzare il lavoro sui vostri porting per Linux”.

via http://www.gamemag.it/


Opera 30 beta disponibile per LINUX

opera

Il team di sviluppo di Opera, uno dei browser multipiattaforma più apprezzati, continua a lavorare sodo. Di recente, dal canale per il testing del software abbiamo visto pubblicata una nuova versione, la Opera 30 beta, che porta con sé numerose novità.

Tra le feature principali troviamo la possibilità di utilizzare delle estensioni per la sidebar, che funzionano più o meno come se fossero delle App standalone.

Una novità che avevamo già visto in alcuni canali beta ma che solo ora è stata “mostrata al pubblico”.

Non solo, a ricevere un aggiornamento è stato il menu delle tab, da cui sarà possibile accedere alle schede aperte su altri dispositivi, a quelle chiuse di recente e a quelle chiuse accidentalmente con un semplice click.

Un rilascio sicuramente interessante che mostra come il panorama dei browser non sia solamente Google Chrome e Mozilla Firefox, c’è anche Opera a fare le cose in grande.

Via Softpedia

via OpenSource.it


Diario di un Blogger: I Passi da Gigante di Linux

Via http://www.rischiocalcolato.it
Nota di Rischio Calcolato: questa è una rubrica un po’ Geek che riguarda gli aspetti tecnici della mia vita di blogger, cioè i device che uso, i programmi, server e trucchetti vari . Si tratta di appunti sparsi che verranno scritti mano a mano che si presenta un qualche cambiamento nel mio modo di usare la tecnologia….ed anche un pochino alcuni aspetti dei cavolacci miei.

Questo (e il precedente) sono i primi post che io abbia mai scritto su RC con Linux. Sto usando una macchina di test, non notebook Hp EliteBook2540p di 5 anni fa upgradato con un ssd da 80gb con su Fedora 21.

Quindi una macchina relativamente lenta se paragonata ai mostri di oggi.

Usare linux per la mia attività di blogging di oggi non è stata una scelta ma una necessita dovuta alla mio personale problema con la realtà, nel senso che ho dimenticato il Mac a casa di un amico in Italia e lo andrò a recuperare la prossima settimana.

Questa macchina linux, in origine, in realtà è stata pensata per quattro scopi:
◾gestire i miei wallet con le mie Monete Digitali
◾testare le novità nel campo della blockchain che di solito escono prima per linux e poi per tutti gli altri sistemi operativi
◾surfare (con molta, molta cautela e a piccole e meditate dosi) il dark web
◾come test di valutazione per il passaggio di tutti i miei sistemi su Linux (ci devo andare piano, ormai la mia professione vive sulla rete e dunque passare da un sistema all’altro necessita un periodo lungo di valutazione e apprendistato)

Poi ho cambiato idea, nel senso che non è igienico per un non iniziato come me usare la stessa macchina per surfare il dark web e tenerci su bitcoin e affini. Non vorrei che per distrazione mi venisse da cliccare qualche link sbagliato o mi venga su l’idea di installarmi qualche software tirato giu da quelle parti. Meglio separare i mondi, per ora.

Ad ogni modo… la mia distrazione mi ha costretto di fare le seguenti azioni:
◾Configurare un client di posta elettronica per le mie varie mail istituzionali (sa, sagl e altre cosette)
◾Configurare firefox con i miei bookmark
◾Configurare dropbox
◾collegare linux alla mia stampante in ufficio e a quella a casa
◾installare la rete domestica e quella dell’ufficio
◾più un’altra serie infinita di rogne tipiche delle prime installazioni.

Ebbene sorpresa: ho avuto la stessa esperienza che ha suo tempo feci con il mio primo mac due anni fa, TUTTO HA FUNZIONATO alla prima senza sorprese ne ansie. Peraltro Fedora 21 è maledettamente simile a Mac Osx per molte cose.

6 anni fa avevo una macchina dual boot con Ubuntu (la 2009 prima versione) e fu un disastro atomico, un mal di testa continuo per fare funzionare qualsiasi cosa. La maledetta riga di comando (che Dio la accolga fra le sue possenti braccia) come rito obbligatorio per qualsiasi cosa fosse al di fuori del “normale”

E c’è di più.

Fedora è più veloce di qualsiasi altra cosa abbia mai usato, si accende in un lampo e si spegne ad una velocità che non avevo mai visto. I programmi, tipo firefox, libre office, e altre cose “normali” partono senza lag, ben più veloci di mac Osx con ssd (Windows non lo cito neppure, per me Windows non è un sistema operativo,Windows è un Virus)

Dunque la mia conclusione è questa: Linux ha fatto passi da gigante es è pronto per le masse.

E’ perfetto, è meglio di Osx: no non è perfetto e non è meglio di Osx se parliamo di produttività e completezza per un utente medio.

