Mese: Ottobre 2014

TUTTI PAZZI PER IPHONE, SARÀ COSI ANCHE I FUTURI DEVICE CON UBUNTU TOUCH O ANDROID? (OGGI PARLIAMO DI…)

Chiediamo ai nostri lettori il parere sul “successo” di Apple iPhone, il nuovo Ubuntu Touch potrà competere con il proprietario di Apple?

 

Device Apple iOS
E’ iniziata la vendita del nuovo iPhone 6, nuovo smartphone targato Apple che (come al solito) ha portato molte discussioni riguardanti non solo le caratteristiche del device. Difatti al rilascio di un nuovo iPhone troviamo numerosi utenti in file ore ed ore prima per accaparrarsi il “prestigioso” smartphone di Applesnobbando i costi molto elevati del prodotto. Molto spesso gli utenti fanno la coda per avere il nuovo iPhone da 700 e passa Euro solo per farsi vedere con gli amici (io ho il nuovo iPhone e sono più figo), fregandosene delle caratteristiche e se davvero possa vale o meno tutti quei soldi.

Fa pensare il recente video realizzato da Servizio Pubblico nel quale vengono intervistati gli utenti in colonna per aspettare l’apertura dell’Apple Store per acquistare per primi il nuovo iPhone 6. La giornalista chiede ai vari intervistati il motivo di tutta questa “frenesia” tra le incredibili risposte troviamo “è una passione, la facciamo tutti gli anni”o “se c’è gente che lo compra vuol dire che funziona” o peggio ancora “Apple mi fa sentire più partecipe” (partecipe di cosa non si sa, forse a partecipare ad aumentare i conti bancari dell’azienda di Cupertino).

Apple Store - iPhone 6

A breve saranno disponibili anche i primi smartphone basati su Ubuntu Touch, nuovo sistema operativo mobile di Canonical che sta portano l’interesse da parte non solo degli user Linux.
Sono molti gli utenti Ubuntu che vorranno testare il nuovo sistema operativo mobile open source nel nuovo Meizu e BQ, frenesia che però non ha nulla a che vedere con la “moda” dei device Apple. Presto avremo sul mercato anche nuovi device basati su Android L, nuova versione del sistema operativo mobile di Google, che porta con se moltissime novità.

Quello che chiediamo oggi ai nostri lettore è: Secondo voi la moda “Apple iPhone” potrà esserci in un futuro per altri sistemi operativi / device? Ubuntu Touch, Android potranno diventare device “di nocchia” come gli attuali melafonini?

via lffl.org


PRIMI PASSI CON STEAM MUSIC

In questo articolo andremo a scoprire Steam Music, il nuovo player integrato nel client di Valve per Linux, Windows e Mac.

 

Steam Music
Tra le ultime novità introdotte da Valve nel client Steam troviamo anche un’interessante ed utile funzionalità, ossia il player audio.Steam Music è una nuova funzionalità inclusa nel client di Valve per Linux, Windows e Mac che ci consente di riprodurre i nostri brani preferiti mentre giochiamo il tutto con estrema facilità. Da notare inoltre la possibilità di scaricare e poter ascoltare direttamente da Steam i soundtrack di alcuni game, senza quindi dover avviare altri player audio.

Steam Music è già disponibile il client di Valve nativo per Linux, Windows e Mac,basta quindi aggiornarlo da Menu -> Steam -> Ricerca Aggiornamenti del client Steam.

Una volta aggiornato e riavviato il client, potremo già inserire i nostri brani preferiti, basta andare in Menu -> Visualizza -> Impostazioni ed accedere alla sezione Musica. Da li potremo inserire le directory del nostro pc contenenti i nostri brani preferiti, attivare la scansione all’avvio, effettuare la ricerca di colonne sonore e operare nel database e volume.

Steam Music - Impostazioni

Una volta inserite le cartelle potremo avviare la riproduzione da Menu -> Visualizza -> Dettagli sulla Musica, basta scegliere l’album / cartella preferita ecliccare sul pulsante “Riproduci l’Album” oppure aggiungi alla coda o playlist, in alternativa possiamo accedere alla cartella correlata avviando il file manager predefinito cliccando su “Mostra sul Sistema”.
Avviata la riproduzione, avremo il player Steam Music nel quale potremo operare sull’elenco dei brani da ascoltare.

