Mese: Dicembre 2013

Steam OS: la distribuzione di Linux derivata da Debian per i computer con NVIDIA

Valve, con qualche ora di ritardo sulla data prevista, ha rilasciato Steam OS: la propria distribuzione per giocare su Linux coi computer dotati di schede video prodotte da NVIDIA — il supporto ad AMD arriverà soltanto in seguito. Come prevedevo, non è un sistema operativo creato da zero… ma è basato su Debian e recupera gli stessi pacchetti del programma proposto per Ubuntu. Insomma, parlando tecnicamente i sorgenti di Steam OS sono un ibrido fra Weezy e Precise (tanto per rispondere alla “polemica” iniziata con Davide Capri).

Installarla non è semplice, perché Valve ha scelto d’escludere il download della ISO: dovete generarla da un’immagine di ripristino e non potete virtualizzarla, perché richiede espressamente il ricorso ai driver proprietari per NVIDIA. Avrei voluto proporre uno screencast, che ho evitato per non sostituire i sistemi operativi già installati sul mio computer, però non escludo di registrarlo in seguito. Sono piuttosto eccitato per l’arrivo di Steam OS e vorrei toccare con mano quanto previsto da Valve, con tutti i limiti del caso.

La compatibilità con Debian – e, di conseguenza, con Ubuntu che ne importa la maggioranza dei componenti – è stata una scelta strategica: chi utilizza Linux conosce bene l’ambiente e i nuovi utenti non avranno particolari problemi a familiarizzare col sistema operativo, considerando le caratteristiche di Steam che funge da gestore dei pacchetti. L’attesa al momento è sull’uscita delle Steam Machines che promettono d’essere particolarmente performanti e potrebbero avere un prezzo davvero molto elevato. Forse, addirittura troppo.

Aggiornamento: Nonostante le FAQ di Valve – che includono la scheda video prodotta da NVIDA e i driver proprietari – il sistema è comunque virtualizzabile.


Smartphone Ubuntu presto realtà, il telefono Linux pronto nel 2014

ROMA – Il tentativo del lancio di uno smartphone Ubuntu sul mercato era fallito ma ora Canonical ci riprova e trova un modo di produrre un terminale da immettere sul mercato.
Pare che l’azienda abbia firmato un contratto anche se non si conosce il parter.
La notizia è stata divulgata dalle pagine di CNET e sembra che entro il 2014 il telefonino tanto desiderato possa trovarsi sugli scaffali degli store.
I tempi sono anche quelli più adatti visto che l’uscita dell’ultima release della distribuzione Linux, soprannominata Saucy Salamander, ha avuto come principale fattore di novità proprio l’aumentata e allargata compatibilità con i dispositivi come smartphone e tablet, anche grazie alla consacrazione del nuovo stack grafico basato su XMIR.
L’intento non è quello di creare uno smartphone di nicchia ma l’azienda ha serie intenzioni di lancarsi nel campo della telefonia.


Activision non boicotta Linux, è stato tutto un malinteso

Activision non è responsabile della mancata pubblicazione di Gabriel Knight: Sins of the Fathers 20th Anniversary Edition su Linux. A scagionare il publisher statunitense ci ha pensato una portavoce di Pinkerton Road, il team che insieme a Phoenix Online Studios si sta occupando del remake di questa celebre avventura grafica.

Secondo quanto dichiarato dalla portavoce non c’è mai stato alcun progetto di portare il gioco su Linux, a differenza di quanto creduto da Weldon L Hathaway, direttore tecnico di Phoenix Online studios.

Hathaway ha infatti scritto su un forum online che il gioco non sarebbe stato pubblicato su Linux per colpa di Activision, senza tuttavia spiegarsi il motivo, come abbiamo scritto nella nostra notizia di ieri. Di tutt’altro avviso la portavoce di Pinkerton Road, che spiega come la visione di Hathaway sia errata e limitata.

