Tag: Repository

Utilizzare Yaourt con AUR4

In questa guida vedremo come configurare correttamente Yaourt per i nuovi repository AUR4.

yaourt in Arch Linux

Yaourt è un’utile tool a riga di comando che ci consente di installare facilmente progetti condivisi dagli utenti attraverso AUR. Il recente rilascio di AUR4 ha portato molte novità a partire dalla migrazione in GIT, porting che rende la piattaforma più completa portando però alcuni problemi legati soprattutto a Yaourt.
Difatti l’attuale versione di Yaourt non supporta AUR4, non potremo quindi avviare ricerche o installare progetti inclusi inclusi nei nuovi repository. E’ possibile integrare il supporto per AUR4 in Yaourt integrando l’url dei nuovi repository all’interno del file di configurazione del tool. Ecco come fare.

La prima cosa da fare è effettuare un backup dell’attuale configurazione di Yaourt, per farlo basta digitare da terminale:

sudo cp /etc/yaourtrc /etc/yaourtrc.old

ora possiamo avviare /etc/yaourtrc con nano digitando:

sudo nano /etc/yaourtrc

e aggiungiamo dopo #NO_TESTDB=0 la seguente riga:

AURURL=”https://aur4.archlinux.org”

come da immagine in basso

yaourt config add AUR4

e salviamo il tutto con Ctrl più x e poi s

A questo punto Yaourt supporterà i repository di AUR4.

Per ripristinare la configurazione di default basta digitare:

sudo cp /etc/yaourtrc.old /etc/yaourtrc

e riavremo Yaourt come post installazione
Via lffl.org


IBM: nuovi investimenti sulle piattaforme Linux e Power Systems

Sono 54 le sedi IBM dedicate allo sviluppo di nuove applicazioni . Ma anche Watson fa progressi nella ricerca medica

Lo scorso anno IBM ha investito un miliardo di dollari sulle tecnologie Linux e open source per i suoi server Power Systems, inaugurando cinque Linux Center dedicati a Pechino (Cina), New York, Austin (Texas), Montpelier (Francia) e Tokyo (Giappone) e oggi sono più di 1500 le applicazioni ISV disponibili per Linux su Power. Poi a fine agosto in occasione della conferenza LinuxCon North America, IBM ha annunciato che si avvarrà della sua rete globale di oltre 50 Innovation Center e Client Center per aiutare i Business Partner, i professionisti dell’IT, il mondo accademico e gli imprenditori a sviluppare nuove applicazioni per i Big Data e il cloud computing sulle piattaforme Linux e Power Systems.
systems_power_software_linux_center_140x140Questo ulteriore investimento intende accelerare lo sviluppo di nuove applicazioni e fornisce accesso fisico e online alle risorse per lo sviluppo di applicazioni Linux su Power Systems a un bacino potenziale di migliaia di altri Business Partner IBM, sviluppatori e i clienti in tutto il mondo.
Le risorse possono comprendere:
•Workshop di formazione su Linux che indicano agli sviluppatori come migrare e ottimizzare le loro applicazioni utilizzando le tecnologie Red Hat Enterprise Linux, SUSE Linux Enterprise Server e Canonical Ubuntu Server Linux su Power Systems.
•Assistenza pratica da parte di specialisti di sistemi Linux e IBM dedicati, per mostrare agli sviluppatori come sfruttare le funzionalità uniche di elaborazione parallela e virtualizzazione avanzata di Power8.