Steam Music Player

Possiamo inoltre chiudere il player e riavviarlo semplicemente cliccando sull’icona a forma di nota musicale presente in alto a destra del client Steam.

Per maggiori informazioni su Steam Music Player consiglio di consultare la pagina dedicata del portale Valve.

via lffl.org

QT 5 QUANTO BASTA OTTIMO LIBRO PER IMPARARE L’USO DELLA LIBRERIA GRAFICA QT 5

Vi presentiamo un’interessante libro italiano con il quale potremo imparare ad utilizzare la libreria grafica QT5.

 

Qt 5 Quanto Basta, La Guida all'Uso della Libreria Grafica Qt
Vi vogliamo presentare un’interessante progetto realizzato dal nostro lettore Gianbattista Gualeni, il quale ha deciso di realizzare il primo libro dedicato a Qt 5 in italiano.
Qt 5 Quanto Basta: la Guida all’Uso della Libreria Grafica Qt 5,in Italiano è un libro che punta a differenziarsi dal classico manuale di informatica, l’idea è quella di non realizzare una copia ridotta della copiosa documentazione ufficiale di Qt, ma prende il lettore per mano e, attraverso esempi ben congegnati, lo porta ad esplorare alcuni argomenti di questa fantastica libreria.

Il focus, è sempre concentrato su come un modulo o un componente si usa; la trattazione non è mai didascalica; anzi grazie ad aneddoti e alleggerimenti, la lettura è sempre scorrevole.
La narrazione parte dal download di tutto quanto serve per lo sviluppo di una applicazione, passa per l’immancabile “Hello World!”, e arriva fino alla creazione di una vera applicazione, senza tralasciare argomenti molto tecnici come lo sviluppo di librerie usando il D-Pointer pattern.

È inoltre unico il modo in cui la trattazione viene implementata sia per Linux che per Windows. E nel caso di Linux, l’autore si mette sempre dalla parte del lettore, spiegando con calma tutti i passaggi che potrebbero risultare indigesti! Partendo poi dall’esperienza professionale dell’autore, non poteva mancare l’esempio di un visualizzatore di immagini, che viene usato come pretesto per mostrare tutti gli elementi classici di una applicazione, come la palette dei tools, la barra di stato, il salvataggio della configurazione, il controllo della posizione del mouse.

Sia che siate sviluppatori di professione alla ricerca di una valida alternativa a .NET o Java, o semplicemente curiosi, alla ricerca di nuovi stimoli, grazie a questo libro potrete padroneggiare l’enorme potenziale della libreria Qt, che ormai è utilizzata anche per dispositivi Android, Apple iOS, Windows RT, Windows Phone 8 e potrete sviluppare applicazioni mirate a risolvere i vostri problemi. Se invece state cercando uno strumento moderno per insegnare informatica alle nuove generazioni, sicuramente troverete beneficio dal dettaglio con cui gli esempi sono disponibili paragrafo per paragrafo sul sitohttp://www.gianbattistagualeni.it/qt5qb


(Guarda il video) – www.youtube.com/watch?v=Oy91-c9rxDE

Qt 5 Quanto Basta, La Guida all’Uso della Libreria Grafica Qt 5, in Italiano (Qt 5 QB) è disponibile su www.amazon.it, sia in formato cartaceo (Qt 5 Quanto Basta, Copertina Flessibile) che in formato elettronico (Qt 5 Quanto Basta e-book). Naturalmente il libro elettronico è fruibile anche direttamente dal proprio PC, smartphone o tablet, grazie alla Applicazione Kindle gratuita fornita da Amazon.
Da pochi giorni, è stato completo il roll-out della seconda edizione, che ora comprende: la versione cartacea, la versione elettronica, il codice sorgente degli esempi all’indirizzo http://www.gianbattistagualeni.it/qt5qb e le istruzioni per installare e compilare il tutto usando l’ultima versione della libreria e Visual Studio 2013.

via lffl.org

AMD e i driver Linux: una nuova strategia unificata

In molti chiedono ad AMD maggiore impegno sui driver per sistemi Linux. Nel corso della X.Org Developer’s Conference 2014 lo sviluppatore Alex Deucher ha discusso dei piani futuri, svelando come l’azienda intenda cambiare le cose.