“La frase riportata era una supposizione errata fatta da qualcuno che non conosceva tutta la situazione. Linux non è mai stato nei piani per Gabriel Knight e Activision non ha bloccato nulla“, si legge nella breve nota scritta dalla rappresentante di Pinkerton Road.

Se dunque vi sarebbe piaciuto mettere le mani su questo remake di Gabriel Knight su sistemi operativi open source dovrete metterci una pietra sopra. Il gioco sarà disponibile solo per PC, Mac, dispositivi Android e iOS.


Monaco di Baviera è open source: grazie a Linux risparmiati oltre 11 milioni di euro R

Monaco di Baviera c’è riuscita: il progetto LiMux (qui il PDF), infatti, è arrivato al suo completamento dopo dieci anni dall’approvazione. Si tratta di un’opera di bonifica che coinvolge tutto il settore pubblico; l’obiettivo dell’iniziativa, avviata ufficialmente a maggio 2003, è fare affidamento esclusivamente sul software open source appositamente realizzato su base Linux per circa 15.000 PC ex-Windows ed evitare, così, le spese extra derivanti dal trattamento tramite aziende esterne.

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I dipendenti sono stati gradualmente istruiti all’uso del nuovo sistema operativo e i problemi iniziali sembrano essere stati risolti; durante il processo, ha assicurato l’amministrazione, le operazioni sono state sempre operative. Un esempio per altre città europee, dove la crisi economica si fa sentire e la necessità di una riorganizzazione delle spese non necessarie è vitale per il corretto sfruttamento del denaro pubblico. Monaco, comunque, non è stata l’unica città ad avviare un simile progetto: Saragozza, Vienna, Amsterdam e Soletta sono alcuni dei nomi che hanno già iniziato iniziativa informatiche basate su software libero.

LiMux, dicevamo, nasce nel maggio 2003 ma solo dal 2006 sono stati compiuti passi concreti ed è iniziata la migrazione; oltre a LiMux, comunque, sono stati sfruttati altri software open source, come OpenOffice per i documenti e WollMux, sistema di gestione sviluppato indipendentemente.

Il risultato? Il 28 marzo 2012 i soldi risparmiati ammontavano a 4 milioni di euro tra costi di licenza e supporto tecnico, saliti poi a oltre 11,7 milioni di euro a novembre dello stesso anno; considerato un altro anno, tale valore potrebbe ora essere superiore. Comunque, sebbene il risparmio di denaro fosse di primaria importanza, è la maggiore indipendenza dai produttori privati che rende orgoglioso l’amministrazione comunale della città. Il vicesindaco, Christine Strobl, s’è detto entusiasta del “passo in avanti verso un’apertura maggiore” compiuto dalla città di Monaco

Read more: http://it.ibtimes.com/articles/60256/20131213/monaco-open-source-limux-risparmio-denaro-pubblico.htm#ixzz2nMwyxfTX


Red Hat guarda al futuro con Enterprise Linux 7

La nuova release, per ora in beta, della piattaforma Linux di Red Hat è annunciata dal vendor come un’innovazione che sosterrà le infrastrutture It di prossima generazione. La promessa è quella di flessibilità e stabilità senza precedenti, necessarie per gestire workload critici.

Non usa mezzi termini Red Hat nel presentare l’ultimo aggiornamento alla sua piattaforma Linux per aziende. Red Hat Enterprise Linux 7, per ora in versione beta (è possibile testarla facendo richiesta), è descritta come una major release, “la più innovativa di tutti i tempi”, concepita per fornire flessibilità e stabilità senza precedenti, necessarie per gestire workload critici. In particolare, questa versione dovrà rappresentare la base di future architetture applicative, fornendo la flessibilità, la scalabilità e le prestazioni necessarie per implementarla su infrastrutture bare metal, virtuali e cloud.