L’architettura open source di Power e Linux rappresenta il cuore della OpenPower Foundation, una community per lo sviluppo “open” fondata nel 2013, con ormai 53 membri in tutto il mondo, che collaborano per sfruttare l’architettura aperta del processore Power e diffondere l’innovazione nel settore
Su un fronte più vicino alle tecnologie di punta e di ricerca , IBM dichiara di aver fatto significativi progressi nelle capacità di cognitive computing di Watson, superando la fase di analisi dei dati e di ricerca di risposte note per passare all’esplorazione della complessità e delle connessioni di enormi quantità di dati. Tre anni dopo la vittoria al quiz televisivo Jeopardy!, IBM Watson si è evoluto fino a rappresentare una nuova era dell’informatica, guadagnando il riconoscimento di Gartner , che cita IBM Watson tra i primi 10 trend tecnologici strategici per il 2014, prevedendo che, entro il 2017, il 10 per cento dei computer sarà in grado di apprendere come fa Watson
Disponibile da subito e fornito come servizio cloud, Watson Discovery Advisor è progettato per accelerare le scoperte da parte delle équipe di ricerca, perché riduce il tempo necessario a testare le ipotesi e formulare conclusioni, da mesi a giorni e da giorni a poche ore, portando nuovi livelli di velocità e precisione alla ricerca e sviluppo.
Grazie alla capacità di Watson di cogliere le sfumature del linguaggio naturale, Watson Discovery Advisor è in grado di comprendere il linguaggio della scienza, ad esempio come interagiscono i composti chimici, rappresentando così uno strumento straordinariamente potente per i ricercatori delle bioscienze e di altri settori.
In campo farmaceutico e medico con Watson Discovery Advisor, i ricercatori possono scoprire nuove relazioni e individuare modelli inattesi tra i dati, con la possibilità di aumentare e accelerare significativamente i processi di scoperta.
“Stiamo entrando in un’era straordinaria in cui la scoperta sarà guidata dai dati”, spiega Mike Rhodin, senior vice President, IBM Watson Group. “L’annuncio di oggi rappresenta una naturale estensione dell’intelligenza di cognitive computing di Watson e dà a ricercatori, sviluppatori ed esperti del settore uno strumento potente che aiuterà ad aumentare i risultati degli investimenti effettuati dalle organizzazioni nella R&S, portando a scoperte rivoluzionarie significative”.

via http://www.techweekeurope.it/


Monaco: Linux costa più di Windows, addio open source

Dopo dieci anni di Linux Monaco di Baviera getta la spugna e torna a Windows. Era stata tra le prime città a decidere di affidarsi a Linux, affrontando le molte difficoltà iniziali pur di liberarsi dai vincoli con Microsoft e altri fornitori. E proprio l’anno scorso si era completato il passaggio: tutti gli uffici pubblici usavano LiMux, una distribuzione sviluppata apposta.

Si torna a Windows perché a quanto pare non si è riusciti a compensare l’iniziale abbassamento della produttività. All’inizio si pensava che sarebbe bastato un po’ di tempo, che le persone si sarebbero abituate ai nuovi strumenti e che presto tutto avrebbe ripreso a funzionare come sempre.

Monaco di Baviera

L’adattamento c’è stato in effetti ma sono rimasti problemi insormontabili nell’interazione con altre realtà (fornitori, altri comuni, governo, etc.): in questi casi lo scambio di documenti non ha mai smesso di essere un problema.

C’è stato anche un problema economico, ed è emerso che Linux è risultato più costoso di Windows da gestire “perché la città ha dovuto assumere programmatori per sviluppare funzioni di cui avevano bisogno, e poi ha dovuto pagare il personale per mantenere il software”. Pagando le licenze a Microsoft si sarebbe speso meno, a quanto pare.

Collaborazione con altri e riduzione della spesa, ecco perché Monaco di Baviera sta tornando a Windows. La scelta di questa città, dieci anni fa, fu definita l’equivalente IT della caduta del Muro di Berlino. Non è ancora detta l’ultima parola comunque, perché, con la nuova versione di LiMux e una più forte spinta verso il formato ODF, forse c’è ancora spazio per l’open source nella città tedesca.

In ogni caso è importante ricordare che la questione economica non è mai stata determinante. All’epoca, tra il 2003 e il 2004, i politici locali scelsero di seguire una strada che avrebbe dato a loro il controllo sulla tecnologia usata, invece che a fornitori esterni come Microsoft. Decisero in altre parole di mantenere nelle proprie mani una parte di potere che era sempre stata “esternalizzata”. Fu in altre parole una questione più politica che economica.

fonte:http://www.tomshw.it/


VolksPC, il mini PC Android capace di utilizzare anche applicazioni Linux (video)

Una campagna di crowdfunding su Indiegogo propone un nuovo mini-PC Android, il VolksPC. Mai come in questo caso è assolutamente appropriato il termine “PC”: il sistema operativo, infatti, è una distribuzione ad hoc, la Unified Distribution, capace di far funzionare applicazioni per Jelly Bean (4.2.2) e per Debian Wheezy. In sostanza si potranno utilizzare software sia per il sistema operativo di Google, sia per Linux.