Secondo quanto riportato dal sito specializzato Phoronix vi sarà una convergenza dei driver grafici open source (Gallium3D, ecc.) e closed source (Catalyst) che avranno come base lo stesso kernel driver “AMDGPU”, “una versione leggermente modificata dell’esistente driver Radeon DRM (Direct Rendering Manager)”. Si creerà insomma un unico blob binario.

“La buona notizia”, sottolinea Phoronix, “è che AMD sta portando avanti questo processo, ma ci sarà una transizione che impatterà solo sulle future generazioni di hardware. […] Forse il più grande cambiamento con la strategia driver di AMD è che si andrà a tradurre in un nuovo kernel driver. […] Questo nuovo kernel driver open source è parzialmente basato sull’attuale driver Radeon DRM, ma con vari cambiamenti che non sono stati ancora delineati”.

Alex Deucher ha affermato che mentre AMD ha usato i chip grafici Sea Islands per sviluppare e testare il nuovo kernel driver, quando andrà “in produzione” sarà usato per le schede “post Radeon R9 290”. “Non ci sono piani attualmente per abilitare il supporto per qualunque ASIC che è già compatibile con l’attuale kernel driver”.

Si tratterà quindi di un nuovo inizio – ulteriori informazioni e slide a questo indirizzo – che dovrebbe semplificare la vita di tutti, a partire dagli sviluppatori che potranno lavorare meglio e con più celerità fino agli utenti Linux con schede Radeon che oggi devono scegliere tra i driver open e closed source a seconda del prodotto che possiedono.

via http://www.tomshw.it/


A Ferrara torna il Linux Day, una giornata per conoscere il Software libero

L’edizione ferrarese della manifestazione Linux Day 2014 giornata nazionale dedicata a Linux e al Software Libero e Open Source, si terrà sabato 25 ottobre 2014 presso l’Aula Magna del Polo Scientifico Tecnologico dell’Università degli Studi di Ferrara. Il Linux Day è una giornata nazionale di promozione del Software Libero e Open Source (SLOS), con eventi organizzati simultaneamente in più di 100 città in tutta Italia. All’evento ferrarese di Linux Day sono previsti numerosi interventi di esperti che si occupano da molti anni di Software Libero e Open Source sia dal punto di vista professionale, che da quelli culturale-filosofico e hobbystico-ludico.

Lo scopo dell’evento ferrarese, che segue il successo delle edizioni precedenti, è di far conoscere a un pubblico il più vasto possibile la realtà del sistema operativo Linux e del Software Libero e Open Source, nonché i vantaggi ed i benefici che ne derivano.
L’evento ferrarese di Linux Day è pensato per chiunque voglia avvicinarsi al sistema operativo Linux e al Software Libero e Open Source: neofiti, studenti, operatori scolastici, sviluppatori, ricercatori, ma anche dirigenti aziendali o della Pubblica Amministrazione, semplici appassionati, ecc. Quindi, il programma dell’evento è diviso in due sessioni. Alla mattina esso prevede una serie di interventi introduttivi dedicati agli aspetti filosofici, politici, economici e ludici del Software Libero e Open Source, che non assumono alcuna competenza specifica e risultano pertanto accessibili a tutti. Al pomeriggio i lavori riprenderanno con una sessione tecnica, i cui interventi sono invece dedicati a un pubblico esperto.

Nel corso della manifestazione, che coprirà l’intera giornata dalle 9:00 alle 19:00 circa, i volontari del Ferrara LUG saranno a disposizione dei partecipanti interessati a informazioni più dettagliate sul Software Libero e Open Source, o a provare o installare strumenti Software Libero e Open Source.

Linux Day è un’iniziativa senza scopi di lucro, aperta a chiunque voglia assistere ai lavori. Lo stesso ente che organizza l’evento, ovverosia FerraraLUG (http://www.ferrara.linux.it/), è un’associazione senza scopo di lucro, da anni impegnata nella diffusione del Software Libero e Open Source nel territorio ferrarese.

via http://www.telestense.it/


Linux 3.18: miglior supporto per le tavolette Wacom e il DualShock della PS4

linux

Giusto qualche giorno fa è stato rilasciato Linux 3.17, ma i developer sono già al lavoro sulla prossima stable release del kernel. Infatti, sono in arrivo delle patch per Linux 3.18 che dovrebbero migliorare il supporto alle famose tavolette Wacom.