“In breve, riteniamo che Red Hat Enterprise Linux 7 rappresenti il futuro dell’It”, sintetizza Red Hat nel comunicato di lancio del nuovo prodotto. Attualmente, a detta del vendor, nessun altro sistema operativo Linux può offrire una stabilità e una flessibilità comparabili, stando dunque al passo con l’aumento di hypervisor e implementazioni cloud e con la loro integrazione con i server fisici delle aziende.

Basata su Fedora 19 e sull’upstream del kernel Linux 3.10, Red Hat Enterprise Linux 7 incorpora nuove funzionalità che semplificano e automatizzano installazione, implementazione e gestione, potenziano la facilità d’uso e garantiscono massima stabilità. Inoltre, integra funzionalità di virutalizzazione, di storage, di networking, di gestione delle prestazioni e altre.

Nel dettaglio, queste le nuove funzionalità della release numero 7:

Linux Container: è possibile creare e implementare applicazioni in ambienti isolati. Le risorse di sistema possono essere partizionate per ogni container, fornendo a ciascuna applicazione le risorse appropriate e l’isolamento di sicurezza di cui necessitano;

Gestione delle prestazioni: è possibile ottimizzare le prestazioni del sistema, riducendone al contempo i costi, ed è possibile selezionare il profilo più adatto per ciascuna applicazione, in modo da ottenere risultati migliori di performance e consumi;

Aggiornamenti fisici e hosted in-place: una funzionalità di upgrade in-place per implementazioni server comuni permette ai data center di migrare esisenti sistemi Red Hat Enterprise Linux 6.5 alla versione 7. Inoltre, Red Hat Enterprise Linux 7 consente la migrazione di macchine virtuali da un host Red Hat Enterprise Linux 6 a uno Red Hat Enterprise Linux 7 senza modifiche o downtime alla macchina virtuale.

File system: i file system all’interno di Red Hat Enterprise Linux 7 continuano a essere un focus, con miglioramenti ai sistemi ext4 e btrfs. Red Hat Enterprise Linux 7 comprende XFS come file system di default, scalato per incrementare la dimensione massima di file system stand alone da 16 TB a 50 TB, e offre il supporto per block size fino a 1 MB, riducendo in modo significativo il tempo dedicato all’allocazione dei blocchi e alla riduzione della frammentazione. Btrfs, file system emergente, sarà disponibile come preview in Red Hat Enterprise Linux 7 e comprende gestione di volumi, supporto snapshot, e capacità checksum per validare l’integrità di dati e metadati.

Networking: la configurazione e la gestione della rete sono state potenziate, ed è stato aggiunto il supporto per alcuni degli standard più recenti. I miglioramenti in termini di prestazioni sono disponibili per applicazioni network intensive con la disponibilità di supporto Ethernet 40Gb, maggior channel bonding, prestazioni TCP e supporto socket poll a bassa latenza.

Storage: è stato potenziato con il supporto di configurazioni su larga scala, compreso quello per gli array enterprise. Per implementazioni price-sensitive, lo stack scalabile di Red Hat Enterprise Linux 7 rappresenta una valida alternativa. Le nuove funzionalità semplificano la gestione di ambienti storage eterogenei. Interoperabilità Windows: migliorata in questa versione, in modo da permettere ai professionisti It di unire le infrastrutture Windows e Linux integrando i sistemi Red Hat Enterprise Linux 7 e SAMBA 4.1 con i domini Microsoft Active Directory esistenti. In aggiunta, il personale può decidere di adottare Red Hat Enterprise Linux Identity Management in una zona di fiducia parallela ad Active Directory, sfruttando gli investimenti esistenti.

Gestione dei sottosistemi: Red Hat Enterprise Linux 7 semplifica configurazione e gestione con strumenti condivisi per networking, storage, file system, prestazioni, identità e sicurezza, attraverso un framework Linux che si interfaccia con altri sistemi diffusi attraverso OpenLMI. I system administrator possono così utilizzare lo scripting e le Api per automatizzare la gestione tra sistemi.