L’aspetto (che potrebbe non essere definitivo) è analogo ad altre soluzioni simili, mentre l’hardware prevede una CPU dual-core RK3066, operante a 1,4 GHz. Il quantitativo di RAM installato è pari a 1GB di DDR3, mentre per la memoria integrata abbiamo 8GB di flash per Android e una microSD da 8GB per Debian Wheezy.

Debian è facilmente aggiornabile, utilizzando direttamente i file residenti su microSD, mentre per Android si può ricorrere alla porta UBS OTG, in modo da poter eseguire RKBatchTools su un computer Windows.

A seguire il riepilogo delle specifiche tecniche:

  • Dual core Rockchip RK3066 Cortex-A9 CPU a 1.4Ghz.
  • 1 GB DDR3
  • 8 GB NAND Flash (Android)
  • 8 GB MicroSD (Debian Wheezy)
  • 10/100 Ethernet
  • USB 2.0 x 2
  • 1 USB OTG
  • 1 uscitaAV
  • HDMI 1.3 (apparentemente limitata a 720p)
  • IEEE 802.11 b/g/n
  • Lettore memorie SD /MMC/MS

La campagna su Indiegogo mira a raccogliere 80.000 dollari (per ora sono stati raccolti solo 506 dollari, ma l’iniziativa è appena partita). Per acquistare un VolksPC è necessario investire119 dollari.


Google compie i primi passi verso il kernel Linux 3.10

Sarà una delle novità che arriverà con Android L ma non stiamo parlando del tanto attesoMaterial Design bensì del cuore stesso di Android, che quest’anno compirà un importante passo avanti, grazie al debutto in tutto il mondo ARM del nuovo kernel Linux 3.10.

LG G Watch e Samsung Gear Live già utilizzano il nuovo kernel, tuttaviala maggior parte dei dispositivi attualmente rilasciati utilizzano la versione 3.4disponibile dal 2012con il supporto che terminerà il prossimo ottobre 2014. Per questo Google sta spingendo diversi produttori di SoC a iniziare a sperimentare il prossimo kernel, attraverso alcune configurazionisperimentali disponibili per svariate piattaforme.

I primi file precompilati contengono il supporto all’architettura di Qualcomm MSM8974, ampiamente utilizzata su tutti gli ultimi top gamma di quest’anno come OnePlus OneHTCOne (M8) Google Nexus 5. Troviamo poi anche alcuni SoC Exynos di Samsung ed anche Tegra, tuttavia non è ancora possibile confermare quali e quanti dispositivi potranno beneficiare di un aggiornamento al prossimo kernel.

Sebbene sia ancora presto per parlare di arrivo imminente, Android L contribuirà a spingere i produttori in questa direzione, e dove non arriveranno loro ci penserà la community attraverso lo sviluppo di kernel personalizzati.

Maggiori informazioni sulle repository precompilate a questo indirizzo.

fonte: http://android.hdblog.it/


RISOLVERE I PIÙ COMUNI PROBLEMI CON I REPOSITORY UBUNTU GRAZIE A RISOLVE-UPDATE

Per garantire una maggiore stabilità e sicurezza, Canonical rilascia costanti aggiornamenti che possiamo installare facilmente attraverso il gestore grafico oppure da terminale. Può capitare che però, per svariati motivi, che ci siano dei problemi con i repository ufficiali o di terze parti (esempio i vari PPA),in questo caso ci verranno notificati degli errori come la mancanza di key di autenticazione, errori d’accesso al server ecc.
Possiamo risolvere facilmente questi problemi utilizzando Risolve Update, semplice script sviluppato da un developer italiano.