In particolare, si sta lavorando per supportare la serie Cintiq e la PenMount sui touchscreen. Oltre che sui device Wacom, i developer sono all’opera per implementare il supporto al controller della Playstation 4, il DualShock 4, sopratutto per quanto riguarda la gestione del touchpad del device.

Il supporto ai controller delle console next-gen sembra molto caro ai developer del kernel, segno che il settore del gaming su Linux sta crescendo notevolmente in questi ultimi anni, grazie all’arrivo di Steam e di SteamOS.

Via Phoronix.com


Mini PC MK902II LE: CPU RK3288 e Xubuntu Linux

È in vendita la variante LE (Linux Edition) del Mini PC Rikomagic MK902II. Usa la stessa scheda tecnica del modello con Android, quindi basa le sue fortune sul SoC RK3288 Quad Core e su una scheda con 2 Gb di RAM e 16 Gb di memoria eMMC.

MK902II LE costa 115 sterline sul negozio inglese cloudsto.com, l’equivalente di 147 euro. Non è poco per un ARM di questo livello, ma si paga la personalizzazione software e la vendita attraverso i rivenditori (le versioni LE dei Mini PC Rikomagic non arrivano direttamente dalla casa madre asiatica ma vengono realizzate e distribuite da terzi – in questo caso dalla divisione UK).

Specifiche tecniche MK902II LE

  • CPU – Rockchip RK3288 Quad Core (28nm Cortex-A17 Quad Core a 1.8GHz)
  • GPU – ARM Mali-T764 GPU, supports OpenGL ES1.1/2.0/3.0, Open VG1.1, OpenCL, DirectX11
  • Memory – 2GB (Dual channel 64 bit DRAM controller)
  • Internal Storage – 16GB Internal eMMC solid state dsik with Xubuntu 14.04 preinstalled
  • External Storage – Micro SD Card Slot
  • System – Ubuntu Linux (Xubuntu 14.04 LTS) Full Ubuntu OS with access to many apps from Ubuntu software center
  • WiFi – 802.11 b/g/n
  • Ethernet – RJ45 Supports Gigabit Ethernet.
  • Video – HDMI, full HD 1920x1080p / Analogue AV output
  • Audio – HDMI or External USB Sound Device (not included), 3.5mm AV output, optical output
  • USB – 4 x Full Size USB Host.
  • Other Hardware Features – IR sensor supporting soft startup/shutdown, volume control in Linux, Easily accessible recovery switch
  • Power – 5V USB ±2 Amps

Sulla carta è stato fatto un buon lavoro. La Xubuntu 14.04 pre-installata integra Wine per il supporto di alcuni software Windows (in particolare quelli non presenti su Linux ARM) e viene indicata capace di prestazioni almeno decenti. MK902II LE impiega 6 secondi ad avviarsi e 10 minuti a compilare un kernel, ma è priva di accelerazione hardware nella parte grafica quindi non può fare molto nei contesti multimediali. Cloudsto ha messo online alcuni video hands-on per mostrare il funzionamento del box (da Skype a Microsoft Office Word Viewer fatto girare attraverso Wine – sotto ne vedete uno).

Non è un Mini PC per tutti. MK902II LE ha alcune buone cose ereditate dalla scheda originale, come la Gigabit Ethernet, il telaio compatto e l’hardware a bassissimo consumo, ma resta una macchina molto di nicchia, adatta solo a chi necessità di far girare Linux su una piattaforma ARM moderna.

Il prezzo potrebbe scendere nelle settimane a venire ma sarà difficile vederlo nella fascia dei 100 euro. Fino ad allora, se l’obiettivo è avere un Linux sufficientemente potente in forma ridotta, forse è meglio preferire macchine x86 come Intel NUC, Zotac Zbox nano, ECS Liva e via dicendo. Potete approfondire nel forum di Rikomagic UK.

via hdblog.it


Linux 3.17 disponibile per il download

linux

Finalmente, dopo 7 release candidate, Linus Torvalds ha rilasciato la versione stabile di Linux 3.17. Questa nuova release del kernel Linux porta con sé diverse novità che faranno felici gli utenti delle distribuzioni.

Una delle novità più interessanti è il supporto al controller dell’Xbox One. Il supporto a questo device è davvero un’ottima caratteristica visto che il controller dell’Xbox One probabilmente diventerà lo standard per chi gioca su PC.