Activision dice no a Linux, bloccata l’uscita di un gioco

Activision sta bloccando la pubblicazione di un gioco su Linux. Per capire la questione bisogna fare un piccolo passo indietro nel tempo, per la precisione al 1993, anno d’uscita di Gabriel Knight: Sins of the Fathers.

Gabriel Knight su PC, Mac, iOS e Android, ma non su Linux

La celebre avventura di Sierra Online, uscita nel periodo d’oro di questo tipo divideogiochi, quest’anno ha compiuto vent’anni e gli sviluppatori hanno deciso di dargli una spolverata, creando una versione rifatta chiamata Gabriel Knight: Sins of the Fathers 20th Anniversary Edition.

Il gioco è stato annunciato a ottobre per Windows, Mac, Linux, iPad e tablet Android. Ad occuparsi del remake ci stanno pensando i team di Pinkerton Road e Phoenix Online Studios. Proprio il direttore tecnico di quest’ultimo studio, Weldon L Hathaway, ha sollevato la questione su un forum online, svelando che il porting su Linux non arriverà più per scelta di Activision, publisher del gioco.

“Odio dare brutte notizie, ma le mie precedenti dichiarazioni relative alla disponibilità di Gabriel Knight su Linux si sono rivelate scorrette. Non posso nemmeno immaginare il motivo, ma Activision non ha permesso di creare una versione del gioco per questa piattaforma. Solo PC, Mac, Android e dispositivi iOS”, spiega Hathaway.

Un’immagine del remake di Gabriel Knight: Sins of the Fathers – Clicca per ingrandire

Activision non ha commentato la notizia, per cui non è ancora chiaro il motivo che avrebbe spinto l’azienda a impedire l’uscita di questo gioco su Linux. Un “dispetto” al mondo dell’open source? La paura di un investimento poco remunerativo? Ai posteri l’ardua sentenza.


Gabriel Knight: Sins of The Fathers non uscirà su Linux

Phoenix Online Studios aveva promesso ai fan di Gabriel Knight che sarebbe sicuramente arrivato un porting di questo nuovo titolo anche su sistemi operativi Linux. Purtroppo non sarà così:

Viene meno, purtroppo, la nostra precedente affermazione riguardo la versione Linux diGabriel Knight: Sins of The Fathers. Non siamo neppure in grado di immaginare il motivo, ma Activision non permetterà al gioco di uscire per questa piattaforma. Ci saranno solo versioni PC, Mac, Android e iOS.

Dichiarazione, questa, che arriva direttamente da Wheldon Hataway, responsabile dell’ufficio tecnico presso Phoenix Online Studios.

Data di uscita: Metà 2014

Steam Os, finalmente su linux

Valve si appresta a consegnare le prime unità di Steam Machines e di Steam Controller a coloro che sono stati selezionati per il beta test, come si può leggere sulla Steam Universe Steam Community page. Ciò segna il debutto di SteamOS al pubblico.

I 300 beta tester selezionati hanno già ricevuto la notifica sull’imminente spedizione e sono stati premiati con un riconoscimento speciale che sarà ben visibile sul loro profilo Steam. Così saranno facilmente individuabili come coloro che sono già in possesso delle nuove categorie di hardware Valve. Alle librerie di giochi di questi utenti, inoltre, sono stati aggiunti diversi giochi compatibili con il nuovo SteamOS.

“Abbiamo dovuto prendere la difficile decisione di limitare il test agli Stati Uniti, a causa di ostacoli normativi”, si legge nella pagina in questione. “Non era il nostro piano originale, e significa che non possiamo ottenere il feedback dei giocatori che risiedono nelle altre parti del mondo. Ma siamo sicuri che è la decisione giusta, perché altrimenti avremmo dovuto ritardare la beta e non avremmo potuto utilizzare il feedback per affinare i prodotti che raggiungeranno il mercato nel 2014”.