Due difetti:
1.La gestione della batteria dei sistemi Linux non è ottimale, generalmente una macchina linux fa durare meno la batteria del notebook. Quello che manca nell’universo linux è il supporto di un produttore di hardware che pensi a macchine linux native, fin dalla progettazione dell’hardware (come fa Apple) e dunque ottimizzi il SO precisamente sull’Hardware a disposizione. Dell produce ottimi notebook con Ubuntu ma Dell non pensa a fare una macchina che nasca per Linux, ci sono piccoli assemblatori che vendono macchine Linux ma dubito che costoro abbiano le risorse per investire in un vero team di sviluppo che vada a spaccare il capello (o il Kernel) per ottenere il massimo da un dato Hardware.
2.Per quanto sia abbastanza completo, il corredo di tool per la produttivita in Fedora 21 non è ancora pargonabile a quello di OSX, in particolare lamento la mancanza di un alternativa veramente valida a Time Machine, e a tutta una serie di piccoli tool e automatismi che rendono comunque ancora necessario cercare software aggiuntivo magari dalla maledetta riga di comando ( Riposi in Pace prima o poi). Io mi sono fatto assistere da un “iniziato” e dunque ho ottenuto un Fedora quasi Mac like. (ma più veloce)

Ritengo comunque che ci siamo, Linux è pronto per l’adozione da parte delle masse, ed è una bella novità.

p.s. magari lo era da un po’ (pronto per le masse) ma io me ne sono accorto oggi.


DEFT Linux si aggiudica la prima tappa del Digital Championship

È partito oggi dalla Scuola Holden di Torino, quello che il Digital Champion Riccardo Luna ha definito un “Viaggio con destinazione futuro”. Il Digital Championship, Talent dell’innovazione promosso da Telecom Italia e dall’Associazione Digital Champions si pone l’obiettivo di individuare i migliori progetti digitali presenti sul territorio nazionale, in un ottica di condivisione e riuso delle buone pratiche.

 

Tra i cinque progetti presentati, la giuria – composta da Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, Enzo Lavolta, assessore Sviluppo e Innovazione della Città di Torino, Marcella Logli, direttore Corporate Social Responsability Telecom Italia e Marco Boglione, presidente di BasicNet – ha premiato DEFT Linux, piattaforma open-source gratuita nata a Bologna nel 2005 da Stefano Fratepietro e alla quale Paolo Dal Checco ha contribuito allo sviluppo, per svolgere l’attività d’indagine su apparecchiature tecnologiche utilizzata da forze dell’ordine di tutto il mondo e tecnici informatici forensi, per svolgere le indagini su computer, reti e cellulari.

 

Dopo la prima torinese, il viaggio prosegue a Cagliari, Ancona, Palermo, Padova, Napoli e Roma, dove si sfideranno i vincitori delle tappe precedenti. Ma come ha sottolineato il presidente Giuseppe Recchi: “In realtà vincono tutti, questo viaggio offrirà infatti la possibilità di far emergere uno spaccato del nostro paese molto interessante. Come Telecom vogliamo connettere le persone, in questo caso anche idee e progetti”. Potranno allora trovare spazio e visibilità anche le altre proposte presentate alla Scuola Holden: da Neubot, piattaforma open-source per eseguire rilevazioni sperimentali sul funzionamento delle reti a banda larga, al Portale unificato per la Trasparenza sviluppato da Comune di Aosta; da Konforma, web application pensata per semplificare la gestione della casa e del condominio, a Citymessage, piattaforma per la comunicazione social, che ruota a un circuito di schermi collegati in rete, distribuiti sul territorio urbana, già attiva a Genova, con quasi 100 schermi.

via http://www.lastampa.it/


Age of Wonders III rilasciata la versione stabile per Linux

Age of Wonders 3

Il mese scorso il team di Age of Wonders III ha rilasciato la prima beta pubblica del titolo e in questi giorni è uscita la versione 1.5.

Con esse è arrivata anche la versione stabile per Linux. Si tratta di un ottima notizia per chi era intenzione ad giocare Age of Wonders III sulla propria distribuzione ma non voleva incappare nei bug della beta.

La versione 1.5 del gioco porta miglioramenti di stabilità e migliora la AI delle unità nemiche. Introdotti anche vari miglioramenti nella generazione delle mappe casuali.

Il titolo è disponibile su Steam e in questi giorni è in sconto per festeggiare il rilascio della versione stabile per Linux. Gli appassionati del genere strategico approfitteranno sicuramente di questa offerta.

Via Phoronix.com  http://www.oneopensource.it/


AMD FreeSync in arrivo su Linux ?

amd

AMD in queste settimane ha rilasciato una nuova beta release dei suoi driver per Windows, tale versione di testing introduce il supporto alla tecnologia FreeSync. Si tratta di un protocollo che permette una sincronizzazione del framerate migliore ed è il concorrente di GSYNC di Nvidia.

FreeSync permette un miglior frame rate e la riduzione del tearing grazie ad una maggiore integrazione con il protocollo del connettore con cui ci si collega al monitor, mentre GSYNC sfrutta un piccolo modulo hardware dentro il monitor per gestire il tutto. In questo periodo AMD sta anche potenziando il suo team di sviluppatori per i driver Linux.

Dunque la comunità di utenti del Pinguino è in trepidante attesa del rilascio della beta dei driver per Linux, questa nuova versione di testing infatti potrebbe contenere il supporto a FreeSync, anche se AMD non ha reso disponibili comunicazioni ufficiali in merito.

Se la nuova feature dovesse essere confermata la comunità di Linux otterrebbe il supporto a FreeSync quasi in contemporanea con Windows. Non resta quindi che attendere il rilascio della nuova beta dei driver Catalyst per il Pinguino.

via http://www.oneopensource.it/


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