Altra novità riguarda il miglioramento della gestione energetica assieme all’update dei vari driver open source, in particolare per quelli AMD con l’introduzione delsupporto alla nuova GPU AMD Radeon R9 290. Oltre a questo è stato migliorato il supporto a vari device ARM e ai processori Intel Braswell e Cherry Trail.

Linux 3.17 dovrebbe arrivare presto nei repository delle varie distribuzioni.

Via Phoronix.com


Shellshock, il ‘bash bug’ che fa tremare la rete: quanto è pericoloso?

L’ultima volta che il mondo dell’open source è caduto letteralmente nel panico risale ai tempi della scoperta diHeartbleed, un potente bug nel protocollo (e nelle annesse librerie) OpenSSH che ha letteralmente messo in ginocchio server da ogni dove. Oggi la storia si ripete con un secondo bug, “adulto” più o meno quanto un quarto di secolo, che riguarda la shell Bash (o Bourne Again Shell) e prende appunto il nome di bash bug – o di Shellshock, come il simpatico R. Graham l’ha ribattezzato.

shellshock3

Secondo alcuni importanti esponenti della sicurezza, tra cui lo stesso Graham, Shellshock sarebbe addirittura più pericoloso di Hearbleed: la causa è da ritrovarsi al diffusissimo utilizzo della shell bash – sia come applicazione attiva che come applicazione in background da parte di altri programmi – e la semplicità con cui agisce il criterio di sfruttamento della falla.

Prima di farne una pandemia, però, capiamone qualcosa in più!

Cosa è Shellshock?

Shellshock – il bash bug – altri non è che un bug insito nella shell Bash, la “console dei comandi” tipicamente inclusa in quasi tutti i sistemi operativi GNU/Linux-based (incluso Android) e Mac. Sostanzialmente il funzionamento di Shellshock coinvolge la dichiarazione e l’utilizzo di variabili d’ambiente, con un modus operandi che cercheremo di semplificare il più possibile.

In pratica, prima dell’esecuzione di Bash è possibile definire in determinati file – richiamabili anche da programmi esterni – delle variabili, che servono spesso a “semplificare” l’eventuale passaggio dei parametri al programma eseguito tramite bash.

Il problema è nella dichiarazione di tali variabili: se una variabile viene dichiarata sulla stessa riga viene specificato un particolare comando, tale comando può essere eseguito arbitrariamente da qualsiasi applicazione abbia accesso a quella variabile. In parole povere, dichiarando una o più variabili con una particolare sintassi può rendere il sistema vulnerabile.

Se masticate lo scripting bash, il tutto sarà più chiaro con un esempio. Considerate questa dichiarazione di variabile:

env x='() { :;}; echo vulnerable' bash -c "echo this is a test"

Shellshock fa si che Bash intepreti la parte di codice in grassetto (quindi echo vulnerable) come un vero e proprio comando da eseguire, cosa che in condizioni “normali” non dovrebbe succedere.

Infatti, eseguendo questo codice su una versione di Bash vulnerabile, l’output ottenuto è il seguente:

$ env x='() { :;}; echo vulnerable' bash -c "echo this is a test"
vulnerable
this is a test

Se invece lo stesso codice viene eseguito su una versione di Bash non vulnerabile, il codice echo vulnerable viene riconosciuto da Bash come una potenziale dichiarazione di funzione e viene ignorato, generando un warning e lasciando la variabile non inizializzata ed il comando non eseguito (comportamento normale).

 $ env x='() { :;}; echo vulnerable' bash -c "echo this is a test"
 bash: warning: x: ignoring function definition attempt
 bash: error importing function definition for `x'
 this is a test

Shellshock è davvero pericoloso come dicono?

shellshock2Diciamo che non è un gioco da ragazzi usare vulnerabilità del genere e che c’è bisogno del verificarsi di condizioni ben precise – uno script deve essere presente sul sistema con delle dichiarazioni di variabili alterate, pronte per essere usate dal programma comandato da un utente malintenzionato – ma, purtroppo, bisogna ammettere che a causa della diffusione di Bash e dell’interazione imprevista di Shellshock con i vari programmi (innumerabili) che interagiscono con essa il rischio esiste. 