Valve specifica che si tratta di un problema relativo solamente ai prototipi utilizzati per il test, che non riguarderà i sistemi definitivi che verranno commercializzati nel corso del 2014. Altri dettagli in merito verranno comunicati il 6 gennaio in occasione del CES.

SteamOS sarà scaricabile non appena inizierà la consegna dei protitpi, anche dai singoli utenti e dagli OEM commerciali: “Ma, a meno che tu non sia un intrepido hacker di Linux, ti raccomandiamo di aspettare fino al 2014 per provarlo”, sottolinea Valve. (altro…)


Gabriel Knight: Sins of The

Phoenix Online Studios aveva promesso ai fan di Gabriel Knight che sarebbe sicuramente arrivato un porting di questo nuovo titolo anche su sistemi operativi Linux. Purtroppo non sarà così:

“Viene meno, purtroppo, la nostra precedente affermazione riguardo la versione Linux di Gabriel Knight: Sins of The Fathers. Non siamo neppure in grado di immaginare il motivo, ma Activision non permetterà al gioco di uscire per questa piattaforma. Ci saranno solo versioni PC, Mac, Android e iOS.”

Dichiarazione, questa, che arriva direttamente da Wheldon Hataway, responsabile dell’ufficio tecnico presso Phoenix Online Studios.


Server, in calo la parte Unix mentre cresce il server Linux

Dall’inizio del 2013, il mercato mondiale dei server non ha fatto che arretrare e il terzo trimestre non ha fatto eccezione. L’analista Idc ha infatti rilevato un calo del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, misurando un giro d’affari totale di 12 miliardi di dollari, che corrisponde a 2,3 di unità vendute.
A tirare verso il basso il comparto hanno pensato soprattutto i prodotti di fascia media e alta, scesi rispettivamente del 17,8 e del 22,5% in rapporto al terzo trimestre 2012. Secondo l’analista, i dati negativi vanno correlati ai cicli di rinnovamento delle infrastrutture e alla flessione del segmento Unix. Questi ultimi sistemi hanno registrato un calo del 30% e oggi pesano solo l’11% sul totale.
In compenso, Idc ha rilevato un costante aumento dei server Linux, grazie anche all’affermazione delle infrastrutture cloud. Gli investimenti in quest’ambito sono cresciuti del 5,6% rispetto allo scorso anno. Oggi, dunque, il mondo Linux pesa per il 38% sul totale dei server. Nel complesso, i prodotti a base Microsoft rappresentano ancora la metà del segmento, ma solo calati dell’1,3%.
Dal punto di vista dei vendor, nel trimestre si registra il ritorno al vertice di Hp, che ha approfittato non tanto della propria crescita (solo 1,5% in un anno) quanto del cattivo risultato di Ibm, che ha perso il 19,4%. Hp ha fatto segnare un giro d’affari di 3,4 miliardi di dollari e dispone di una quota di mercato del 28%, beneficiando soprattutto del buon andamento della gamma ProLiant. Per Big Blue, invece, la quota di mercato è scesa al 23,4% e ciò viene attribuito essenzialmente a un arretramento tanto della gamma System x che dei Power Systems. Per contro, in casa Ibm vanno bene i prodotti di fascia più alta, ovvero i System z, che sono cresciuti per il quarto trimestre consecutivo e viaggiano con un tasso positivo annuo del 6,3%.
Dietro i due big, troviamo Dell, in calo del 6% e con una quota di mercato del 16,2%. Il costruttore texano deve guardarsi le spalle da Cisco, che sta salendo rapidamente e ha fatto segnare una crescita del 43%. La minaccia, tuttavia, non è imminente, perché la quota di mercato raccolta è ancora ferma al 5%. Non vanno bene le cose per Oracle, invece, che ha perso un altro 16% in valore e ora vanta un market share solo del 4%.


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