Risolve-Update è un semplice script disponibile per Ubuntu e derivate ufficiali (Lubuntu, Xubuntu, Ubuntu Gnome e Kubuntu) che ci consente di risolvere velocemente e facilmente agli errori più comuni durante l’aggiornamento come esempio:

Esempio numero 1:
W: Errore GPG: http://ppa.launchpad.net oneiric Release:
Le seguenti firme non sono state verificate perche’
la chiave pubblica non e’ disponibile:
NO_PUBKEY D258A9281AF466B2

Esempio numero 2:
W:Failed to fetch http://ppa.launchpad.net/
mefrio-g/plymouthmanager/ubuntu/dists/precise/
main/source/Sources 404 Not Found

Esempio numero 3:
E: Encountered a section with no Package: header
E: Problem with MergeList /var/lib/apt/lists/it.archive.
ubuntu.com_ubuntu_dists_maverick_main_binary-amd64_Packages
E: Impossibile analizzare o aprire l’elenco dei pacchetti o il file di stato.

Per risolvere facilmente questi problemi basta scaricare Risolve-Update da questa pagina, estrarre il file .tar.gz e copiare nella home il file risolve-update-LXUbuntu-v-5.sh se utilizziamo buntu Xubuntu, Ubuntu GNOOME e Lubuntuoppure risolve-update-Kubuntu-v-5.sh se utilizziamo Kubuntu.

Risolve-Update in Ubuntu

A questo punto dovremo rendere eseguibile lo script digitando da terminale:

chmod +x risolve-update-*.sh

e avviamo Risolve-Update il tutto digitando:

sh risolve-update-*.sh

basta inserire la password e aspettare che il tool corregga gli eventuali errori.
Al termine basta digitare da terminale:

sudo apt-get update

se tutto corretto non dovremo più aver nessun errore.

fonte http://www.lffl.org/

SCREENFETCH E 2048 QT APPRODANO NEI REPOSITORY UFFICIALI DI UBUNTU 14.10 UTOPIC

Approdano nei repository ufficiali di Ubuntu 14.10 Utopic Unicorn la nuova versione 3.5.0 di ScreenFetch e il famoso game 2048 con interfaccia grafica Qt.

 

screenfetch
Continua lo sviluppo di Ubuntu 14.10 Utopic Unicorn, release che sarà disponibile sia nella ISO con Unity 7.2 che nella versione Ubuntu Next con il nuovo Unity 8 e server grafico MIR (che possiamo già scaricare / testare grazie alla Daily Build disponibili in questa pagina). Oltre a varie correzioni di bug, nella versione in fase di sviluppo troviamo numerosi aggiornamenti e l’introduzione di nuove applicazioni e game come il toolScreenFetch e 2048 Qt. ScreenFetch è un semplice tool open source attraverso il quale potremo avere informazioni sulla nostra distribuzione e sistema direttamente da terminale con incluso anche un bellissimo logo ASCIIche raffigura la nostra distribuzione Linux. Gli ultimi aggiornamenti di ScreenFetch ha introdotto il supporto per Antergos, NetBSD e perfino Windows 8.1 grazie al tool Cygwin e correzioni varie.


Finalmente possiamo installare facilmente ScreenFetch in Debian, Ubuntu e derivate grazie all’introduzione del tool nei repository ufficiali di Ubuntu 14.10 Utopic e versioni successive e Debian Sid.

Per installare ScreenFetch in Ubuntu 14.04 e versioni precedenti basta scaricare il pacchetto deb disponibile in questa pagina oppure possiamo installare il tool “manualmente” seguendo questa guida (consigliato).

Per installare ScreenFetch in Ubuntu 14.10 e versioni successive basta digitare:

sudo apt-get install screenfetch 

In concomitanza con l’arrivo di ScreenFetch è approdato nei repository ufficiali di Debian 8.0 Jessie e Sid ed Ubuntu 14.10 Utopic il nuovo 2048-Qt, famoso rompicapo realizzato da un developer italiano disponibile anche nella versione “offline” per Linux, oppure al versione da riga di comando denominata 2048.c oMacht.

2048 Qt

Per installare 2048 Qt in Debian 8 / Sid e Ubuntu 14.10 e release successive basta digitare da terminale:

sudo apt-get install 2048-qt

fonte http://www.lffl.org/


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