Purtroppo Bash non è soltanto la “classica” shell dei sistemi operativi GNU/Linux based di conoscenza comune come Ubuntu, Debian, Gentoo, Red Hat, CentOS e via discorrendo, ma è presente in tante altre varianti di Linux presenti anche su dispositivi differenti dai PC – come router, NAS, sistemi embedded, computer di bordo, che se obsoleti potrebbero essere davvero a rischio.

Senza contare che, inoltre, Bash è presente anche su Android e su tutti i sistemi operativi Mac.

Chi è vulnerabile a Shellshock?

Categorizzare i dispositivi vulnerabili non è possibile, tuttavia esistono diverse linee guida per intuire se si è vulnerabili o meno. Innanzitutto bisogna specificare che le versioni di Bash vulnerabili a Shellshock vanno dalla 4.3 (inclusa) ingiù, per cui la prima cosa da fare è indubbiamente aggiornare il proprio sistema operativo all’ultima versione dei pacchetti, se possibile.

Particolare attenzione va posta inoltre in ambiente server: si è comunque a rischio se la versione di Bash installata è inferiore alla 4.3 (inclusa), ma bisogna aprire gli occhi e correre ancor più rapidamente ai ripari, a causa dei danni collaterali potenziali causati da Shellshock, in caso il server esegua:

  • una configurazione di sshd che prevede attiva la clausola ForceCommand;
  • vecchie versioni di Apache che usano mod_cgi o mod_cgid, estremamente vulnerabili se gli script CGI sono scritti in bash o lanciano a loro volta shell bash (ciò non succede invece con gli script eseguiti tramite mod_php, neanche se questi lanciano shell bash a loro volta); tuttavia, i potenziali comandi indesiderati vengono eseguiti con gli stessi privilegi d’accesso del server web;
  • server DHCP che invocano script da shell per configurare il sistema; solitamente, tali script vengono eseguiti con privilegi di root, il che è estremamente pericoloso;
  • vari demoni o i programmi SUID che agiscono sul sistema con privilegi da superutente utilizzando però variabili settate da utenti non root.

In generale, il sistema può rimanere vittima di qualsiasi altra applicazione che venga eseguita da shell o esegue uno script shell che prevede l’interprete bash – solitamente, tali script iniziano con la dicitura #!/bin/bash.

Ma non finisce qui: purtroppo qualsiasi altro dispositivo obsoleto è a rischio, specie quelli per cui non è prevista la verifica della versione di Bash installata e per cui non sia possibile procedere semplicemente all’aggiornamento. Ancora una volta, ciò rappresenta un rischio ma non è detto che tali dispositivi siano effettivamente exploitabili (ad esempio, è difficile fare in modo che un computer di bordo o un NAS non collegato ad Internet eseguano codice arbitrario).

Per correttezza, è bene specificare ancora una volta che alcune versioni di Android e di Mac OS X sono vulnerabili – ad esempio, Mavericks lo è.

Quali dati sono a rischio e come faccio a proteggermi?

shellshock1Purtroppo, anche se in precise e difficilmente coincidenti condizioni, ad essere a rischio è qualsiasi cosa sia presente sulla memoria del sistema; tenendo comunque conto dei meccanismi intrinsechi di protezione di Bash e di GNU/Linux come l’assegnazione dei permessi d’esecuzione, il margine di rischio potrebbe diventare comunque molto minore.

Prima di preoccuparsi, bisogna verificare se si è effettivamente vulnerabili a Shellshock. Ciò è possibile semplicemente verificando la versione di Bash installata sul proprio sistema: se questa non è precedente alla 4.3 – Bash 4.3.0 e inferiori sono VULNERABILI ma non le versioni successive – allora il vostro sistema non è vulnerabile. 

In caso contrario, se possibile aggiornate Bash ed i pacchetti dell’intero sistema operativo all’ultima versione disponibile, in attesa di un’eventuale patch che dovrebbe comunque essere rilasciata in maniera celere per la maggior parte dei sistemi operativi e dei pacchetti di Bash interessati, a prescindere dalla piattaforma su cui essi sono installati.

Per verificare di essere protetti, aprite una shell bash ed eseguite il test spiegato nella sezione “Cosa è Shellshock”.

In definitiva…

Purtroppo Shellshock è un bug che cade come un fulmine a ciel sereno e non è possibile affermare che sia innocuo poiché, come visto fino ad ora, i rischi materiali esistono.

Come vi ho detto all’inizio non bisogna comunque farne una pandemia: se si tratta di sistemi operativi casalinghi, è necessario accertarsi che il proprio OS sia ancora ufficialmente supportato ed aggiornarlo all’ultima versione disponibile, che si tratti di GNU/Linux o di Mac. Stessa cosa per i sistemi operativi server, per i quali ci si aspetta una “correzione” dei pacchetti relativi alle versioni di Bash pari o inferiori alla 4.3 quanto prima.

Discorso differente va fatto per i vari sistemi embedded, per i NAS, per i router o per tutti quei dispositivi non verificabili facilmente: accertatevi di avere installata l’ultima versione disponibile del firmware e, nel caso, contattate il produttore per ulteriori delucidazioni.

Shellshock è purtroppo un bug molto grande, reso enorme dalla diffusione di Bash, tuttavia gli eventuali danni possono essere arginati usando un po’ di prudenza ed attenzione in più.

Purtroppo, come disse il grande Spaf, la verità è soltanto una:

L’unico vero sistema sicuro è quello spento, gettato in una colata di cemento, sigillato in una stanza rivestita da piombo e protetta da guardie.

Ma anche in quel caso ho i miei dubbi.

via chimeravevo.com


NVIDIA ufficializza il futuro supporto a Wayland e Mi

Giusto ieri vi avevamo fatto un sunto della situazione attuale dei driver grafici su Linux e delle prospettive future, che subito una news fresca fresca aggiunge altra carne sul fuoco.

Leggi anche | NVIDIA, AMD, Intel: la situazione dei driver grafici su Linux

Infatti proprio nella serata di ieri è stata pubblicata la lista degli interventi che si terranno al prossimo XDC 2014 (X.Org Developer Conference), che si terrà dal 4 all’8 ottobre a Bordeaux, e tra di essi troviamo un intervento tenuto da NVIDIA denominato Enabling Alternative Window Systems with a non-Mesa Graphics Driver Implementation (per i non anglofoni: Abilitare sistemi grafici alternativi con implementazioni di driver grafici non-Mesa).

nvidia linux

Come si legge dalla descrizione dell’intervento, NVIDIA spiegherà in che modo sta lavorando per abilitare il supporto a Wayland e Mir nei propri driver grafici per Linux. Nello specifico, il driver subirà un profondo rinnovamento, appoggiandosi per la comunicazioni fra kernel space ed user space a DRM (Direct Rendering Manager) e KMS (Kernel Module Settings), similmente a quanto accade sui driver open Intel, Nouveau e Radeon (ed in futuro pure su AMD Catalyst) e per quelle fra acceleratore 3D e compositor ad EGL, già supportato dall’ultima versione del driver NVIDIA stabile.

Inoltre, la casa di Santa Clara sta sviluppando nuove estensioni EGL per permettere una più facile realizzazione di driver grafici ed una maggiore efficienza, indipendentemente dall’uso o meno di Mesa. Interessante notare come queste estensioni, denominate EGL_EXT_device_base, EGL_EXT_device_drm, EGL_EXT_output_base ed EGL_EXT_device_drm, siano state sviluppate in buona parte in collaborazione con Christopher James Halse Rogers, uno sviluppatore di Canonical attivo nel progetto Mir.

Tale soluzione permetterà in un sol colpo di ottenere la compatibilità con tutti e tre i server grafici esistenti (X.Org, Wayland e Mir), visto che KMS, DRM ed EGL sono tecnologie comuni a tutti i sistemi. Pure AMD, con il passaggio del driver ad una soluzione ibrida open-closed, si avvierà verso la stessa strada, il che non può che essere positivo per l’intero mondo Linux. Non è noto quanto tempo ci vorrà prima di vedere i primi driver con il supporto ufficiale a Wayland e Mir, ne sapremo di più certamente dopo l’XDC 2014.

Di sicuro la convergenza verso sistemi comuni è qualcosa di altamente positivo per l’intero ecosistema Linux, che rischiava seriamente di subire un’ulteriore frammentazione con la contrapposizione Wayland/Mir, cosa che nei fatti sembra non accadrà, perlomeno riguardo il supporto hardware.

via http://www.chimerarevo.com/


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